Politica | Razzismo

La Süd-Tiroler Freiheit come Forza Nuova

La donna bianca aggredita dall’uomo nero. Se la propaganda del Ventennio fa breccia anche nella destra tedesca. L’ultima trovata (razzista) dei secessionisti sudtirolesi.
Wahlplakat Südtiroler Freiheit
Foto: SALTO
  • Non è il primo manifesto della Süd-Tiroler Freiheit, il partito di estrema destra tedesco in corsa per le prossime provinciali, a scatenare (volutamente) forti polemiche. Eppure questa volta sembra essere stato superato il limite della provocazione accettabile all’interno della competizione elettorale.

    In questi giorni sono stati affissi numerosi manifesti raffiguranti un uomo con la pelle scura che impugna un coltello. Sullo sfondo una donna bianca, raggomitolata su se stessa, intenta a difendersi.

    Per quanto l’immaginario evocato non lasci spazio all’immaginazione, il manifesto è stato correlato dalla scritta: “Espellere gli stranieri criminali”.

    Il Partito ha rivendicato, attraverso il capolista e consigliere provinciale Sven Knoll, la paternità dell’iniziativa, sostenendo che ogni settimana in Alto Adige si verificano omicidi, stupri e aggressioni quasi sempre imputabili agli stranieri i quali, secondo il partito secessionista, dovrebbero essere deportati.

  • (c) Südtiroler Freiheit

  • Il tema della violenza di genere viene continuamente invocato per giustificare politiche repressive a danno delle persone migranti.

    A livello nazionale, avevano fatto scalpore nel 2017 le stampe diffuse dal partito neofascista Forza Nuova, sulla scia di un manifesto utilizzato dalla Repubblica di Salò nel 1944, che mostravano una donna bianca aggredita da un uomo con la pelle scura, analogamente al manifesto della  Süd-Tiroler Freiheit, corredato della scritta “Difendila dai nuovi invasori”.

  • Razzismi a confronto: e la propaganda del Ventennio fa breccia anche nella destra tedesca. Foto: SALTO
  • In una recente dichiarazione rilasciata a margine di un incontro con Commissario all'emergenza migranti, Valerio Valenti, lo stesso presidente Arno Kompatscher sosteneva che “le donne non si sentono più sicure a girare per strada”.

    Eppure i dati parlano chiaro. Il rapporto Astat pubblicato i giorni scorsi sottolinea che nel 90% dei casi registrati in Alto Adige, la violenza è avvenuta in ambito familiare e affettivo. Nella quasi totalità dei casi (80%) l’autore della violenza e la vittima sono della stessa nazionalità.

  • Posizioni strumentali

    L’annuncio della costruzione in Provincia di Bolzano di un Centro di permanenza per il rimpatrio, la struttura per la detenzione amministrativa (quindi senza reato) per persone straniere impossibilitate a regolarizzare la propria posizione sul territorio italiano, si è accompagnato nel corso delle ultime settimane di un dibattito strumentalizzato, spesso inquinato da affermazioni non veritiere, e troppo incline ad elevare i Cpr a soluzione per la prevenzione dei reati commessi sul territorio, alludendo dunque – più o meno velatamente – che alle persone straniere indicate come presunte responsabili di illeciti non dovrebbe spettare alcun processo equo e, ovviamente, alcuna presunzione di innocenza, tutti elementi fondamentali garantiti dallo stato di diritto.

    Raramente, se non da parte di alcune associazioni e collettivi di attivisti, è stata sollevata la questione delle gravi violazioni dei diritti che vengono perpetrati all’interno delle mura dei Cpr aperti in tutta Italia: abusi di psicofarmaci, mancata assistenza legale, negligenze mediche e abusi polizieschi sono stati al centro di diverse inchieste giornalistiche e rapporti ufficiali (compresi quelli stilati dal Garante nazionale dei detenuti).

    I Cpr, va ribadito, non vengono utilizzati per la detenzione di soggetti sottoposti a custodie cautelari ma per il trattenimento di persone che a causa di leggi sempre più restrittive incontrano difficoltà nel rinnovare il proprio permesso di soggiorno, anche quando in Italia da molti anni. Con gli ultimi decreti del Governo Meloni, che hanno smantellato ulteriormente il sistema di accoglienza, portandolo gravemente sotto pressione, è stato previsto che per alcune categorie di richiedenti asilo anziché essere accolti venga disposto il trattenimento nei Cpr, impedendo ogni forma di contatto con il mondo esterno e compromettendo la possibilità di ricevere sufficiente assistenza legale. 

  • Le reazioni

    Le reazioni per i manifesti razzisti della Süd-Tiroler Freiheit non hanno tardato ad arrivare. “Tra i tanti modi in cui si poteva affrontare il tema dell’immigrazione, il peggiore è quello scelto dal gruppo Südtiroler Freiheit che, nel suo manifesto, ostenta, con immagini e parole, una violenza purtroppo non nuova – scrive La Sinistra Die Linke –  Il sito internet del suddetto gruppo politico rivendica la scelta del manifesto come atto di sensibilizzazione contro i CPR. E qui l’incoerenza emerge in modo grossolano. Evidentemente la paura ha completamente offuscato la capacità di giudizio degli esponenti di Südtiroler Freiheit. Definire criminale, chi criminale non è, configura numerose fattispecie di reato”.

    “Non si tratta di una libera espressione politica e di opinione ma di un accostamento intenzionale della figura dello straniero e della criminalità. L’immagine dell’uomo di colore che impugna un coltello e della persona impaurita alle sue spalle, di carnagione bianca, è la rappresentazione più bieca della più squallida e retriva propaganda degna dei gruppi suprematisti”, è quanto afferma Carlo Bettio, segretario provinciale del Partito Democratico, che invita “tutte le forze politiche, sociali e della cultura assumano una posizione ferma si dissocino da simili rappresentazioni e messaggi”.

    “Quando sei ad un passo dallo scomparire dalla realtà politica locale, dopo che hai strumentalizzato l’autodeterminazione del SudTirol, l’odio verso gli italiani e verso gli stranieri, ti giochi il tutto per tutto” ha sottolineato il candidato pentastellato Davide Barbierinon credevo che fossero disposti a spingersi così oltre, ma devono essere terrorizzati dal risultato che potrebbe ottenere il partito degli Schutzen, che gli porterà via migliaia di voti nella popolazione di estrema destra tedesca”.

    Non sono affatto l'opinione di una lista elettorale, ma incitano all'odio, all'intolleranza e alla discriminazione

    Presa netta di posizione anche da parte delle associazioni: 

    L’Anpi ha dichiarato che presenterà una denuncia alla magistratura: “Gli odiosi manifesti xenofobi devono essere subito rimossi dal Commissario del Governo. Non sono affatto l'opinione di una lista elettorale, ma incitano all'odio, all'intolleranza e alla discriminazione contro qualsiasi persona straniera, violando dichiaratamente i principi della Costituzione e diverse leggi della Repubblica”, scrive l'Associazione Partiginai in una nota.

    Per Bozen Solidale, il manifesto elettorale della Südtiroler Freiheit rappresenta “il livello di una campagna elettorale sempre più xenofoba e razzista” e rilancia la manifestazione nazionale “NO CPR in Trentino Alto Adige e altrove” del 14 ottobre alle ore 15.00, di fronte alla Stazione dei Treni.

    È una campagna elettorale in cui il tema principale diventa la costruzione di un CPR , un centro di detenzione dove vengono calpestati i diritti minimi

    “Dalla destra italiana a quella tedesca è in corso una vera e propria campagna d'odio verso le persone migranti e in generale chi vive in una condizione di marginalità – afferma l’associazione –  non c'è argine alla follia e, nel totale disprezzo della dignità umana, si mettono alla berlina persone senza fissa dimora che diventano così il capro espiatorio di una società dove si è perso il senso del limite. E la donna, spesso presente nei manifesti, è utilizzata nella modalità patriarcale e misogina: difendiamo la "nostra donna". Nascondendo il fatto che più del 90% delle violenze avvengono all'interno del nucleo famigliare. È una campagna elettorale in cui il tema principale diventa la costruzione di un CPR , un centro di detenzione dove vengono calpestati i diritti minimi; come raccattare voti sulla pelle di persone che attraversano la Libia, il Mediterraneo, la Rotta Balcanica”.