Ambiente | Linee guida

Sindaci con licenza di uccidere (orsi)?

La Provincia di Bolzano sta facendo tradurre il testo elaborato da Fugatti per la "gestione" dei plantigradi. Anche i sindaci potranno ordinare gli abbattimenti.
Orso bruno, Trentino
Foto: Robert Balog/pixabay

Gli animalisti hanno sperato fino all’ultimo che il documento ufficiale non collimasse del tutto con i contenuti del comunicato stampa della Provincia di Trento di venerdì 25 giugno, invece ieri sera le Linee guida sono state pubblicate ed effettivamente “consentiranno al Trentino di disporre di un nuovo e più attuale strumento di gestione della popolazione d’orso”. Il termine burocratico “gestione” prevede tre tipi di azioni: leggere, energiche (radiocollare e cattura con successivo spostamento) e, per ultima la rimozione attraverso l’abbattimento. A breve le stesse linee guida saranno fatte proprie anche dalla Provincia di Bolzano. Il testo vergato dai dirigenti di Maurizio Fugatti è già in traduzione a Palazzo Widmann.

Un passo indietro. Nel 2018 la Pat ha approvato la legge provinciale n. 9/2018. Una norma in essa contenuta attribuisce al Presidente della Provincia di Trento la competenza ad autorizzare il prelievo, la cattura e l’uccisione dell’orso bruno. La norma ha superato il vaglio della Corte costituzionale, che si è espressa con sentenza n. 215/2019, riconoscendo la facoltà della Provincia “di dare diretta attuazione alla Direttiva Habitat” senza necessità di acquisire alcuna autorizzazione da parte del Ministero competente in materia di ambiente, previo parere di Ispra. Il parere scientifico dell’Ispra è, però, obbligatorio ma non vincolante. Non solo. Qualora ricorrano i presupposti di contingibilità ed urgenza, non si chiede nessun parere all’Ispra e si può procedere “con ordinanza di pubblica sicurezza” del Presidente o del sindaco. Ecco, è questa discrezionalità da parte di autorità legate al consenso elettorale a preoccupare anche gli addetti ai lavori non ideologicamente contrari a qualsiasi tipo di “gestione”. Viene da chiedersi: quanto incideranno sulle scelte il peso e la pressioni dei contadini visto che trasformare un orso normale in un orso problematico non è poi così complicato?  Come si comporterà un’autorità pubblica un po’ in crisi con i consensi rurali se un orso distrugge arnie non protette o mangia pecore libere sui monti (comportamenti frequenti da parte di orsi per nulla problematici) e l’arsenale mediatico a disposizione degli allevatori premesse per l’abbattimento?

Ad ogni modo va evidenziato che il Pacobace (Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali) prevede già ora i tre tipi di azioni elencati sopra. Solo che, evidenzia la Giunta trentina, per quanto riguarda gli orsi “problematici” il piano interregionale “suggerisce un ventaglio di azioni possibili ed alternative fra loro in corrispondenza di determinati comportamenti da parte dell’orso, senza specificare i criteri in base ai quali l'Amministrazione sceglie di volta in volta l’azione più opportuna. Le Linee guida colmano tale lacuna”.

La tabella qui sopra elenca i comportamenti dell’orso e, sulla destra, le azioni possibili. La lettera i) indica la  cattura con rilascio allo scopo di spostamento e/o radiomarcaggio. Le Alpi sono però  la catena montuosa più antropizzata al mondo e quindi si afferma che “la cattura per spostamento è una strada impercorribile, né può essere considerata misura atta a gestire il pericolo per l’incolumità delle persone e dunque non può considerarsi in alcun modo valida alternativa alla rimozione”. La lettera j) indica la cattura e successiva “captivazione permanente”. La k) indica invece l’uccisione.

In sintesi possono stare tranquilli gli orsi di cui si sa a mala pena che esistano. La cattura con radiocollaraggio è prevista quasi sempre, basta lo “stazionamento” nei pressi di apiari o il fatto che l’animale causi danni, anche lontano da centri abitati. Quello che allarma gli animalisti – e che, in verità, sorprenderà anche molti non animalisti - è che l’uso del fucile sia previsto per comportamenti anche molto frequenti come il fatto che l’orso sia segnalato ripetutamente nelle vicinanze di abitazioni che non si trovino in centri abitati o che provochi danni ripetuti ai patrimoni.  

Vale la pena di citare ampi stralci delle linee guida, che, a tratti, sono scritte in modo molto semplice.

“Nei casi degli atteggiamenti descritti ai punti 13, 14 , 15, 16, 17 e 18 (si veda ancora la tabella sopra), vista l’impossibilità di eliminare tali comportamenti con la mera radiocollarizzazione e di spostare altrove gli esemplari problematici, è necessario procedere, in assenza di altre soluzioni valide, alla loro rimozione nel rispetto delle procedure e delle condizioni poste dalla normative. Per “rimozione” si intendono alternativamente la riduzione in cattività permanente o l’abbattimento. Avuto riguardo a quanto sopra esposto in relazione agli importanti limiti intrinseci della captivazione permanente quale strumento di rimozione degli orsi nel medio-lungo periodo, l’azione energica da adottarsi nel caso di atteggiamenti descritti ai citati punti 13, 14, 15, 16, 17 e 18 è in particolare quella dell’abbattimento (lettera K)”.

Nel variegato mondo degli animalisti ci sono gli "integralisti" per cui nessun orso è problematico ed altri che prendono in considerazione la necessità di "azioni energiche" nel caso di aggressioni ad esseri umani. Nelle linee guida su questo punto la posizione della Pat è ancora più chiara. “Nei casi in cui si siano verificate una o più aggressioni con contatto fisico che determinano ferimento/uccisione di persone, integrandosi il rischio concreto, anche se latente, che esse possano essere reiterate imprevedibilmente in qualsiasi momento dal soggetto protagonista, è fondamentale che le decisioni circa le azioni da attivare siano assunte con la massima urgenza, costituendo l’orso un pericolo per l’incolumità e la sicurezza pubblica. L’Amministrazione provinciale intende ridurre il più possibile il rischio che anche attacchi effettuati per difendere i cuccioli, le prede o perchè provocati in altro modo  possano ripetersi. Non ritiene dunque in nessun caso di subordinare la rimozione ad un eventuale secondo attacco da parte del medesimo esemplare o ad ulteriori verifiche diverse da quelle necessarie per l’identificazione dello stesso. L’ordinanza contingibile ed urgente, adottata dal Presidente della Provincia autonoma di Trento o dal Sindaco territorialmente competente, nel rispetto delle procedure previste in materia di pubblica sicurezza, potrà quindi essere lo strumento consono a disporre l’abbattimento dell’esemplare protagonista dell’aggressione con contatto fisico".

Di seguito ripubblichiamo la tabella degli attacchi da parte di orsi ad animali di allevamento e alveari sul territorio altoatesino, già uscita assieme ad un articolo dedicato alle cifre sul lupo.