Cronaca | I dati

Ischgl e quegli anticorpi record

Nella località tirolese, che fu focolaio di coronavirus, il 42% degli abitanti ha gli anticorpi. È il valore più alto a livello mondiale. Il confronto con la val Gardena.
Ischgl
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Due realtà: Ischgl in Tirolo e la val Gardena in Alto Adige. La prima al centro delle polemiche perché accusata, a fine febbraio, di non essere stata dichiarata subito zona rossa malgrado le numerose denunce. Migliaia furono i turisti che si scoprirono infettati dal SARS-CoV-2 di ritorno dalla località austriaca. Circostanze che furono sottolineate nettamente quando l’Austria decise di non riaprire a inizio giugno i confini con l’Italia suscitando disappunto nel governo guidato dal premier Giuseppe Conte. Dall’altra parte la val Gardena, uno dei primi focolai da coronavirus in Alto Adige.

La notizia è che il 42,4% degli abitanti di Ischgl ha sviluppato anticorpi contro il virus. È il valore ufficiale più alto finora registrato a livello mondiale. In val Gardena sono infatti il 27% e a Ginevra il 10%. Stando a quanto riportato dall’Ansa allo studio incrociato di due test sierologici, effettuato dall’università di Innsbruck, ha partecipato l’80% della popolazione del centro sciistico tirolese, ovvero 1.473 persone. Il valore supera di sei volte quello rilevato con tampone. L’85% delle persone testate non si era accorto di aver contratto il virus che, dicono gli esperti, era in circolazione già a febbraio.

Ischgl, nonostante il suo valore record, non può comunque, secondo i responsabili dell’indagine, rivendicare l’immunità di gregge. Lontana, va da sé, da questo obiettivo anche la val Gardena, come aveva sottolineato recentemente il responsabile del Day Hospital onco-ematologico dell’Ospedale di Bolzano Michael Mian di fronte ai risultati dello studio condotto su larga scala per rilevare la diffusione del nuovo coronavirus. Circa 3.000 sono state in quel caso le persone, selezionate in modo rappresentativo, invitate a partecipare al test (doppio: tampone nasofaringeo e un prelievo del sangue per il test anticorpale); 2.194 quelle che hanno accettato l’invito (ossia il 74%). La sieroprevalenza degli anticorpi IgG anti SARS-CoV-2, corretta per sensibilità e specificità, fu, precisamente, del 26,86%.