Politica | Dal blog di Paolo Bill Valente

Toponimi in una terra trilingue

In una terra trilingue ogni gruppo linguistico deve poter decidere in autonomia sui propri usi linguistici. Stato e Provincia devono farsene garanti, anziché parteggiare per l’uno o per l’altro.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: @ Oswald Stimpfl

Toponimi? Il problema di fondo, che molti non percepiscono chiaramente, non è quanti, quali, bilingui, monolingui...

Il problema di fondo è la salvaguardia del principio secondo il quale un gruppo linguistico non può decidere sugli usi (linguistici) di un altro gruppo linguistico (minoritario). È un principio che si pone a fondamento di una convivenza autentica e non solo di facciata.

In pratica: in Alto Adige solo “i tedeschi” devono avere la facoltà di decidere quali sono i “nomi tedeschi” da usare. Così pure “gli italiani” e i ladini.

Secondo problema. La toponomastica non è materia di trattative e compromessi, men che meno tra Stato e Provincia. Ciò che ne emerge infatti è un’immagine distorta e pericolosa per l’autonomia, ovvero che la “Provincia tedesca” difende le “ragioni tedesche” e lo “Stato italiano” le “ragioni italiane”.

Non è così, non può essere così e non deve neppure apparire così.

Provincia e Stato sono al servizio del bene comune di tutta la popolazione (con particolare attenzione ai gruppi minoritari).

 

Sulla toponomastica leggi anche:
"Falso problema?"
"La toponomastica e l'importanza del buon senso";
"Noi siamo bilingui";
"Toponimi, le regole da rispettare";
"Toponomastica: lettera aperta al ministro".