Riaperto il bando, restano le incertezze
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Alla fine è successo: dopo mesi di stallo, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha deciso di non sospendere ulteriormente la gara per la concessione dell’A22. La procedura, dunque, riparte ufficialmente, nonostante le incertezze europee. Con un decreto firmato dal direttore generale Sergio Moschetti e pubblicato venerdì pomeriggio sul portale delle gare, il MIT ha sbloccato l’impasse iniziata lo scorso 27 giugno. Da allora tutto era fermo in attesa di una sentenza della Corte di giustizia europea che, però, non è mai arrivata e non è nemmeno all’orizzonte in tempi ragionevoli.
La decisione ministeriale viene definita dal Sole 24 ore un colpo di scena: le domande di partecipazione dovranno pervenire entro le ore 12 del 3 dicembre. Un margine ridotto all’osso – appena cinque giorni dalla riapertura, con un fine settimana in mezzo – che potrebbe tagliare fuori eventuali nuovi concorrenti. Per la Provincia di Bolzano e quella di Trento e “gli azionisti del Sud”, però, rappresenta un sospiro di sollievo.
“Una nuova sospensione avrebbe ritardato l’assegnazione di mesi, se non di anni, a danno di tutti”, commenta Arno Kompatscher. Anche Maurizio Fugatti parla di decisione “richiesta e attesa” da tutto il corridoio da Modena al Brennero.Il cuore del problema – e la ragione per cui la gara è rimasta congelata per mesi – è il meccanismo scelto per l’affidamento: la finanza di progetto, che nel Codice degli appalti italiano prevede il contestato diritto di prelazione. Chi presenta la proposta progettuale, infatti, ha diritto a pareggiare l’offerta migliore e aggiudicarsi comunque la concessione.
Un modello che Bruxelles guarda con crescente diffidenza. Nell’ultima lettera di messa in mora – arrivata a inizio ottobre – la Commissione, pur non riferendosi nello specifico ad A22, ha ricordato a Roma che questo tipo di procedura “non garantisce adeguatamente trasparenza, parità di trattamento e non discriminazione” e lascia alla stazione appaltante “uno spazio troppo ampio di discrezionalità”.
Il MIT, per mesi, ha atteso una sentenza della Corte di giustizia su un caso considerato analogo: un bando milanese per la gestione dei bagni pubblici, anche quello basato su project financing e prelazione. Ma la Corte non si è ancora pronunciata, e non lo farà a breve. L’attesa rischiava di trascinare la concessione dell’A22 oltre il 2026, con un quadro normativo tutto da riscrivere.
Il decreto di Moschetti mostra chiaramente la prudenza del ministero. Nel testo viene richiamato un passaggio significativo del bando: “Il bando non vincola l’amministrazione aggiudicatrice né all’espletamento della gara, né alla diramazione degli inviti, né alla successiva aggiudicazione. L’amministrazione si riserva la facoltà di annullare la gara o modificarne o rinviarne i termini in qualsiasi momento e a suo insindacabile giudizio.” In altre parole: si riparte, ma senza garanzie che la gara arrivi davvero all’aggiudicazione.
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Lo stesso decreto ribadisce che il diritto di prelazione verrà confermato solo nella successiva fase della procedura, e soprattutto che l’intero procedimento rimane subordinato alle decisioni degli organi UE. Tradotto: Bruxelles può ancora bloccare tutto.
Kompatscher, da parte sua, resta fiducioso. A suo giudizio il richiamo europeo riguarda la legge generale sugli appalti e non la legge speciale che disciplina la gara dell’A22, più rigida e trasparente. “Il nostro caso è diverso. Il bando rispetta pienamente i requisiti di legge e non è comparabile al concorso milanese”, ribadisce. L’unico rischio, ammette, è un’eventuale procedura di infrazione contro l’Italia. “Ma lo ritengo molto, molto improbabile”, ha detto oggi (primo dicembre), alla Dolomiten.
La ragione più urgente per far ripartire la gara è un’altra: la concessione della A22 è scaduta formalmente nel 2014, e da allora si procede in regime di proroga tecnica. Una condizione che ha congelato tutti gli interventi strategici.
Il MIT nel decreto lo scrive nero su bianco: non è più possibile differire oltre, perché serve un concessionario stabile per pianificare investimenti a lungo termine su un’infrastruttura-chiave del corridoio del Brennero.
Autobrennero aveva già depositato il proprio interesse a giugno e da febbraio sostiene di aver definito il quadro degli investitori. A4 Holding, controllata da Abertis (Mundys, ex Atlantia), ha manifestato a più riprese l’intenzione di partecipare. Nelle ultime settimane si sono aggiunte indiscrezioni anche su Gruppo Gavio e Fininc della famiglia Dogliani.
Le offerte dovranno pervenire entro le 12 del 3 dicembre. A quel punto si saprà se la partita per la gestione dei 314 chilometri di autostrada tra Modena e il Brennero sarà una corsa a più voci. In ogni caso, il riavvio della gara non toglie l’unica ombra che resta sullo sfondo: la posizione della Commissione europea, che può ancora intervenire, vanificare la procedura o chiederne la riscrittura. E a quel punto il macigno rotolerà di nuovo ai piedi della montagna.
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