Politica | Funivie

"Cortina, la sicurezza prima di tutto"

Dalle cronache emerge che i vertici di Anadolu Teleferik, azienda che fornirà le cabine per tre impianti olimpici, sono sotto processo in Turchia per il disastro di Antalya. Graffer: "Da loro prendiamo cabine e morse". De Zanna: "Monitorerà il Comune?"
antalya
Foto: video Youtube
  • Mottarone e Lisbona lo insegnano: i disastri funiviari possono accadere ovunque. Nel primo caso, ad esempio, la tragedia è avvenuta per un guasto ad un impianto costruito nel 1970 e su SALTO ne abbiamo dato conto in quanto le posizioni di due responsabili dell'azienda Leitner di Vipiteno, che aveva un incarico per la manutenzione, si sono chiarite solo di recente con un proscioglimento.

    In Italia non si è quasi parlato, invece, di un grave incidente avvenuto nell'aprile 2024 ad Antalya, in Turchia, dove è crollato un pilone di una cabinovia costruita nel 2017 e revisionata poche settimane prima. 

    Secondo il rapporto preliminare stilato un mese dopo il fatto, a progettarla, costruirla e manutenerla furono aziende legate alla famiglia Tezcan, che è anche "anima" di Anadolu Teleferik. Quest'ultima è l’azienda che fornirà alla Graffer di Sergio Lima le cabinovie di Cortina, Bormio e probabilmente anche di Livigno. Graffer, come si ricorderà, ottenne da SIMICO i primi due appalti con procedura negoziata dopo che le gare andarono deserte e il terzo vincendo regolare bando, superando i colossi del settore Doppelmayr e Leitner. 

    Un successo, quello ottenuto da Graffer per Livigno, che avrà reso felice il Ministro dello Sport Andrea Abodi, il quale, in un’intervista comparsa sui giornali del gruppo Nem (Nord Est Multimedia), forse un po' sfacciatamente aveva parlato di “sostanziale duopolio” nel settore degli impianti a fune, dicendo di “guardare alla scelta del più piccolo (Graffer, ndr), efficiente ed agile con grande favore” in quanto avrebbe portato a un’apertura del mercato “nell’interesse di tutti”. Ed il mercato, con tre appalti per complessivi 80 milioni dati ad un'azienda che prima di quel momento non aveva mai costruito una sola cabinovia, si è effettivamente aperto.

  • (c) Curiosity Vaul, youtube channel

  • Nell’ambito dei trasporti il settore degli impianti a fune è uno dei più i delicati. Qualunque guasto o malfunzionamento può determinare disastri di proporzioni enormi. Non si tratta di gettare la croce contro qualcuno e di prestarsi a basse speculazioni, ma sarebbe interessante sapere se SIMICO, nell’affidare gli appalti alla piccola ditta bresciana che ha ricevuto addirittura l'avvalimento dall'azienda turca Anadolu Teleferik (questa ha fatto cioè da garante, essendo Graffer troppo piccola per il volume di quegli appalti) era al corrente di quello che è accaduto ad Antalya. 

    Dal momento che il commissario straordinario Fabio Saldini da mesi non risponde a SALTO, non siamo in grado di dare queste risposte, ma quello che si può dare per certo è che l’input politico che arriva dal ministro Matteo Salvini sia quello di costruire qualsiasi cosa a qualunque costo. E quindi non si va tanto per il sottile. Saldini, per dire, ha inoltre deciso che non fosse motivo di esclusione dai tre appalti il fatto che il patron di Graffer, Sergio Lima, sia tuttora a processo per turbativa d’asta a Verona in relazione ad un appalto per una cestovia sul Garda, mentre l’anno scorso nel cosiddetto processo Foppolo per i reati di corruzione e turbativa era stato assolto per prescrizione. (Come si può vedere da questa interrogazione parlamentare la decisione di SIMICO di ignorare i problemi giudiziari  è in linea con le scelte fatte in precedenza, mentre la Regione Lombardia ha preso decisioni diverse).

  • La tragedia in Turchia

    L’incidente di Antalya, avvenuto il 14 aprile 2024, ha provocato la morte di una persona e il ferimento grave di altre sette. Inoltre, 184 passeggeri sono rimasti intrappolati per quasi 24 ore nelle cabine. Secondo la ricostruzione degli inquirenti turchi, a cedere fu un pilone, collassato di schianto nonostante l’impianto fosse stato sottoposto a revisione poco prima. Una circostanza che rende ancora più inquietante il disastro, se si considera che la funivia di Tünektepe era stata inaugurata appena sette anni prima, nel 2017, e pubblicizzata come fiore all’occhiello del turismo di Antalya.

    La gestione era affidata ad ANET A.Ş., società partecipata dal Comune metropolitano della città, ma costruzione e manutenzione erano state appaltate a privati. Stando al rapporto preliminare della Camera degli ingegneri civili non sono neppure del tutto chiare le responsabilità di progettazione e costruzione. "Esiste un documento - si legge nella relazione - intitolato Manuale d'uso generale per il funzionamento e la manutenzione, redatto da Ömür Erdem Contracting Industry  nel 2016, da utilizzare per il funzionamento e la manutenzione dell'impianto. 

    Tuttavia, l'intero documento non ha ricevuto l'approvazione dell'amministrazione o del gestore competente. Questo manuale deve essere stato redatto dalla società che ha intrapreso il progetto e la costruzione dell'impianto. La divisione di autorità e responsabilità tra STM Sistem Teleferik , menzionata nei progetti e nell'installazione, e Ömür Erdem, che ha redatto il Manuale d'uso per il funzionamento e la manutenzione, non è chiara. È stato osservato che la gestione tecnica e la manutenzione ordinaria dell'impianto sono attualmente appaltate a una società denominata MEGA Tower A.Ş". 

    Ömür Erdem oggi non esiste più e la STM Sistem Teleferik, neppure. Ques'ultima fu co-fondata da Reşit Tezcan. La manutenzione dell'impianto che avrebbe evidenziato gravi carenze era affidata alla Mega Tower, facente capo a Serdan Tezcan. Nelle prime ore dopo l'incidente i media riportarono la notizia che la cabinovia era stata costruita da Anandolu Teleferik in quanto i Tezcan, padre e figlio, sono rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione e general manager di "Anadolu" e, intervistati da quasi tutti i media, furono loro a dare la prima versione sulle possibili cause. Ma le carenze nella documentazione non hanno ancora chiarito con precisione chi ha fatto cosa.

  • Serdar Tezcan: Il general manager di Anadolu Teleferik Foto: Linkedin
  • Nell’immediatezza del fatto, sul giornale Turizm Aktüel (per la ricostruzione ci siamo naturalmente affidati alle traduzioni di deepl.com, ndr), i Tezcan avevano detto che la tragedia sarebbe stata innescata da un fulmine, addossando quindi la causa a un evento esterno incontrollabile. Secondo l’azienda, uno dei meccanismi chiave — una puleggia in gomma posta sui piloni per permettere al cavo metallico di ruotare senza attrito — sarebbe stata colpita da un fulmine che avrebbe “bruciato il gomma interna, svuotandola internamente, trasformandola in attrito metallico contro metallo, facendo dunque bloccare la cabina contro il pilone e facendolo cadere. 

    Nei giorni successivi al disastro la Procura turca ha disposto diversi arresti. Oltre a Tezcan sono finiti dietro le sbarre per alcuni mesi i responsabili della gestione, della direzione tecnica e della manutenzione. Le perizie disposte dalla procura avrebbero evidenziato carenze documentali, interventi programmati ma non eseguiti e certificazioni incomplete, tanto da ipotizzare una catena di omissioni e superficialità. 

    Il processo è in corso. Secondo la prima perizia depositata il fulmine non c'entrerebbe nulla. Un mese dopo il disastro Sadullah Kabakuşak, membro del consiglio di amministrazione della Camera degli ingegneri civili di Antalya, ha detto che il progetto della cabinovia non era stato ancora trovato e ha riferito gli esisti dei sopralluoghi della commissione di inchiesta: "Dopo che il pilone crollato è stato diviso in tre, si è osservato che si era staccato dal suo primo giunto bullonato (...) Un collasso o una rottura di un sistema si verificano solitamente a causa di una serie di difetti multipli. Questo è stato il caso che stiamo esaminando. 

    In questo esempio, i calcoli strutturali per i pali portanti non sono stati eseguiti da un ingegnere civile esperto. Alcune analisi, condotte senza conoscere la norma europea che deve essere rispettata, sono state trovate incomplete e imprecise. Non è stato effettuato alcun calcolo relativo al pilone crollato. Sono state riscontrate carenze nel calcolo e nel dimensionamento delle strutture portanti". Il processo a carico dei presunti responsabili è ancora in corso.

    Anadolu Teleferik, intanto, ha pensato di espandere la propria attività in Italia, raccogliendo l'invito della Graffer di Sergio Lima. Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza degli impianti a fune), ha spiegato Lima a SALTO, si troverà a valutare di fatto il primo impianto con tecnologia turca su suolo italiano. "Da un rapporto che ci è stato consegnato - spiega il patron della Graffer - Anadolu Teleferik non è coinvolta nelle indagini del disastro. Lo è la Mega Tower, che avrebbe curato la manutenzione. Noi siamo tranquilli. Da Anadolu Teleferik noi prendiamo solo le vetture: cabine, molle e morse. Il resto è tutto fabbricato in Italia".

    Roberta De Zanna, consigliera comunale di Cortina, esprime un auspicio: "Il fattore sicurezza è fondamentale nella costruzione degli impianti soprattutto quando, come sta succedendo a Cortina d'Ampezzo, si parte già da una condizione di instabilità visto che si insiste nel voler costruire una cabinovia su un terreno franoso, tant'è che ai primi colpi di ruspa si è già aperta una spaccatura nel terreno. 

    Il fattore sicurezza e manutenzione è un dovere ed un onere finanziario importante per i gestori degli impianti. Se l'impianto Apollonio-Socrepes verrà realizzato sarà in grado il comune di Cortina d’Ampezzo di sobbarcarsi gli elevati costi di manutenzione e monitoraggio necessari? Quante risorse verranno sottratte alla comunità per mantenere un opera che buona parte della popolazione non vuole?"