Quando arriva il garante dei detenuti?

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Quanti garanti dei detenuti servono per il carcere di Bolzano? Non è l’inizio di una barzelletta ma una domanda che bisogna porsi visto che sia il comune di Bolzano che la Provincia, che per anni non hanno nominato nessuno, stanno finalmente rendendo operativa questa autorità indipendente, che ha il compito di tutelare e vigilare sui diritti delle persone private della libertà. Entrambe le istituzioni vengono da un lungo torpore sul tema. Il 4 luglio 2024 la Provincia ha istituito la figura del garante dei detenuti in Alto Adige grazie ad un’integrazione della legge sul difensore civico senza però nominare nessuno per ricoprire l’incarico. Per dare un’idea del ritardo dell’Alto Adige sul garante, basti pensare che la vicina Trento lo ha istituito e reso operativo con legge provinciale già nel 2017, quasi otto anni fa. Il Comune di Bolzano in passato ha nominato due volte una referente del Sindaco con funzioni di garante. La prima è stata Franca Berti, scomparsa nel 2021, a cui è seguita la nomina di Elena Dondio da parte del sindaco Renzo Caramaschi che la ha poi rimossa nel 2023. Con queste nomine il Comune non ha però seguito correttamente il regolamento ANCI per la nomina del garante.
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A riaccendere i riflettori sul tema è stata anche una mozione del 7 luglio della consigliera comunale dei Verdi Chiara Rabini che ha chiesto che sia avviato l’iter di istituzione della figura del Garante delle persone private della libertà personale per il Comune di Bolzano. Per rendere operativa la figura, sarebbe necessario infatti “redigere e presentare al Consiglio comunale un regolamento che disciplini le competenze del Garante, la durata dell'incarico, i requisiti per la selezione, i criteri trasparenti e le modalità per la nomina e decadenza; le modalità organizzative e operative e la redazione di relazioni periodiche da presentare al Consiglio comunale”, cosa proposta da Rabini.
È più che favorevole a farlo il sindaco del capoluogo Claudio Corrarati. “Ho fatto un anno e mezzo di formazione in carcere, per cui capisco benissimo l'importanza di una figura come il garante dei diritti dei detenuti, come lo fu la dottoressa Berti, che svolse egregiamente questo ruolo”, dichiara il Sindaco, che vorrebbe proprio istituire la figura con tutti i crismi del caso per renderla “attiva e collegata direttamente alle istituzioni comunali” anche con programmi di reinserimento lavorativo che coinvolgano maggiormente la città.
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La nomina del Comune non sarebbe però così immediata. “Non abbiamo ancora scelto un nome; sto approfondendo ruolo e requisiti perché si tratta di una figura delicata e complessa da individuare. Il garante deve avere requisiti rigorosi: imparzialità, indipendenza e competenze in diritti umani. Sarà nominato dal Consiglio comunale secondo regolamento, e voglio dare priorità a questa nomina”, spiega Corrarati, che ha in programma nelle prossime settimane un incontro con il direttore del carcere Giangiuseppe Monti proprio su questo tema.
Anche sul fronte provinciale le tempistiche non sono rosee. Il presidente del Consiglio provinciale Arnold Schuler ha spiegato a SALTO che prima della nomina è necessaria una riorganizzazione a livello burocratico dell’ufficio del difensore civico, a cui farà capo anche il garante dei detenuti. La proposta di legge è già pronta, l’approdo in commissione legislativa è stato posticipato da luglio a settembre, spostando in avanti anche la discussione in aula del Consiglio provinciale.
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Un’ulteriore questione da chiarire è l’utilità di avere due garanti dei detenuti, uno a livello provinciale ed uno a livello comunale. “Bisogna chiarire i rispettivi ruoli per evitare sovrapposizioni – dichiara Corrarati –. Comune e Provincia devono coordinarsi per evitare duplicazioni e rendere realmente efficace il ruolo del garante, collaborando invece di lavorare separati”. Due garanti sono comunque meglio di nessun garante, secondo Chiara Rabini. “Posto che questa figura è necessaria, averne due potrebbe comunque essere utile. Sono due amministrazioni pubbliche diverse ed ognuno riferirebbe separatamente al Consiglio comunale e a quello provinciale con relazioni separate, aiutando nel gestire le condizioni detentive”.
A pagare le conseguenze di questa attesa sono i detenuti della Casa circondariale di Bolzano, che, nonostante le migliorie alla struttura apportate dalla nuova amministrazione penitenziaria, continuano a vivere in condizioni di sovraffollamento, oggi erano 109 i reclusi su 88 posti regolamentati.
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Die große + Sinn-volle Aufgabe, "die Insassen wieder zurück in ein geordnetes bürgerliches Leben zu begleiten," wird wird mit der erneuerten Farbe (... die seit mehreren Jahrzehnten überfällig war) wohl auf den St. Nimmerleins-Tag verschoben!