Cronaca | Il caso

“Sono sconvolto”

Nella giornata della sentenza nel processo d’appello sull'uso disinvolto dei fondi riservati, Luis Durnwalder è tornato a ribadire con forza la sua innocenza.
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Foto: web

L’ex presidente della Giunta Provinciale dal banco degli imputati è tornato ad esprimere la sua costernazione. “In questi 40 anni ho lavorato con gioia per il bene della comunità rispettando le leggi ed ho sempre agito in buona fede”, ha detto Durnwalder. Ripetendo quanto da lui sempre affermato sia nella fase preliminare del processo sia durante il primo grado.

“Nessuno ci disse che dovevamo rendicontare e la stessa cosa avvenne anche quando ero assessore con Magnago”

Insomma: l’ex Landeshauptmann è tornato a dire di aver sempre agito in buona fede. Dicendosi incredulo di essere accusato “semplicemente per aver aiutato vedove e ragazzi in difficoltà”. 

Durnwalder si è guardato bene dall’attaccare direttamente il procuratore generale Donatella Marchesini, che ieri in fase di requisitoria aveva parlato di “delirio di onnipotenza” riferendosi alla condotta di Durnwalder.
Ritenendo “non credibile che l’ex presidente della Giunta Provinciale non potesse rendersi conto della condotta illecita” ed anzi ipotizzando che lo stesso avesse studiato un complesso sistema proprio volto ad evitare la trasparenza sulla gestione del fondo riservato.