La lingua è solo la punta dell'iceberg di una cultura.
Che la conoscenza delle lingue sia la premessa minima indispensabile per l’integrazione in una comunità territoriale, lo sappiamo bene noi altoatesini. È una nostra sfida quotidiana. Quindi non si può che essere d’accordo col Presidente Sergio Mattarella quando sollecita lo Stato ad offrire corsi di lingua italiana agli immigrati. La strada è giusta, anche se in forte salita: viene richiesto uno sforzo straordinario agli insegnanti così come una forte disponibilità di mezzi e strutture. La lingua è tanto, ma non é tutto, lo abbiamo imparato a nostre spese in Alto Adige. Dopo la lingua viene la necessità di far incontrare tra loro culture diverse ed favorirne l’integrazione. Questa è la parte più difficile e non sempre desiderata dai più. Tanto è forte in Sudtirolo l’impegno nella formazione linguistica, tanto poche sono le relazioni costruite tra le culture. La lingua è indispensabile, ma non sufficiente. www.albertostenico.it
Finalmente qualcuno che s
Finalmente qualcuno che s'accorge che l'aspetto linguistico è assolutamente sopravvalutato! L'unica cosa che non mi piace di quanto scrivi è questo paragono fra la situazione degli immigrati e la situazione in Alto Adige dove nessuna della parti può/deve essere considerata come immigrata.
In risposta a Finalmente qualcuno che s di Sergio Sette
Ob die jeweiligen
Ob die jeweiligen Volksgruppen gut integriert sind, ist schwer zu beantworten. Sicherlich sind viele deutsche Südtiroler als Personen/Familien gut integriert; viele Ladiner vielleicht noch besser. Geringer ist sicher die Anzahl der Italiener, die in der zwei- und mehrsprachigen Autonomen Provinz Bozen - Südtirol gut integriert sind.
Quando diciamo "dobbiamo
Quando diciamo "dobbiamo favorire l'incontro tra le culture" in genere non ci viene in mente niente. La formula è una sorta di evocazione nirvanica.