Novità in libreria: Un nuovo libro su Gamper e l'Athesia
É stato recentemente pubblicato dall'Editore Aracne di Bologna un importante studio di Assunta Esposito, Stampa cattolica in Alto Adige fra fascismo e nazismo. La casa editrice Vogelweider-Athesia e il ruolo del canonico Gamper (1933-1939). L'autrice, allieva di Renzo De Felice che fra i primi si è occupato della questione altoatesina nel rapporto fra le due dittature, insegna Storia del giornalismo presso la Facoltà di Scienze Politiche della Sapienza di Roma. Lo studio è fondato su una ricca documentazione inedita di parte italiana e vaticana. Esposito non ha lavorato negli archivi locali di Bolzano, ma il suo è un contributo importante per porre sotto una nuova luce la lotta del canonico Gamper per difendere l'impero editoriale in lingua tedesca, che monopolizzava nella provincia di Bolzano il controllo delle informazioni. Lo studio di Esposito dimostra inequivocabilmente che la "piccola" storia non può fare a mano della grande storia, con la quale interagisce, e che in molti casi è indispensabile staccarsi dal terreno locale proprio per poterlo interpretare in modo più articolato.
L'impero editoriale di Gamper, incentrato sul quotidiano "Dolomiten" e sul settimanale "Volksbote", rappresentava una delle realtà più importanti della stampa cattolica in Italia. Ciò era dovuto alla solidità finanziaria e culturale dell'impresa, al sostegno che questa deteneva in larga parte della popolazione tedescofona, ma anche ai sussidi finanziari che riceveva dall'Austria e, in misura crescente dopo il 1933, dalla Germania nazionalsocialista. Inoltre, Gamper disponeva del sostegno del Vaticano. Fu solo grazie alla copertura fornita dalla Santa Sede che la stampa in lingua tedesca continuò, nonostante la pressione del regime fascista, a essere pubblicata.
Esposito analizza proprio le vicende dell'impero editoriale di Gamper nel campo di tensioni fra Italia fascista e Germania nazionalsocialista. Tensioni che crebbero a partire dal 1933, quando da una parte a Berlino andò al potere Hitler (che pur formalmente aveva affermato di voler rinunciare a qualsiasi rivendicazione etnica sul Sudtirolo) e dall'altra arrivò a Bolzano il nuovo prefetto Mastromattei, cui Mussolini aveva affidato il compito di accentuare la politica di nazionalizzazione, indebolendo nel contempo le basi sociali ed economiche della maggioranza tedescofona, che allora veniva definita "allogena".
Mastromattei addebitava anche al clero, oltre che alla pericolosa influenza dei turisti germanici, le negative influenze sull'opinione pubblica della provincia, rafforzandone la diffidenza verso la politica di snazionalizzazione perseguita dal regime. Gamper e la casa editrice da lui diretta erano al centro dello scontro, essendo considerati un veicolo della propaganda anti-italiana e nazionalsocialisteggiante. Gamper da parte sua cercava con ogni mezzo di evitare guai, perseguendo una linea di ostentata neutralità sui temi politici. Esposito mostra nel dettaglio la capillare azione di controllo esercitata dal regime su Gamper e sulle sue attività editoriali, fino ai progetti (falliti) per acquisire il controllo del gruppo editoriale. D'altra parte, il clero sudtirolese si trovava in una situazione difficile: da un lato intendeva mantenere il proprio tradizionale ruolo di alfiere della cultura regionale, dall'altro era preoccupato per il diffondersi anche fra i propri fedeli (soprattutto fra i giovani) delle parole d'ordine del nazionalsocialismo e della sua ideologia, che era in contrasto con la cultura cattolica. In particolare, dalla documentazione che Esposito ha esaminato nell'Archivio segreto vaticano, iniziano ad affiorare quelle tensioni interne, che poi sarebbero sfociate nel 1939/40 di fronte alla lacerante alternativa: tra optare/andarsene o accettare il predominio italiano sulla propria terra. Un attore importante nel gioco ricostruito da Esposito è il Vaticano, al quale premeva difendere la cultura cattolica e le sue istituzioni - comprese le pubblicazioni del gruppo di Gamper, minacciate di chiusura nel 1935 - anche contro la montante marea nazionalsocialista e nell'intento di tenere i rapporti migliori possibili con il governo fascista.
Si arrivò a una situazione paradossale: all'inizio del 1937, ancora una volta per intercessione delle alte sfere del Vaticano, la casa editrice - ridenominata Athesia per compiacere la volontà di Roma - ottenne addirittura un incremento del volume delle sue pubblicazioni, in barba alla volontà autarchica di risparmiare carta. Gamper e la stampa cattolica erano infatti visti ora come un argine contro la penetrazione dell'ideologia nazionalsocialista. Finchè, a conclusione della vicenda delle opzioni, le autorità di polizia tolsero Gamper dallo schedario dei sovversivi.
La ricerca di Assunta Esposito, insomma, offre una lettura della vicenda del Sudtirolo da nuove prospettive, in particolare chiamando in causa il Vaticano. Si tratta di un approccio importante, che sperabilmente troverà riscontro nella storiografia locale.