Società | la statistica

Lo sfruttamento nel piatto

Solamente il 22% dei bolzanini considera importanti le condizioni dei lavoratori quando acquista generi agroalimentari. Male anche il fronte della trasparenza produttiva.
Caporalato
Foto: upi

Se il continuo crescendo del tasso d’inflazione a livello nazionale fa calare sempre di più il potere di acquisto, ancora maggiori sono le conseguenze sul tessuto cittadino altoatesino, che ad oggi continua a guidare la sgradita classifica per i prezzi al dettaglio più alti. Lo scorso giugno i prezzi di Bolzano hanno superato il record di maggio, volando a +9,7% e confermando il capoluogo come la città più cara d'Italia.
Mentre cresce la propensione al risparmio, durante le fasi di acquisto di prodotti agroalimentari passano al contempo in secondo piano altre importanti condizioni che potrebbero indirizzare i consumi della popolazione. Secondo la ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua, realizzata in collaborazione con Slow Food, solo un abitante di Bolzano su sei (17%) considererebbe "molto importante" la trasparenza sulle modalità di produzione, allevamento e coltivazione nel decidere sui prodotti che starebbe acquistando, indicazioni del resto difficilmente indicate sulle confezioni e le etichette degli alimenti. Solamente il 22% valuterebbe una discriminante il livello di tutela delle condizioni di lavoro e il rispetto dei diritti sindacali delle persone impiegate all’interno delle diverse filiere.
Tale approccio, secondo la ricerca, si traduce con un basso interesse dei bolzanini nell’acquistare prodotti del territorio (22%) e preferire le compere al supermercato (74%) anziché guardare ai mercati di zona (33%) e alle botteghe di quartiere (15%).
Più alta è invece l’attenzione alla stagionalità dei prodotti (31%), in un contesto in cui la quasi totalità degli intervistati (94%) dichiara di preferire i cibi freschi a quelli precotti, pronti o surgelati.
Da migliorare sono anche le stesse abitudini alimentari. Solamente il 33% dichiara di consumare frutta una volta al giorno. Una percentuale analoga al consumo giornaliero di verdura, pari al 35%. Il 37% dei bolzanini consuma pasta e riso una volta al giorno. Il 41% assume legumi due o tre volte a settimana, una percentuale maggiore rispetto ai cereali (30%). Abbondante è inoltre il consumo di proteine animali: il pesce finisce nel piatto del 30% una volta a settimana, meno della carne rossa (39%), mentre circa la metà (48%) dichiara di mangiare carne bianca due o tre volte a settimana.