Società | Bolzano

“L’ultima mafia è sempre la penultima”


Il fondatore e presidente di “Libera”
Don Luigi Ciotti parla agli studenti delle scuole Marcelline: “La mafia ha i piedi in Sicilia, la testa a Roma e supererà le Alpi”.
Don Ciotti
Foto: seminarioditorino.it
  • Oggi (25 novembre) presso il liceo delle Marcelline si è svolto l'incontro tra gli studenti dell'istituto e don Luigi Ciotti, prete attivista, fondatore e presidente dell’associazione anti-mafiosa “Libera” e del “Gruppo Abele” a Torino. A portare un saluto a nome della città anche il sindaco Renzo Caramaschi, che ha sottolineato l’importanza dei giovani nella società: “I giovani devono vivere la gioia dell’avvenire fino in fondo.”

    “Non sono venuto per rappresentare un “io”, ma per rappresentare un “noi”. Solo unendo le nostre forze possiamo diventare un’unica, grande forza,” ha esordito don Ciotti. Sotto la guida di Francesco Comina, gli studenti del liceo delle Marcelline hanno dialogato con il prete: al centro del discorso si è posta l’associazione “Libera”, che opera nel campo della resistenza antimafiosa. Ciotti ha ricostruito la fondazione di Libera, che definisce “un’associazione di tante associazioni”, che è nata da “un caffè con Giovanni Falcone che non si è mai preso.” Ciotti ha iniziato il dialogo mettendo in rilievo il fatto che la mafia da tanti anni non è più solamente un problema del sud, ma che le mafie si muovono negli spazi finanziari di grandi investimenti, ovvero anche al nord: “La mafia ha i suoi piedi in Sicilia e la sua testa a Roma, ma risalirà sempre più verso nord per andare oltre le Alpi.” 

    Don Ciotti ha parlato di una tendenza che la società e il discorso pubblico hanno assunto negli scorsi decenni, ovvero che “il problema dal crimine mafioso organizzato è passato al crimine normalizzato”. Ha evidenziato la gravità della percezione generale, cioè che la mafia viene percepita come uno dei tanti problemi e non come realmente è, cioè una problematica elementare.

    Ciotti ha inoltre posto l’accento sul fatto che il problema della mafia è una problema cronico (“E’ da 170 anni che parliamo di mafia, nonostante il sacrificio di molti che si batterono per la libertà del nostro paese”), un problema che può essere risolto solamente in parte dagli elementi repressivi dello Stato. Per estirpare il male alla radice serve un vasto impegno e investimento nelle future generazioni sul piano culturale, educativo e sociale. Nel dialogo con i ragazzi, don Ciotti ha dato molta importanza a trasmettere il valore dei giovani nella lotta antimafiosa. Secondo il fondatore di Libera, i giovani per crescere e assumere un ruolo attivo nella società dovrebbero seguire il loro percorso partendo dalla conoscenza, che porta a consapevolezza e dopodiché all’assunzione della propria responsabilità-elemento di massima importanza per la lotta antimafiosa nella società, che secondo Ciotti tende spesso a delegare.

     

    “Non dimenticatevi che l’ultima mafia è sempre la penultima”

     

    I ragazzi e don Luigi Ciotti hanno affrontato inoltre il tema della migrazione. “E se fossimo noi?” ha domandato Ciotti, rimandando a riguardo alla storia di migliaia di italiani che migrarono in altri paesi per varie motivazioni. Ha parlato del privilegio della nostra società e dell’impegno sociale necessario per dare vita anche agli altri. In aggiunta Ciotti ha ammonito i ragazzi di dover scendere in profondità della conoscenza e non fermarsi ai pregiudizi. Perché “gli altri sono il termometro della nostra umanità.” 

  • L'appuntamento

    Stasera, 25 novembre alle ore 20.30, don Ciotti sarà ospite dell'Azione Cattolica nella chiesa di Tre Santi a Bolzano per un incontro pubblico dal titolo "Saldate la terra con il cielo" nell'ambito di un ciclo di incontri sul tema "Sulle vie del dialogo".