Ischgl e quegli anticorpi record
Due realtà: Ischgl in Tirolo e la val Gardena in Alto Adige. La prima al centro delle polemiche perché accusata, a fine febbraio, di non essere stata dichiarata subito zona rossa malgrado le numerose denunce. Migliaia furono i turisti che si scoprirono infettati dal SARS-CoV-2 di ritorno dalla località austriaca. Circostanze che furono sottolineate nettamente quando l’Austria decise di non riaprire a inizio giugno i confini con l’Italia suscitando disappunto nel governo guidato dal premier Giuseppe Conte. Dall’altra parte la val Gardena, uno dei primi focolai da coronavirus in Alto Adige.
La notizia è che il 42,4% degli abitanti di Ischgl ha sviluppato anticorpi contro il virus. È il valore ufficiale più alto finora registrato a livello mondiale. In val Gardena sono infatti il 27% e a Ginevra il 10%. Stando a quanto riportato dall’Ansa allo studio incrociato di due test sierologici, effettuato dall’università di Innsbruck, ha partecipato l’80% della popolazione del centro sciistico tirolese, ovvero 1.473 persone. Il valore supera di sei volte quello rilevato con tampone. L’85% delle persone testate non si era accorto di aver contratto il virus che, dicono gli esperti, era in circolazione già a febbraio.
Ischgl, nonostante il suo valore record, non può comunque, secondo i responsabili dell’indagine, rivendicare l’immunità di gregge. Lontana, va da sé, da questo obiettivo anche la val Gardena, come aveva sottolineato recentemente il responsabile del Day Hospital onco-ematologico dell’Ospedale di Bolzano Michael Mian di fronte ai risultati dello studio condotto su larga scala per rilevare la diffusione del nuovo coronavirus. Circa 3.000 sono state in quel caso le persone, selezionate in modo rappresentativo, invitate a partecipare al test (doppio: tampone nasofaringeo e un prelievo del sangue per il test anticorpale); 2.194 quelle che hanno accettato l’invito (ossia il 74%). La sieroprevalenza degli anticorpi IgG anti SARS-CoV-2, corretta per sensibilità e specificità, fu, precisamente, del 26,86%.
Oltre al dato percentuale in
Oltre al dato percentuale in sè, sarebbe interessante conoscere il tasso di mortalità all'interno della popolazione di Ischgl. Lo studio ne parla?
Antwort auf Oltre al dato percentuale in von Christoph Tappeiner
Ecco la risposta:
Ecco la risposta: "Bemerkenswert ist, dass trotz der hohen Durchseuchung in Ischgl nur neun Personen im Spital behandelt werden mussten, davon eine auf der Intensivstation. Zwei Personen sind in Ischgl am Coronavirus verstorben, somit liegt die Fallsterblichkeit bei 0,26 Prozent." Fonte DER STANDARD, articolo di ieri.
Un tasso di mortalità estremamente basso, in effetti.
Antwort auf Ecco la risposta: von Christoph Tappeiner
Ich habe mich oft gefragt, ob
Ich habe mich oft gefragt, ob man im Bundesland Tirol oder in Österreich die Toten anders zählt, denn sie hatten immer ein geringe Sterberate im Verhältnis.
Stutzig gemacht hat mich eine Aussage des Osttiroler Virologen Walder, der in einem Interview eine Unterscheidung machte. Ich er innere mich die Aussage so ähnlich: in Osttirol seien zwei Personen wegen Covid 19 gestorben; insgesamt waren es aber sechs, die auch mit Covid 19 verstorben seien? Der Interviewer hat - wie heute üblich - nicht weiter nachgehackt.
Eine Tatsache war anscheinend auch, dass in Italien viele in den Intensivpflegestationen verstorben sind, während in Österreich das viel seltener der Fall war.