I metalmeccanici tornano in piazza

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I metalmeccanici scendono di nuovo in piazza, raggiungendo la 24esima ora di sciopero. Dopo lo stop delle trattative con Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica (interlocutore per la piccola industria) per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, scaduto a fine 2024, fino ad ora i lavoratori del siderurgico hanno incrociato le braccia complessivamente per 16 ore, con due scioperi da 4 ore e uno da 8 avvenuti nei mesi scorsi. Domani, venerdì 28 marzo, è previsto il quarto sciopero del settore che sarà, come l'ultimo, di 8 ore. Tra le richieste dei sindacati, Fiom/Cgil, Fim/Cisl e Uilm/Uil, c'è un aumento salariale di 280 euro.
"Le controparti datoriali, sinora, sono rimaste immobili sulla loro linea secondo cui il contratto nazionale dovrebbe prevedere esclusivamente un recupero, solo parziale e molto a posteriori, della perdita del potere d'acquisto dei salari registrata nell'anno precedente, per effetto dell'aumento dei prezzi al consumo.
In soldoni - si legge in un comunicato della Cgil - nessun aumento vero, anzi, un arretramento". -
Allo stop di 8 ore previsto per domani si uniranno anche i metalmeccanici altoatesini che, in parte, andranno a Trento per il corteo organizzato dai sindacati. "I lavoratori di Acciaierie Valbruna, Aluminium Bozen e Alpitronic ma anche di Gkn e Intercable di Brunico, per citare solo le aziende locali più grosse, sciopereranno per chiedere la riapertura delle trattative", dice Marco Bernardoni segretario di Fiom Alto Adige. "La nostra proposta è stata approvata da oltre il 90% dei lavoratori. Parallelamente, Federmeccanica ha aperto una propria piattaforma, ignorando le nostre richieste. Speriamo che domani possa essere una giornata di svolta anche se sarà difficile perchè a Federmeccanica e Assistal si è recentemente allineata anche Unionmeccanica", prosegue Bernardoni, secondo cui i lavoratori sono stanchi e desiderano solo la firma del contratto. "Domani andremo al corteo che partirà e terminerà sotto sede la sede di Confindustria Trentino", conclude Bernardoni.
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