Economia | Commercio

Mercato del sabato all’ex Pascoli?

Torna a fare capolino la proposta della Lega. L’assessore Bessone scrive al sindaco Caramaschi: “La Provincia pronta a mettere a disposizione l’area”.
Mercato frutta
Foto: Comune Bz

“L’attuale formula di svolgimento del mercato del sabato a Bolzano, con il principio di rotazione degli stand (al fine di contenere il contagio da Covid-19, ndr), non è soddisfacente né rappresenta una soluzione sul lungo termine”, aveva detto il presidente degli ambulanti nell’Unione commercio turismo servizi Alto Adige Andreas Jobstreibizer. Un problema affrontato, del resto, dal sindaco Renzo Caramaschi e dagli stessi ambulanti il cui obiettivo comune a breve termine è quello di valutare la fattibilità di alcune possibili soluzioni alternative con uno sviluppo del mercato stesso anche in altre strade vicine a piazza Vittoria, per superare così il criterio della partecipazione a rotazione. 

Al tavolo del dibattito cerca però un posto anche la Lega. Già agli inizi di maggio il deputato della Lega Filippo Maturi aveva scritto - nella veste di consigliere comunale di Bolzano - all’assessore provinciale Massimo Bessone (in qualità di assessore al patrimonio) per chiedere di concedere la disponibilità del cortile dell’ex Pascoli al Comune di Bolzano per i giorni di mercato. Bessone risponde alla chiamata e invia ora una lettera al primo cittadino, appoggiando l’idea del collega di partito.

“Potremmo mettere a disposizione provvisoriamente il cortile interno delle ex-Pascoli” per il mercato del sabato, scrive l’assessore leghista a Caramaschi. Previa le “opportune verifiche da effettuarsi insieme ai vostri tecnici, e fissando un termine temporale congruo con l’auspicata apertura del cantiere per la nuova Biblioteca. Oltre a costituire uno spazio per il mercato settimanale, questa operazione costituirebbe un vantaggio anche per l’area stessa, al fine di contrastarne il degrado. In termini più concreti - conclude Bessone - la Provincia metterebbe a disposizione l’area, recintando e limitando quindi l’accesso alle zone ritenute pericolose dai tecnici, mentre la gestione degli accessi resterebbe a carico del Comune”. Parola al Comune.