Economia | Socialmedia
Tutti i soldi di Facebook
Foto: upi
Scrive Mark Zuckerberg che Facebook offre agli utenti "servizi gratuiti".
Solo nel ultimo trimestre 2018, l'azienda - che ha sede a Menlo Park, in California, ed è stata fondata nel febbraio del 2004 - ha fatturato 16,9 miliardi di dollari. Tutto l'anno 2018 ha generato utili per 22,1 miliardi di dollari. (+ 39% sul 2017).
Non c'è contraddizione, perché Facebook è una gigantesca media company, i cui contenuti - post, articoli, foto, commenti - sono offerti da noi utenti (anche da noi di Salto.bz, ovviamente), che lavoriamo gratis alle dipendenze di mister Zuckerberg. Uno degli indicatori statistici aziendali misura l'ARPU, ovvero l'average revenue per user, il ricavo medio per ogni utente: a livello globale nell'ultimo trimestre del 2018 è intorno ai 7,3 dollari, ma ogni europeo vale quasi 11 dollari (americani e canadesi sono vicini ai 35).
Non c'è contraddizione, perché Facebook è una gigantesca media company, i cui contenuti - post, articoli, foto, commenti - sono offerti da noi utenti (anche da noi di Salto.bz, ovviamente), che lavoriamo gratis alle dipendenze di mister Zuckerberg. Uno degli indicatori statistici aziendali misura l'ARPU, ovvero l'average revenue per user, il ricavo medio per ogni utente: a livello globale nell'ultimo trimestre del 2018 è intorno ai 7,3 dollari, ma ogni europeo vale quasi 11 dollari (americani e canadesi sono vicini ai 35).
Il 98% dei ricavi dalla pubblicità
Oltre un miliardo e mezzo di persone usa Facebook ogni giorno, 2,3 miliardi almeno una volta al mese: se il primo gennaio 2013 avessero investito mille dollari in azioni dell'impresa, a fine 2018 si sarebbero trovati un "gruzzoletto" di 4.757 dollari, quasi cinque volte tanti.
Le azioni, che a sei mesi dalla quotazione valevano meno di 30 dollari, oggi superato i 130, dopo aver toccato "quota duecento" nell'estate dello scorso anno.
Le azioni, che a sei mesi dalla quotazione valevano meno di 30 dollari, oggi superato i 130, dopo aver toccato "quota duecento" nell'estate dello scorso anno.
Tutto questo - spiega Zuckerberg in un intervento pubblicato il 25 gennaio sul quotidiano la Repubblica - offrendo "un servizio che le persone potessero usare per connettersi e conoscersi", un prodotto "alla portata di tutti". Il modo migliore per finanziarlo? "Gli annunci pubblicitari". Che rappresentano il 98% dei ricavi aziendali.Il ricavo medio per ogni utente: a livello globale nell'ultimo trimestre del 2018 è intorno ai 7,3 dollari, ma ogni europeo vale quasi 11 dollari (americani e canadesi sono vicini ai 35).
Il modello secondo Zuckerberg
"Le persone ci dicono continuamente che, se devono vedere la pubblicità, vogliono che questa sia rilevante" sostiene il fondatore di Facebook nel commento pubblicato da la Repubblica, che celebra il prossimo quindicesimo compleanno della sua creatura. "Ciò significa -aggiunge - che dobbiamo capire a cosa sono interessati. Quindi, in base alle pagine su cui mettono like, ai contenuti su cui cliccano e molto altro ancora, creiamo categorie e poi facciamo pagare gli inserzionisti per mostrare, a quella categoria, annunci pubblicitari".
A Zuckerberg ha risposto su la Repubblica, il giorno dopo, l'avvocato Guido Scorza, docente di Diritto delle nuove tecnologie e dal 2016 membro del Team per la Trasformazione Digitale del governo italiano. "Facebook non offre nulla gratuitamente - scrive Scorza -. Mette a disposizione degli utenti una serie di servizi straordinariamente preziosi in termini personali, sociali, culturali, economici e democratici ma lo fa a fronte del fatto che gli utenti gli riconoscono il diritto di sfruttare quanto di più prezioso appartiene a ciascuno di noi: la nostra identità personale, porzioni del nostro io". E ancora: "La percezione di gratuità di un servizio abbatte le nostre difese, [...] le nostre pretese, il nostro spirito critico".
La crisi del 2018
Nel corso dell'ultimo anno, Facebook è stata letteralmente travolta da alcuni scandali legati alla leggerezza nella gestione dei dati raccolti dagli utenti, come quello legato al nome di Cambridge Analytica (ovvero l’uso scorretto di un’enorme quantità di dati prelevati da Facebook da parte di un’azienda di consulenza e per il marketing online che si chiama appunto Cambridge Analytica, qui su Il Post).
E se questo spaventa gli investitori, il valore delle azioni è calato del 40 per cento, non sembra sortire lo stesso effetto sugli utenti, confermando le parole di Scorza: nessuna fuga da Facebook (46 milioni di utenti in più tra il primo e il terzo quadrimestre del 2018, altri 28 milioni per la fine dell'anno), e conti in ordine: se c'è una leggera flessione, e solo nella percentuale di crescita del fatturato anno su anno. Più 42% nel secondo trimestre del 2018 sullo stesso periodo del 2017. Solo il 33% la crescita registrata nel terzo trimestre. Appena il 30%, per finire, nell'ultimo trimestre. Il fatturato 2018 ha sfondato il muro dei 50 miliardi di dollari, attestandosi a 55,83 miliardi.
E se questo spaventa gli investitori, il valore delle azioni è calato del 40 per cento, non sembra sortire lo stesso effetto sugli utenti, confermando le parole di Scorza: nessuna fuga da Facebook (46 milioni di utenti in più tra il primo e il terzo quadrimestre del 2018, altri 28 milioni per la fine dell'anno), e conti in ordine: se c'è una leggera flessione, e solo nella percentuale di crescita del fatturato anno su anno. Più 42% nel secondo trimestre del 2018 sullo stesso periodo del 2017. Solo il 33% la crescita registrata nel terzo trimestre. Appena il 30%, per finire, nell'ultimo trimestre. Il fatturato 2018 ha sfondato il muro dei 50 miliardi di dollari, attestandosi a 55,83 miliardi.
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