“I veri sovranisti sono al nord”
I sovranisti, usciti ringalluzziti dalle ultime europee? Le Pen, Orbàn, Salvini? Non sono loro il nocciolo del problema per l’Eurozona. E non lo è nemmeno il deficit italiano, destinato a rientrare - è l’annuncio - “senza una manovra correttiva”. Ciò che importa è la crescita, in tutta Europa: “Questo è un tema che vale per tutti e a porlo non sono solo l’Italia o la Lega” dice Giovanni Tria, ministro dell’economia e delle finanze, dal festival dell’economia di Trento. Ma per “sbloccare la Ue” occorre smuovere i “Paesi del nord”: Germania, Olanda, il ministro non esplicita. Sarebbero loro ad opporsi a quell’integrazione delle politiche monetarie e fiscali che in tanti - anche in Francia - considerano vitale per il rilancio dell’Unione europea dopo il rinnovo del Parlamento.
Nessuna manovra correttiva
Il docente di economia politica all’università Tor Vergata di Roma, chiamato a presidiare i conti pubblici italiani dal Presidente Mattarella, non delude le aspettative sulla sua presenza alla kermesse trentina. Il collega di governo Matteo Salvini, che ha dato forfait, torna invece come riferimento della discussione sul tema “L’austerità sostenibile”, al Teatro sociale, con il professore del Mit Olivier Blanchard e Ferdinando Giugliano, giornalista di Bloomberg.
Cosa risponderemo alla lettera della Ue? Per il 2019 siamo tranquilli, raggiungeremo l’obiettivo di deficit, senza manovra, inferiore a quello indicato da noi nell’ultimo Def
Iva, flat tax, spread, i temi non mancano. Tria svela la risposta dell’Italia alla lettera di Bruxelles per lo sforamento del rapporto deficit/Pil. “Dovuto - precisa - al rallentamento dell’economia, tedesca e anche italiana, avvenuto l’anno scorso”. Cosa farà il governo Conte? “Per il 2019 - annuncia - siamo tranquilli, raggiungeremo l’obiettivo di deficit, senza manovra, inferiore a quello indicato da noi nell’ultimo Def”. Ovvero il 2,4%.
Tria si attende da Bruxelles “comprensione”. “L’Italia non ha aumentato le spese e quest’anno andranno meglio sia le uscite che le entrate”.
Giugliano chiede quindi una risposta sul rapporto tra il possibile aumento dell’Iva e la proposta di Salvini sulla flat tax da 30 miliardi. “Io sono da sempre favorevole spostare l’equilibrio dalle tasse dirette a quelle indirette, per una maggiore crescita, ma il governo ora non è favorevole ad un aumento dell’Iva”.
Blanchard: Tria rassicuri i mercati
Blanchard, interrogato sulla sostenibilità del debito pubblico di Paesi come l’Italia, sottolinea l’importanza dell’informazione ai mercati. “Il consolidamento fiscale, per far diminuire il debito, potrebbe in un quadro di crescita bassa produrre crescita negativa. Quindi secondo me la situazione è sostenibile, a patto che gli investitori restino tranquilli. La sfida di Tria è convincerli che il governo agisce con ragionevolezza per stimolare l’economia e che il rischio non è troppo alto”.
Germania “vera sovranista”
L’inquilino del Mef si dice d’accordo. Poi sposta lo sguardo al contesto europeo, rispondendo a Giugliano che gli chiede conto della richieste del leader della Lega per un allentamento delle regole europee. “Il problema è la crescita in tutta Europa e non è posto solo dall’Italia o da Salvini. Le politiche deflattive sbagliate, la crescita bassa della Germania, tutta basata sulle esportazioni, creano problemi all’Italia e non solo. Purtroppo serve il coordinamento delle politiche fiscali e monetarie nell’Unione oggi non c’è”.
Il problema è la crescita in tutta Europa e non è posto solo dall’Italia o da Salvini. Ma serve un coordinamento delle politiche fiscali e monetarie che oggi è bloccato dai veri sovranisti, i Paesi del nord, che non vogliono una maggiore integrazione
E il veto, continua Tria, non viene certo dai così definiti “populisti”. “Sono i Paesi del nord i veri sovranisti, non vogliono cedere sovranità per una maggiore integrazione monetaria e fiscale”.
Le regole attengono al come stiamo assieme, ma non parliamo del perché. La Ue serve ai Paesi europei per essere competitivi di fronte a Usa e Cina. Servono investimenti pubblici e protezioni sociali, per rilanciare l’Unione
Più investimenti e protezione sociale
Il ministro conclude circa le ragioni fondative del progetto comunitario. “Siamo attenti alle regole, che attengono al come stiamo assieme, ma non parliamo del perché. Quanto l’Europa è competitiva nel mondo? Dov’è nello scontro tecnologico fra Stati Uniti e Cina? Solo assieme i Paesi europei possono competere. Serve però un grande piano di investimenti pubblici e protezioni sociali più forti. Altrimenti lasceremo crescere i movimenti antiglobalizzazione e il protezionismo, perché nelle nostre società, sempre più polarizzate, aumentano i perdenti. Di ciò dovrà occuparsi la nuova commissione Ue. È il modo migliore per difendere l’Europa”.
Eine Regulierung des
Eine Regulierung des Finanzsektors auf europäischer Ebene ist längst überfällig.
Europa braucht ein demokratisches Geldsystem.