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“Abbracciamo gli alberi. Ecco perché”

New age? Marco Nieri dice di no. Il guru della bioenergia sul “giardino del benessere” a Bolzano e il forest bathing in Trentino. “La natura, antidoto al tecnostress”.
Marco Nieri
Foto: Marco Nieri

Secondo i programmi l’area dovrebbe essere pronta per settembre. La passeggiata Lungo Isarco a Bolzano, nel tratto fra ponte Roma e via Bassano e nell’adiacente zona golenale, è interessata dal progetto della Giardineria comunale per lo studio e la valorizzazione del potenziale curativo delle piante. L’iniziativa si fonda sulla convinzione che il senso di benessere provato da molti sostando in prossimità di zone alberate o verdi in genere sia molto più di una percezione, un fatto scientificamente provato. Gli effetti benefici attribuiti al verde - riduzione dell’ansia, miglioramento di funzioni cognitive, memoria e attenzione - vengono ricondotti secondo quest’ottica alle deboli frequenze elettromagnetiche emesse dagli alberi, capaci di creare una risonanza con il corpo umano. Le piante sarebbero inoltre in grado di amplificare i campi elettromagnetici naturali presenti sul globo terrestre, la cosiddetta biosfera, permettendo di ricavare porzioni ampie anche decine di metri in cui è misurabile l’influsso bioenergetico del singolo arbusto.

È questo l’assunto alla base del progetto per cui la Giardineria si avvale della collaborazione di Marco Nieri. “Bioricercatore”, pioniere dell’ecodesign in Italia e a livello internazionale, il 73enne di Bologna è il guru della connessione tra natura e pratiche di benessere. Armonia naturale, giardini bioenergetici, terapia del verde, forest bathing (il bagno di natura, per il quale sta completando un percorso a Fai della Paganella, in Trentino) sono concetti su cui rivendica un’esperienza e una formazione pluridecennale. Per Nieri nulla è frutto dell’improvvisazione, anche se quello che promuove può venire associato a pratiche “newageriane”, come racconta a salto.bz.

salto.bz: Nieri, qual è il suo percorso di formazione che l’ha portata a Bolzano e in Trentino?

Marco Nieri: Quello di cui mi occupo in realtà è l’applicazione di una visione ecologica e biologica per quanto riguarda il nostro rapporto con la natura. Ciò che sto portando avanti a Bolzano è un’evoluzione dello studio compiuto negli ultimi 25 anni. Un percorso che mi ha permesso di approfondire la relazione con le piante, con gli alberi in particolare, basandomi su conoscenze e acquisizioni nel campo del bio-elettromagnetismo. Lavorando poi sugli effetti della biosfera sulla salute, dal punto di vista elettromagnetico, ho sviluppato ricerche per quanto riguarda l’influenza dei campi elettromagnetici emessi dalle piante sul nostro organismo, in particolare sui nostri organi. Circa 20 anni fa ho potuto creare una tecnica che si chiama bioenergetic landscape, per studiare come misurare i campi elettromagnetici emessi dagli alberi, e i loro effetti benefici. E anche per capire come collocare le piante, come realizzare spazi e giardini nei quali le piante potessero avere questi effetti positivi che si possono diffondere fino a decine di metri di distanza.

A Bolzano porto avanti il mio studio lungo 25 anni, sugli effetti positivi della biosfera sulla salute e l’elettromagnetismo delle piante

 

 

Ha una formazione scientifica per approfondire questa pratica?

Ho una formazione basata su corsi, seminari in molte parti d’Europa, ma non ho una struttura di tipo universitario, nonostante io abbia in parte frequentato tre facoltà differenti. La mia idea è sempre stata quella di ricercare i saperi laddove si stavano sviluppando, laddove si approfondivano le materie emergenti di cui non si parlava ancora nelle università o negli altri centri di ricerca. Negli anni Novanta mi sono avvicinato in Belgio, ad Anversa, a Walter Kunnen, pioniere dell’approccio energetico in biologia e medicina, che nel 1960 ha fondato Archibo Biologica, centro di ricerca sulla biosfera e l’elettromagnetismo naturale. Con lui ho collaborato per oltre 15 anni. Grazie al suo aiuto ho potuto approcciare ricerche molto particolari, conoscenze che non riuscivo a trovare da nessun’altra parte. Ho scoperto che era possibile misurare l’influenza della biosfera sulla salute. Abbiamo lavorato assieme in quegli anni e io da lui ho imparato moltissimo. Con quelle sue conoscenze sono riuscito a sviluppare la mia tecnica attuale. 

Non ho una formazione universitaria. Sono andato a cercare nuovi saperi laddove si stavano sviluppando

Poi ha sviluppato l’attività legata all’ecodesign.

Ho lavorato molti anni come esperto di ecodesign e di materiali ecologici. A mio avviso non bastano la sostenibilità e la biocompatibilità, bisogna mettere insieme gli aspetti di rispetto ambientale, di visione lungimirante sul futuro del pianeta con altri più importanti legati al bisogno di vivere in ambienti salubri e protetti. Io ho realizzato interni, prima con consulenze per gli architetti, poi ho cominciato a realizzare i primi giardini terapeutici basati su queste mie conoscenze, creando giardini per esempio per i malati di Alzheimer, per gli ospiti di case di riposo, e strutture sanitarie. Spazi che potessero portare non solo piacere agli utenti ma che donassero anche effetti benefici a chi vi soggiornava.

Si sente uno dei massimi esperti del settore? 

Posso dire che l’argomento l’ho creato io, sostanzialmente. Questa tecnica è stata creata da me sulle base delle mie conoscenze. Ed è quello che insegno nei miei corsi e attività di formazione.

Mi tacciano di pseudoscienza? Lo capisco, ma non è vero: verifiche sperimentali provano ciò che dico

Ciò di cui parla sembra non avere un fondamento sperimentale acclarato. È mai stato tacciato di avere un approccio pseudoscientifico? 

Questa è una critica molto comune, la capisco. Nel corso della mia attività mi sono prodigato per fare in modo che le mie acquisizioni fossero supportate da verifiche diagnostiche. Ho coinvolto diversi professionisti, medici e tecnici, con il supporto di apparecchiature di misurazione. Non si tratta dei consueti elettrocardiogramma o elettroencefalogramma, ma strumenti avanzati in grado di misurare in modo sottile le radiazioni elettromagnetiche dell’organismo umano e dell’ambiente. Il fondamento quindi esiste, anche se capisco che a molto possa non sembrare così.

 

 

Quali sono i suoi progetti più importanti?

Pur risiedendo a Dozza, uno dei borghi più belli d’Italia, lavoro anche all’estero. Sono appena stato a Londra per un giardino bioenergetico, e in Svizzera per un grosso lavoro in ambito forestale. L’altra caratteristica sommata a questa mia attività è infatti studiare percorsi forestali idonei per la pratica del forest bathing, il bagno di foresta letteralmente, di cui si parla tantissimo e spesso a sproposito. Il primo percorso l’ho progettato con un mio collega agronomo nell’oasi Zegna, in provincia di Biella in Piemonte. Un altro sentiero è in via di completamento a Fai della Paganella, in Trentino. È praticamente concluso, mancano alcune installazioni e credo che sarà questione di poco, qualche mese o addirittura settimane. Recentemente sempre a Fai ho tenuto un workshop con guide escursionistiche e albergatori, sul potere terapeutico della natura. Ho condotto un’immersione, si chiama così, di forest bathing. Significa condurre i gruppi in un’esperienza sensoriale di riconnessione con la natura. Porta benefici sia a livello di sistema immunitario, che a livello di stress, per la regolazione del battito cardiaco, gli ormoni, i livelli di cortisolo e adrenalina. In generale dona una percezione di alleggerimento. Queste sono attività che svolgiamo in combinazione con il bioenergetic landscape, le positività che citavo prima a livello elettromagnetico. Tra l’altro l’effetto benefico possiamo ottenerlo abbracciando gli alberi, una pratica che può sembrare newageriana.

E non é, abbracciare alberi, una pratica tipicamente new age?

Di fatto è supportata da tantissime verifiche sperimentali, ma è anche una pratica che tutte le culture antiche, più legate ai riti di natura, hanno adottato. In diverse culture in Sudamerica e centro Africa la adottano ancora come gesto rivitalizzante.

Abbracciare gli alberi sembra new age, ma non lo è: è una pratica diffusa in tante culture antiche

A Bolzano di cosa si è occupato in particolare?

Ho curato il rilievo del verde e la planimetria. Nella parte di passeggiata, che verrà strutturata con delle panchine, con colori diversi e il nome della parte del corpo umano beneficiata dalla sosta in quella particolare posizione, ho identificato la presenza di una quindicina di alberi in posizioni tali da poter diffondere i loro benefici a 15 metri di distanza, in certe direzioni. Sono come dei lobi, vengono attraversati da certi campi elettromagnetici naturali che si dispongono periodicamente sulla nostra superficie terreste. Sono stati studiati da Kunnen e negli anni Cinquanta da un gruppo di biologi tra Germania, Austria, Belgio. Poi ho esaminato la parte golenale, dove verrà creata una sorta di area per la meditazione, l’attività di gruppo legate a questo tipo di riflessione interiore. Una zona circolare in cui le persone potranno sostare sotto l’influenza degli alberi che convogliano in quella direzione i loro campi elettromagnetici.

Lungo l’Isarco ci saranno panchine colorate, sostando si avrà un beneficio ad un organo diverso del proprio corpo. E nell’area golenale ci sarà spazio per la meditazione

 

 

Quando sarà pronta l’area?

Le rilevazioni sono in gran parte terminate, il resto verrà svolto al più presto. Il Comune si era posto settembre come mese entro cui terminare il lavoro. Come dicevo, a lavori ultimati avremo la panchina del fegato e delle mucose, quella della tiroide, ciascuno potrà scegliere in base sia agli organi da beneficiare sia per la gradevolezza del paesaggio. In generale sarà un luogo molto bello, a disposizione di tutti. Bambini, genitori, adulti e anziani potranno sostare o giocare in un luogo dotato della capacità di portare beneficio al corpo, piuttosto che no. Questa differenza a mio avviso è importante.

Oggi abbiamo più bisogno di natura, antidoto al nostro malessere. Il tecnostress e l’iperconnessione ci allontanano dalle nostre radici, lì dobbiamo tornare

Da dove nasce questo bisogno quasi spirituale di ritrovare il contatto con la natura, un equilibrio perduto con se stessi e il mondo?

Tre anni fa con un collega, Marco Mencagli, ho scritto il libro La terapia segreta degli alberi che ha avuto un’eco internazionale, con traduzioni in francese, polacco, coreano e via dicendo. C’è un discorso legato al perché oggi abbiamo più bisogno di natura, un tema che tocca le ragioni del nostro malessere. Se parliamo di cause del disagio, dobbiamo pensare allo stile di vita stressogeno, all’iperconnessione tecnologica crescente e pervasiva. Fattori che ci portano lontano dalla natura di cui siamo figli, dalle nostre radici e matrici. Dunque, abbiamo necessità di riavvicinarci ad essa, è l’unico rimedio al tecno-stress. Ecco perché, se vogliamo risolvere questo problema, dobbiamo ritrovare spazi verdi, di benessere, di consapevolezza.

 

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rotaderga Dom, 08/02/2020 - 12:36

In risposta a di Dietmar Holzner

Der Mensch glaubt sich und seine Umgebung genau zu kennen.
Dem ist nicht so. Es gibt die Welt der Tiere und Pflanzen ,- Insekten, -Pilze, Viren, Bakterien die uns in vielen Belangen überlegen scheinen.
Warum spüren Kinder vor der Pubertät die Wasseradern und Verwerfungen aus dem Boden?
Warum und wie kommunizieren Tierwelt und Pflanzen auch über mehrere Kilometer miteinander?
Nun nicht alles kann belächelt und als Unfug oder Hokuspokus abgegolten werden. Es gibt viele Scharlatane, -ich kenne keine ausgeprägten Merkmale diese auszumachen.
Wir glauben an die menschliche Wissenschaft aber die Natur hat eigene Abläufe.

Dom, 08/02/2020 - 12:36 Collegamento permanente
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Elisabeth Garber Dom, 08/02/2020 - 16:21

In risposta a di rotaderga

Da bin ich (@Rotaderga) derselben Meinung - die Natur lässt sich, von Bruchstücken abgesehen, weder wissenschaftlich noch religiös oder künstlerisch erfassen. Es gibt keine wissenschaftlich haltbare Erklärungen, warum ein längerer Spaziergang (durch den Wald z.B.) eine selige Nachwirkung hat. Es ist aber definitiv so.

Dom, 08/02/2020 - 16:21 Collegamento permanente