Società | Sanità in affanno

112 infermieri? Troppo pochi!

Inutile esultare con titoli di giornali. La situazione del personale in sanità è critica; devono migliorare le condizioni di lavoro del personale presente per evitare la grande fuga dalla sanità pubblica.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
  • + 15% di immatricolazioni alla Claudiana? Sono sempre troppo pochi!

    L'articolo dell'Alto Adige del 24.09 riporta con immotivato entusiasmo la seguente narrativa: aumento di immatricolazioni  in Claudiana, 112 i nuovi iscritti! In realtà l'aumento è esiguo; si parla del 15% in più rispetto allo scorso anno. Prima di parlare di una controtendenza e  addirittura dare il plauso di ciò all'imminente avvio della nuova Medical Surgery University mi sembra giusto riconoscere che questa felice reazione sia alquanto esagerata. Per prima cosa, 112 studenti non rappresenta un aumento significativo se si pensa agli anni in cui gli studenti  immatricolati arrivavano anche a 160. Stimando che  annualmente vi è un fisiologico calo del 10-15% dovuto ad abbandoni o a cambi di indirizzo e quant'altro, da 112 quindi potremmo arrivare anche 80/90 (anno 2027) studenti a termine della triennale (restando positivi). Calcoliamo che abbiamo sette strutture sanitarie regionali, tenendo in conto che i neolaureati spesso e volentieri vogliono fare nuove esperienze all'estero dove trovano condizioni nettamente migliori, ne rimarranno ben pochi nei vari comprensori. Ricordiamo che, secondo una statistica riguardante la provincia di Trento ma che non necessariamente è insignificante per la provincia di Bolzano, nei prossimi anni ci sarà una vera e propria ondata di pensionamenti, la cosiddetta gobba pensionistica. Consideriamo che circa il 44,5% degli infermieri iscritti all'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Trento hanno un età fra i 46 e i 60 anni. La previsione è che nei prossimi 10 anni circa 1.300 infermieri andranno in pensione, con una media di 130 all'anno, a cui si aggiungono le uscite in progressivo e in significativo aumento per dimissioni volontarie dal sistema sanitario preferendo la libera professione, il privato e l'estero. Quindi prima di debuttare con titoloni e parlare di controtendenza credo che vada analizzato il problema in maniera più minuziosa e accurata. Mi preme ancora rivolgere un pensiero rispetto alla realizzazione del Campus universitario, che a dispetto di quanto viene riportato in uno dei tanti elogianti articoli, ancora non c'è...! Si parla di un ancora fantomatico studentato composto da ben 200 posti letto, la mensa interna da 100 posti, (bar e garage seminterrato sono già presenti), addirittura  una lavanderia. Direi solo: evviva, era ora! Il Polo Universitario delle Professioni Sanitarie Claudiana è arrivato oramai al suo ventinovesimo anno di vita e solo grazie alla new entry  dell' Università di Medicina si è finalmente attivato tutto ciò e magicamente arriva tutto quel che noi professionisti sanitari non medici abbiamo sempre e solo sognato. Vabbè, per noi erano sufficienti un paio di forni a microonde e la lontana Mensa ospedaliera, oppure il baracchino davanti alla fermata del Bus, così come il vecchio convitto (da ristrutturare) in Via della Torre 18. Bene così, ricordo a tutti e in particolare all’ Assessore alla Sanità, che una  Sanità ben funzionante  è composta da Team, da lavoro interdisciplinare, da collaborazione e non vi devono essere delle differenze né vecchie gerarchie affinché ognuno svolga il proprio ruolo in maniera ben definita e professionale. La Sanità vive anche grazie a noi, a "quelli" delle  professioni sanitarie non mediche che rappresentano figure chiave e fondamentali nell’ambiente, seppur con una magra considerazione e poco riconoscimento.

     

    Katia Trevisani, infermiera - TeamK

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Markus Zwerger Dom, 09/29/2024 - 11:29

Complimenti per l'articolo! Vorrei anche sottolineare quanto segue: Quanti dei nuovi iscritti hanno scelto il Corso di laurea perché l'anno scorso è stato fortemente pubblicizzato che si potevano guadagnare 20.000 euro nei tre anni di studio? Quanti, forse più attratti da questa promessa che dall'effettiva professione, completeranno effettivamente il programma? Sarebbe più opportuno esaminare le cifre effettive dei laureati.

Dom, 09/29/2024 - 11:29 Collegamento permanente