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Cure palliative, a che punto siamo

A Brunico e Bressanone, i comprensori più carenti sul servizio palliative, arriveranno più medici e infermieri e aumenteranno i posti letto Hospice, assicura Widmann.
Fine vita
Foto: upi

Si fa abbastanza in Alto Adige per garantire le cure palliative, ovvero “l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un'inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici”? Questo il senso dell’interrogazione recapitata dal consigliere provinciale di Fratelli d’Italia-L’Alto Adige nel cuore Alessandro Urzì all’assessore alla salute Thomas Widmann.

La giunta provinciale già nelle scorsa legislatura - ricorda l’esponente di centrodestra - aveva previsto entro il 2016 l’ottimizzazione della rete assistenziale tra ospedale e territorio nel comprensorio sanitario di Bolzano, l’attivazione dei team di cure palliative nei comprensori sanitari di Bressanone, Brunico e Merano, l’attivazione dell’ambulatorio e del Day Hospital per le cure palliative nel comprensorio sanitario di Merano, l’attivazione di posti letto, dell’ambulatorio e del Day Hospital per le cure palliative nei comprensori sanitari di Bressanone e Brunico e il miglioramento della rete assistenziale a livello comprensoriale e ampliamento della collaborazione con i medici di medicina generale, il personale infermieristico del territorio e le case di riposo e i centri di degenza. “Considerato che negli ospedali di Bressanone, Brunico, Vipiteno e San Candido che coprono una ampia area del territorio provinciale comprendente la val Pusteria e la val d’Isarco, non vi sarebbero dei reparti o servizi per l’assistenza palliativa e che tale situazione crea sovente disagio ai pazienti costretti – pare – a rivolgersi a strutture private a pagamento per ottenere l’assistenza necessaria”, sottolinea Urzì che quindi solleva il quesito: Perché non dotare uno di questi ospedali (o più di uno) di un reparto o servizio di cure palliative? 

 

Lo status quo

 

Nel rispondere l’assessore Widmann parte da una considerazione: la legge 38/2010 fissa i criteri che assicurano una rete assistenziale funzionante e rispondente alle esigenze dei pazienti e dunque garantisce a tutti i cittadini l’accesso alle cure palliative. L’assistenza deve essere quindi prestata a tutti i pazienti e alle loro famiglie ovunque si trovino: presso il proprio domicilio, in ospedale, in Hospice o in casa di riposo. “Per questo motivo è necessario individuare nuove strategie per la sostenibilità di questa parte importante di assistenza ai pazienti con malattie inguaribili”. Per avere un quadro della situazione basti pensare che in Provincia di Bolzano vengono presi attualmente in carico oltre 1000 pazienti, la maggior parte dei quali risiedono nei comprensori sanitari di Bolzano e Merano, dove i servizi di cure palliative si sono sviluppati da più tempo. “Notevoli passi in avanti sono stati realizzati nel corso degli ultimi anni nell’ampliamento dell’offerta di cure palliative a livello provinciale”, assicura Widmann che poi puntualizza: “Dal 2019 è attivo presso l’ospedale di Bressanone un servizio di cure palliative con un medico e personale infermieristico che garantisce attività di consulenza ed ambulatoriale e che a breve estenderà l’assistenza anche in ambito domiciliare. Anche presso l’ospedale di Brunico, dove da anni già operano infermiere con competenze in cure palliative, ha iniziato la sua attività dal mese di gennaio 2020 un medico dedicato alle cure palliative”. 

 

Prossimi passi

 

In primis la nuova struttura complessa aziendale di cure palliative, guidata dal primario Massimo Bernardo, coordinerà il lavoro dei professionisti su tutto il territorio provinciale per cercare di migliorare ulteriormente l’efficienza del servizio. Fra le misure snocciolate da Widmann c’è l’integrazione dei servizi esistenti con un’alleanza tra i diversi professionisti (servizi territoriali, servizi ospedalieri, servizi sociali), con il coinvolgimento del volontariato, per potenziare l’assistenza e diffondere la cultura delle cure palliative. L’assessore Svp parla anche di una implementazione della formazione del personale che opera già sul territorio (infermieri e medici di medicina generale) e di quello ospedaliero per trasmettere loro le competenze necessarie a gestire con un approccio palliativo le situazioni più semplici, lasciando agli specialisti l’onere di occuparsi di quelle più complesse. Infine, per rispondere al fabbisogno dei comprensori di Bressanone e Brunico, è previsto l’aumento del numero di medici e infermieri dedicati alle cure palliative e l’avvio della realizzazione di ulteriori dieci posti letto Hospice