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Swisscoin, dopo il Bitcoin prosegue l'utopia delle criptovalute

Dal 10 settembre parte l'avventura dello Swisscoin, criptovaluta "figlia" del Bitcoin. Criptomonete che suscitano sempre più interesse anche da parte delle banche.

Con le criptovalute chi arriva prima ci guadagna. È stato così con il Bitcoin e potrebbe essere così anche per lo Swisscoin. Durante l’intervista con Luca Zatelli, 51 anni di Trento, che fa parte del gruppo “fondatori” dello Swisscoin ho cercato di ripescare nei ricordi nebulosi di politica monetaria durante gli studi universitari. Riaffiorano la fine della convertibilità oro-moneta, quindi del sistema di Bretton Woods, ma probabilmente per capire meglio la visione macro di quello che succede bisognerebbe restare qualche mese e carpire i grandi movimenti nella Eurotower di Francoforte.

Sta di fatto che in ogni caso le criptovalute non sono più un qualcosa di esoterico o per nerd, tanto che Luca mi invia degli articoli via Whatsapp sui quali si spiega come Ubs, Deutsche Bank, Santander e Bank of New York Mellon stiano studiando una nuova forma di valuta digitale, “copiando” quindi in un certo senso il bitcoin.

Zatelli viene dal network marketing: prima assicurazioni, poi Herbalife, quindi Kyani. E adesso la sfida dello Swisscoin. «Si tratta di un’evoluzione del bitcoin, partito 8 anni fa da zero e che è passato da 8 centesimi di dollaro a coin di valore agli attuali 487 dollari».

Questo articolo non vuole essere un incentivo all’investimento in prodotti finanziari, si dovrebbe scrivere per rispettare le indicazioni del giornalismo economico, anche perché forse da nessuna parte come nella finanza contano le asimmetrie informative.

«Il bitcoin è “vecchio” - spiega Zatelli – ed è arrivato ad un limite di valore, attorno ai 500 dollari a coin». Il valore è calato anche in seguito ad un furto per un controvalore di 65 milioni di dollari.

Tornando allo Swisscoin, siamo ancora in fase di prelancio e le compravendite vere e proprie partiranno dal 10 settembre. «In questa fase sto cercando di far capire ai negozianti la comodità della criptomoneta. Ad esempio per gli albergatori il pagamento sarebbe diretto, non rimarrebbero scoperti per 4 settimane come avviene per i pagamenti con carta di credito».

Zatelli non si sta muovendo con operatori regionali, ma soprattutto online in Turchia, Brasile, Australia, Svizzera, Spagna.

«Delle 5 criptovalute riconosciute, l’unica con una sede fisica è Swisscoin». Sul sito www.swisscoin.eu si legge Ruessenstrasse 12, 6340 Baar (Cantone Zugo).

Nella fase di pre-lancio Swisscoin acquisisce moneta reale creando un fondo. Il singolo individuo può decidere di versare del proprio risparmio a scopi di investimento, di network marketing o un mix delle due attività.

«L’investimento può essere anche di breve periodo ed il conteggio degli interessi avviene su base giornaliera. Siamo partiti – spiega Zatelli – con il valore di 3 centesimi di euro per ogni singolo token, oggi il valore è salito a 10 centesimi».

La criptovaluta quindi assume sempre più il ruolo di “bene rifugio”, tradizionalmente occupato da oro, opere d’arte, investimenti immobiliari. «Anche perché oggi – aggiunge Zatelli – la deflazione in atto fa perdere valore anche ai depositi su conto corrente».

Transazioni quindi non più in maniera reale, ma attraverso degli script interscambiando piccoli pacchetti. L’utopia delle criptovalute senza intermediazione bancaria con l’obiettivo di una ricchezza condivisa e diffusa avrà un futuro o torneranno le disuguaglianze del mondo della finanza?

«We have chosen our company headquarters in Canton Zug, - si legge sul sito Swisscoin - the digital financial center of the new Crypto Valley in Switzerland. We are surrounded by Fintech thought leaders as BitCoin, Ethereum, Monetas, Block Chain Source, Swiss mining and many other innovative companies in the field of crypto currencies. Here the future standards in cryptography and the algorithms for crypto currencies are placed».