Società | Cohousing

Co-abitare: un’opportunità per il nostro territorio

Legacoopbund ha organizzato martedì scorso (21 ottobre), a Laives, una conferenza sulle nuove forme dell’abitare cooperativo.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Con l’aumento dell’aspettativa di vita e l’incremento di nuclei familiari composti da una sola persona, la tematica del cohousing, vale a dire della condivisione degli spazi abitativi, diventa sempre più attuale. “Lo sviluppo di nuove forme di co-abitazione può sicuramente essere uno strumento utile per rispondere alle nuove esigenze dei cittadini e aumentarne così la qualità di vita”, ha affermato il Presidente di Legacoopbund Heini Grandi durante la conferenza sul “Cohousing” tenutasi ieri a Laives.

Un esempio concreto e di successo del “co-abitare” è il progetto “Numero Zero”, un progetto nato a Torino dall’idea di un gruppo di persone accomunate da obiettivi condivisi e dalla disponibilità ad aiutarsi reciprocamente. Dopo aver acquistato congiuntamente una palazzina ottocentesca a Porta Palazzo nel centro storico di Torino, le famiglie si sono riunite in cooperativa ed hanno ristrutturato l’edificio creando uno spazio del co-abitare. Oltre agli otto appartamenti nell’edificio hanno trovato posto anche degli spazi comuni – un terrazzo, il cortile, un laboratorio e un soggiorno dove gli abitanti si incontrano per le cene settimanali in compagnia. “Il nostro progetto non riguarda solo gli abitanti della casa, è un progetto aperto anche agli altri cittadini”, ha sottolineato Piera Salvano, abitante della palazzina, ricordando la festa di inaugurazione della casa alla quale ha partecipato tutto il quartiere.

Ludovica Govean, che ha aderito sin dall’inizio a questo progetto di cohousing, è convinta che attraverso la crisi le persone stiano riscoprendo i valori antichi. “La condivisione e lo sfruttamento congiunto degli spazi è la normalità”, ha, infatti, osservato l’architetto Matteo Scagnol: “Ciò nonostante sono pochi gli spazi condivisi nei nostri condomini, anche in quelli progettati per le cooperative edilizie”. Per Massimo Guariento, Presidente della cooperativa edilizia Iris di Laives, l’assenza di spazi comuni è dovuta all’idea da cui nascono le cooperative edilizie: “Le cooperative edilizie si costituiscono con lo scopo di offrire ai cittadini un appartamento di proprietà di qualità e a prezzi ragionevoli”.

Le difficoltà sono dovute anche ad altri fattori. Stefano Ruele, Direttore di Legacoopbund ne ha ricordati alcuni: “A causa del costo della cubatura i soci delle cooperative edilizie cercano di sfruttare ogni minimo spazio per il proprio appartamento. Inoltre, le graduatorie non permettono la creazione di gruppi di persone accomunate da un obiettivo comune”. “È necessario un intervento politico e istituzionale per creare i presupposti di sviluppo per questa nuova forma dell’abitare”, ha affermato Monica Devilli, responsabile del ufficio di promozione della forma cooperativa di Legacoopbund, esprimendo un’opinione condivisa anche dagli altri relatori che hanno partecipato al convegno.

Rimane comunque fondamentale la disponibilità dei cittadini ad aprirsi a queste nuove opportunità riconoscendo l’importanza e il valore delle relazioni interpersonali nella vita quotidiana.

Lo sportello gratuito e bilingue “CoopPoint” di Legacoopbund offre consulenza ai cittadini che intendono costituire una cooperativa o sviluppare un progetto di cohousing.