Politica | PD vs LiberalPD

Provaci ancora Elena

Continua la saga epica delle giravolte fotografiche di Elena Artioli nella sua lotta per convincere la gente di fare già parte del Partito Democratico. Una riflessione.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Continua la saga epica delle giravolte fotografiche di Elena Artioli.

Premessa:
Il mio intento non è assolutamente quello di dare un giudizio su tutta questa vicenda ma informare i nostri concittadini e concittadine su alcuni avvenimenti e fornire loro un quadro interpretativo della situazione. L’analisi delle fotografie e della loro cornice è funzionale a narrare il percorso politico (o fotografico se preferite) della nostra amica Elena.

Regna grande confusione su questo tema e per molti LiberalPD è il Partito Democratico, mentre in realtà siamo molto distanti da tutto ciò. Da parte della nostra amica Elena non c’è stato pressochè nulla di politico negli ultimi tempo, a parte qualche cambio di casacca, qualche espulsione (dalla Lega di Salvini) e alcuni comunicati/intervista e corredati magari di qualche fotografia.

Visto che è impossibile analizzare ciò che non c’è, ho deciso di pubblicare questa foto e sviluppare un ragionamento su questo, dato che altri fatti di rilevanza politica sembrano non esserci, o almeno noi non li conosciamo. Ci troviamo nella società dello spettacolo dove la mise en Scène si sostiuisce alla vita e alle attività reali e per fare critica dobbiamo forzatemente analizzare questa “messa in scena”.

Questa fotografia dovrebbe far riflettere anche i nostri colleghi di Roma, compreso chi si è preso la briga di accoglierla al Nazareno.

Importante è sottolineare che a Roma sono state accolte svariate decine di persone e che quindi non si trattava assolutamente di un incontro ad hoc per la nostra amica Elena. Ci sono stati semplicemente dei saluti e delle strette di mano tra delegazioni di LiberalPD provenienti da tutta Italia.

Per chi non lo sapesse il Nazareno è la sede del PD nazionale e la visita dell'Artioli non è nulla di trascendentale dopo che pochi mesi fa c'è già stata quella di Silvio Berlusconi. Quindi il fatto che sia entrata lì a fare fotografie (cosa che Silvio mi pare abbia evitato al tempo) non dice niente sul fatto che entrerà nel PD.

(Altrimenti attenzione che si iscrive anche l'ex-Cavaliere se continuiamo così)

Nella  fotografia (presente sul vecchio profilo online) si può notare la nostra selfista (anche se forse gliel'ha scattata qualcuno) mentre posa sorridente in un luogo imprecisato con il segretario della FPÖ (partito xenofobo dell´estrema destra austriaca) Heinz-Christian Strache, di cui si può dire tutto tranne che sia una persona liberal-democratica, soprattutto per la sua vicinanza ad organizzazioni di stampo naziolsocialista (come argomentato in questo libro).

Strache è il delfino politico di Haider, che forse i più "vecchi" di noi si ricorderanno, e l'FPÖ è il partito che raccoglie l'eredità del VDU (Verein der Unabhängigen) che dopo la seconda guerra mondiale raccoglieva estremisti di destra intorno ad una deutschnationale Position, la quale prevede la creazione di una grande Germania, insieme all'Austria e al nostro amato Sudtirolo. Questa posizione è condivisa anche da Strache e l'ultima notizia fresca è questa. Vi risparmio tutte le esternazioni “problematiche”  del personaggio (ce ne sono moltissime) ma questo video mostra un intervista al ORF, con il giornalista Armin Wolf, dove viene dibattuta l’infelice frase “Wir sind die neuen Juden” pronunciata dal leader politico.

Accanto a Lei anche Roberto Maroni, che penso conosciate tutti molto bene, dato che è anche stato Ministro degli Interni nel governo Berlusconi IV ed ora governatore della regione Lombardia. La sua “fama” deriva dalle molto criticate “leggi manifesto” oltre che da alcune sue dichiarazioni, diciamo per lo meno problematiche, su ronde cittadine e respingimenti dei migranti.

In un'altra recente fotografia la nostra amica posa sorridente, stavolta sola perchè forse non c'era esponente politico di primo piano disponibile, davanti al simbolo del Partito Democratico in cui campeggia ancora anche il simbolo de L'Ulivo. Da ricordare è che il Partito Democratico, dopo le primarie vinte da Renzi è entrato nella famiglia del Socialisti e Democratici Europei, la quale ha tutt’altre posizioni per lo meno sull’immigrazione e la sicurezza.

Rimarco il fatto che sono solo delle fotografie e che di per sè non dicono molto. Trovo però che siano assai significative perchè evidenziano l’interpretazione artioliana del selfismo, ovvero della tendenza a fare politica e a stringere alleanze attraverso fotografie evocative. La fotografia tra leader/esponenti di partito ha assunto negli ultimi anni la funzione di sottolineare unità di intenti e di visione (come le foto tra Vendola e Bersani etc.), questa operazione di semplificazione dell’accordo politico da una parte impoverisce il dibattito e, dall’altra, è funzionale ad arrivare a tutti gli elettori che almeno per analogia immaginano una comunione tra le persone fotografate e le loro idee.

Io personalmente non conosco Elena Artioli e non ricordo nemmeno una singola iniziativa politica degna di nota se non una passeggiata ai Piani di Bolzano e un’irruzione ai danni del Sindaco Spagnolli. Un altro “buon motivo” per nominarla cordinatrice LiberalPD insomma.

Rimane il fatto che una persona può anche redimersi, sempre che sappia cosa significhi, ma come postulato di fondo bisognerebbe ammettere la propria colpa e lavorare per rimarcare e correggere i propri errori. Nessuno è esente da errori nella propria vita, anche fare l’occhiolino all’estrema destra e ai razzisti non preclude di per sè nulla, ma questo è vero solo se succede a vent’anni e non quando si è già (presumibilmente) maturi e consapevoli delle proprie azioni.

Ci si chiede quindi quale sia la continuità (coerenza sarebbe chiedere troppo) tra il farsi ritrarre insieme a razzisti e xenofobi Italo(nordisti)-Austriaci e poi andare a Roma a fare la liberal-democratica. Anche sforzandomi non riesco a trovare un nesso politico, ma nemmeno etico-morale o civile. Se qualcuno può aiutarmi gliene sarei grato.

Passando al nostro Partito Democratico Sudtirolese vorrei evidenziare che ha molti problemi (come tutti i partiti più o meno grandi) ed infatti spesso magari si litiga, si discute e ci si arrabbia. Questo però è anche sintomo di democrazia interna e scambio di idee, a volte forte e deciso. Esiste ad ogni modo un consenso di base fondato sulle idee, i valori e quella che in tedesco si chiama Weltanschauung. Io personalmente non mi trovo nelle condizioni di poter dire che condivido queste cose con la cara Elena e difficilmente potrò condividerle nel futuro. Forse perchè sono di Sinistra e quindi ho alle spalle una formazione culturale e valoriale che mi guida, mi sostiene e mi ispira a vivere e ad agire in un certo modo.

Non sono mai stato settario e ho sempre creduto nel confronto e nella dialettica. Una cosa è dialogare e confrontarsi tra poli differenti (destra-sinistra) per trovare all’interno delle regole democratiche un modo per garantire il rispetto reciproco e l’alternanza al governo. Altra cosa è invece ignorare completamente queste categorie pensando che non esistano più e saltare di qua e di là per convenienza personale.

Concludo quindi osservando che non mi sembra proprio, a dispetto delle nomine da parte di improbabili sindaci siciliani, che ci sia una continuità ideale-valoriale prima ancora che politica, e nemmeno fotografica, nelle azioni della nostra amica Elena.

E poi noi militanti, che siamo partiti studiando, organizzando dibattiti e occasioni di confronto e incontro, cercando di coinvolgere le persone per strada e spendendo risorse personali per fare politica, non ci stiamo proprio a vedere qualcuno che prende soldi pubblici per il posto in consiglio provinciale ottenuto con i voti della destra, e poi li usa (per finanziarsi?) per entrare in un altro partito questa volta di sinistra.

Questo fa male a noi, alla nostra base, ai partiti, alla politica e quindi alla fine ai cittadini.
(to be continued…)

 

 

 

 

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Martin Daniel Dom, 11/30/2014 - 19:25

Come ho scritto un pò di tempo fa e mi preme ripeterlo qui, personaggi di questo genere che ricordano il peggio della cultura politica italiana quasi quasi ti spingono nell'insegnamento scolastico a stendere un velo pietoso sull'intero argomento. Come si fa a parlare ai ragazzi di concetti come rappresentanza, programmi elettorali o l'associazione in partiti da parte di militanti uniti da delle idee comuni di fronte a realtà di questo tipo?

Dom, 11/30/2014 - 19:25 Collegamento permanente
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Nadia Mazzardis Lun, 12/01/2014 - 00:36

Si dice che nell'armadio di ogni donna, magra o su di peso, alta o meno ci sia un tubino nero, perchè si porta su tutto. Ecco la "cara Elena" come la chiami tu Matteo, probabilmente ambisce a diventare quel tubino nero, che si porta su tutto, ti ci puoi fare i selfies e non sfiguri mai, con buona pace dei contenuti, dei valori, della buona politica, del coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine. Mi ritengo sufficientemente liberale per dire che non mi sento assolutamente rappresentata da una donna che da anni in politica non ha mai speso un fiato sulla questione femminile, ha offerto carne di maiale ai musulmani, si è fatta sostenere politicamente, per accaparrarsene i voti, persone come Biancofiore che (per dirne una) rispetto all'omosessualità ha avuto parole irripetibili e imbarazzanti. L'enormità delle colpe, imporrebbe tra un selfie e l'altro, una assidua e ripetuta nel tempo, ammissione della stessa, un'evidenza di consapevolezza, unita ad azioni concrete che dimostrino nei fatti, la sua folgorazione sulla "via di Matteo". In assenza di tutto questo, resta un tubino nero, un po' sgualcito e pure stinto...

Lun, 12/01/2014 - 00:36 Collegamento permanente