Società | Il caso

"Papadam, ci mancherai"

L'assessora Rabini riceve in Municipio l'attivista senegalese che lascia il capoluogo per il "troppo razzismo". L'Anpi: atti concreti dalle istituzioni.
Papadam Diop e Chiara Rabini
Foto: Comune di Bolzano

“Un riconoscimento di stima e un ringraziamento per aver contribuito concretamente e con instancabile e costante impegno volontario a rendere Bolzano una città più aperta, inclusiva e solidale, attenta ai diritti delle persone più vulnerabili, alla salute, all’attività sportiva e all’ambiente”, queste le parole contenute nell’attestato di stima e ringraziamento consegnato oggi in Comune a Papadam Diop dall’assessora alla cultura e all’ambiente Chiara Rabini.

L’attivista senegalese ha deciso di trasferirsi in Francia per non far continuare a vivere i suoi figli in un ambiente razzista. La sua storia è stata raccontata approfonditamente sul quotidiano Alto Adige qualche giorno fa e ha destato grande clamore e molta giustificata indignazione.  “Papadam ci mancherà – dice l’assessora Rabini sui social - ma rimarremo sicuramente in contatto portando avanti i suoi valori che hanno arricchito la città in questi anni”.

Secondo l’Anpi dell’Alto Adige, “l'affetto che circonda Papadam Diop (e le tante cose che ha saputo fare), il grande rammarico per sua partenza e l'indignazione per le cause che l'hanno determinato non può e non deve  oscurare un dato di fatto innegabile e, cioè, che siamo di fronte all'ennesimo segnale di un razzismo diffuso.  Il razzismo e le discriminazioni sono tra noi e richiedono un forte impegno quotidiano della società e delle istituzioni per contrastarlo, senza se e senza ma”. Come segno concreto di adesione alle istanze portate avanti da Papadam, secondo l’Anpi le istituzioni potrebbero “togliere le norme discriminatorie presenti nella legislazione in materia di accoglienza, casa e servizi sociali per quanto di nostra competenza e da una campagna di iniziativa permanente nelle scuole e nei quartieri”.

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Karl Trojer Ven, 05/27/2022 - 09:14

Neben der Notwendigkeit, dass von Seiten der Politik und der Institutionen mehr für eine rasche und menschenwürdige Integration von Flüchtlingen getan werden muss, stehen wir einzelne BürgerInnen in der Pflicht, diese Integration durch persönliche Begegnungen zu pflegen. Wir können Unterstützung bei bürokratischen Abwicklungen anbieten, die Kinder beim Lernen und Spielen unterstützen, beim Suchen und Finden von Wohnmöglichkeiten und Abeitsplätzen aktiv werden. Persönliches Engagement bringt auch viel Dankbarkeit.

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