Cronaca | Sindacati

“Stop ai cantieri sopra ai 35 gradi”

L'emergenza caldo travolge l'Alto Adige. Ma i cantieri non si fermano e i sindacati della Cgil avvertono: "Rischi seri per la salute. Il colpo di calore è infortunio". L'invito alle imprese: "Venga attivata la cassa integrazione".
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Foto: SALTO
  • In Alto Adige questa settimana si registrano temperature superiori ai 35 gradi. La ragione - ha spietato il meteorologo provinciale Dieter Peterlin - sono le masse di aria subtropicali con foschia in alta quota che funge come una sorta di coperchio su una pentola. Temperature elevate, di giorno e di notte, che si trasformano in un serio rischio per chi lavora all'aperto, specie nei cantieri del capoluogo. 

  • Cristina Masera: la segretaria della Cgil ha apprezzato le indicazioni inviate settimane fa dalla medicina del lavoro ai datori in vista dell'emergenza caldo. Foto: CGIL/AGB
  • Quello che per molti altoatesini è solo l'inizio dell'estate, per i lavoratori del settore edilizio rappresenta una vera e propria emergenza che si ripete ogni anno. Questo, perlomeno, è quanto sostiene Marco Nardini, sindacalista della Cgil edili, che a SALTO spiega: "Tempo fa, a Bolzano i giorni che in un anno superavano i 30 gradi erano due o tre. Ora, con il cambiamento climatico, questa situazione si protrae per mesi. I lavoratori soffrono e le imprese non fanno nulla per cambiare la situazione dei propri dipendenti, costretti a lavorare sotto 38 gradi". 

    "La legge - evidenzia la segretaria della Cgil, Cristina Masera - non fissa un limite di temperatura sopra al quale è vietato lavorare, perché dipende tutto dalle condizioni e dal rischio. Ma è evidente che se ci sono più di 35 gradi, e si lavora all'aperto, il pericolo di prendersi un colpo di calore c'è. Per non parlare poi di 38 o 40. E - ricorda ancora Masera - il colpo di calore è considerato infortunio sul lavoro. Bene ha fatto la medicina del lavoro ad inviare alle imprese le linee guida da adottare in vista dell'emergenza caldo. Ma non basta, in certe condizioni servirebbe attivare la cassa integrazione".

  • Cantiere attivo a 38 gradi a Bolzano, la Cgil: "I lavoratori tengono duro, ma tenere duro a 38 gradi è davvero rischioso". Foto: SALTO
  • "L'Inail - prosegue Nardini - lo dice chiaramente: sopra i 35 gradi i cantieri si possono fermare e le imprese possono richiedere la cassa integrazione per i propri dipendenti. A livello locale, negli ultimi due anni questa strada non mai stata intrapresa. Si dice alle persone di resistere, ma non ce la fanno più! Si rischia che gli operai cadano dai ponteggi, collassino o abbiano nausea e vomito una volta finito di lavorare. Ma nessuno denuncia apertamente questa situazione. Molti non lo fanno perché sono precari o perché hanno un permesso di soggiorno e quindi non rischiano il posto di lavoro. Altri tengono duro, ma tenere duro a 38 gradi è davvero rischioso. Parallelamente - dice ancora Nardini - a Roma il Governo non vuole cambiare le norme di legge, scaricando la responsabilità agli enti locali, ai sindaci, che a loro volta non possono intervenire perché rischiano ricorsi e controricorsi".

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Salto User
Peter Be Ven, 06/27/2025 - 17:21

In risposta a di Robert Zagler

Robert Zagler hast du den Artikel überhaupt gelesen? Arbeiten die unter direkter Sonneneinstrahlung bzw. Können die wo runterfallen? Warum muss man direkt auf andere Berufsgruppen verweisen, ohne die Risiken und Gefahren der hier genannten ernst zu nehmen? Asphaltarbeiter sind auch vielen (anderen) Risiken ausgesetzt, Bäcker und Köche arbeiten ebenfalls unter schlimmsten Arbeitsbedingungen, aber das ändert nichts am Inhalt des Artikels.

Ven, 06/27/2025 - 17:21 Collegamento permanente