"Ordinanze? Meglio gli streetworker"
Bottiglie e sgabelli che volavano, urla, parapiglia, pugni., bicchieri rotti sulla testa e minacce pesantissime: “TI do fuoco al locale”. “Ti violento tua madre”. “TI taglio la gola”. Una mezz’ora da far west in tutti i sensi (una pattuglia è arrivata dopo oltre venti minuti) quella tra sabato e domenica in piazza delle Erbe. Verso le 1 un gruppo di 8 ragazzi e ragazzini (pare almeno un paio di minorenni) di nazionalità albanese totalmente ubriachi si è azzuffato nei pressi di un locale nella parte centrale di Piazza delle Erbe e poi si è messo ad inseguire un ragazzo diretto verso nord, verso via Francescani. Arrivati all’altezza del Nadamas hanno iniziato a lanciare bicchieri e bottiglie rischiando di colpire anche gli avventori del locale da poco chiuso che erano fermi all’esterno. Tre dipendenti del bar ristorante (e fra questi una barista) intervenuti per sedare gli animi sono stati colpiti con pugni e bottigliate.
Sentendo gli esercenti della piazza la situazione generale non è delle migliori, tanto che almeno in un caso hanno deciso di tenere chiuso il sabato pomeriggio e la sera e altri stanno facendo la stessa valutazione. In particolare i gruppi di giovani e giovanissimi ubriachi si fermano fino a tarda notte nella zona della fontana del Nettuno e verso la parte “bassa della piazza”.
“Ho sentito il prefetto, mercoledì sarà convocato il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica”, annuncia Il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, che mette le mani in avanti rispetto alla linea che terrà il Comune dopo i fatti di piazza delle Erbe. “Sarà la magistratura a chiarire se le responsabilità sono di natura amministrativa o penale”, ma il primo cittadino non ha dubbi sul fatto che i responsabili (“molto alterati”) siano “tranquillamente riconoscibili” (pare siano stati tutti identificati, ieri pomeriggio si sono svolti dei riconoscimenti, e sono in arrivo dei Daspo urbani). E intanto il primo cittadino non esclude la reintroduzione dell’ordinanza sindacale “anti-movida”, lasciando intendere ci sia una correlazione causa-effetto tra il consumo di alcolici e le azioni violente: “Sembrava non servisse più, ma potrebbe essere necessario firmare una nuova ordinanza con le stesse modalità delle precedenti”, fa sapere Caramaschi.
Il provvedimento in vigore l’estate scorsa ordinava “di non produrre in determinate zone con strumenti sonori e musicali, radio o altri dispositivi elettronici e con impianti di amplificazione audio, musica, canti, o altre emissioni sonore ad alto volume e di particolare intensità, che disturbano la pubblica quiete” e disponeva “dalle ore 00:00 e fino alle ore 5 il divieto di introdurre, depositare al suolo, detenere, trasportare, cedere o ricevere a qualsiasi titolo bottiglie e contenitori di vetro, lattine, bottiglie in plastica chiuse con tappo di qualsiasi tipologia nonché di consumare bevande di qualsiasi tipo al di fuori dei plateatici degli esercizi pubblici ovvero dopo l’orario di chiusura di questi ultimi”.
Mentre Fratelli d’Italia parla di escalation di violenza e chiede alla Provincia di intervenire, il gruppo consiliare bolzanino della Lega chiede al sindaco di "attivare il Daspo urbano Willy (quello anti-risse che prende il nome da Willy Monteiro Duarte, il 21enne pestato a morte nella notte tra il 5 e il 6 settembre a Colleferro) tramite specifica richiesta del sindaco al questore, allo scopo di vietare l'entrata nei locali pubblici della città alle persone responsabili degli atti di violenza".
Verena Trenner, da sempre anima del Nadamas, scuote la testa sconsolata. Tre suoi dipendenti sono rimasti coinvolti nella rissa mentre cercavano di riportare la calma. “Una cosa così non si è mai vista ed era da molto tempo che non avvenivano fatti gravi. Difficile dire che cosa si possa fare. I dipendenti si sono molto spaventati, dopo un fatto del genere ti chiedi se non fare come altri e chiudere dal sabato pomeriggio. Ma per noi il sabato è una giornata importante, il locale era pieno fino alla chiusura. Rinunciare non è una scelta facile”. Tra gli esercenti c’è scetticismo rispetto alle ordinanze. Secondo Trenner “in tutti questi anni ci sono stati altri momenti in cui si è reso necessario pensare a delle contromisure. Una decina di anni fa ci fu un problema con gruppi di ragazzini e ci fu un progetto che coinvolse anche degli operatori di strada che parlavano con i ragazzi. Erano molto bravi ed il progetto ha davvero funzionato bene. Abbiamo anche provato con i vigilantes ma secondo me quel tipo di progetto con una valenza sociale sarebbe molto più adatto”.