Società | Social media

La politica al tempo di facebook

La crescente rilevanza dei social network nella strutturazione della comunicazione politica espone quest’ultima a sollecitazioni inedite. Con opportunità e rischi ancora in precario equilibrio.

I social network – twitter e facebook in primis – si stanno sempre più rivelando dei “luoghi” in cui non avviene soltanto la discussione su (o la condivisione di) eventi collocati comunque oltre questi spazi. Al contrario, è la spazialità (ma anche la temporalità, la ritmica) propria dei suddetti contenitori a disporre la struttura fondamentale entro la quale anche gli eventi della politica ormai hanno cominciato a manifestarsi.

Ieri ne abbiamo avuta una dimostrazione significativa a proposito della decisione di Richard Theiner di ritirare la sua candidatura alle primarie della Svp [link]. Ovviamente non sarebbe credibile affermare che il giudizio negativo espresso sul collega/sfidante da Arno Kompatscher con un commento su facebook sia stato il detonatore esclusivo della reazione dell’Obmann. Lo smentisce l’interessato, guarda caso ancora su facebook, che parla semmai di una goccia versata in un vaso già colmo. Quello che sta accadendo è comunque l’affermarsi di questo tipo di scena nella strutturazione profonda della comunicazione un tempo affidata a metodi più mediati di azione.

La storia di ogni innovazione tecnologica c’insegna che si tratta di processi non reversibili. Dobbiamo cioè convincerci che, da ora in avanti, questi episodi si ripeteranno con una frequenza tale da costruire intorno a noi un orizzonte sempre più abituale. Non è però scontato chi sia in grado di approfittare veramente di un simile mutamento di paradigma. Per tornare al fatto di ieri, colpisce che il “giovane” Kompatscher, in teoria più avvezzo dell’ex-rivale a muoversi nel nuovo ambito, abbia cercato di cancellare subito la traccia di quello che aveva scritto [link]. Una delle caratteristiche degli interventi sui social network è infatti questa: in venti secondi, cioè con estrema leggerezza, si butta giù qualcosa che diventa però immediatamente “proprietà” dei lettori, i quali possono dunque anche semplicemente fare uno screenshot che immortala l’accaduto per poi trasmetterlo viralmente in rete. Insomma: il massimo della leggerezza coniugato col massimo della pesantezza. Rimane così aperta più che mai la questione se saranno i politici a riuscire a usare consapevolmente e soprattutto efficacemente il nuovo mezzo, oppure se esso disporrà di loro con effetti indesiderati perché di fatto impossibili da controllare.

 

 

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Martin Geier Mer, 04/03/2013 - 14:28

Bel pezzo Gabriele. Sono anch'io dell'opinione che in futuro assisteremo molto piu' spesso a fatti del genere. Pero' secondo me non e' una sorpresa assoluta. Poche settimane fa' abbiamo assistito all'exploit nazionale e locale di un movimento politico creato quasi solo nella rete; e che praticamente anche oggi usa la rete come quasi esclusivo mezzo di communicazione. Anche da noi allora i nuovi mezzi di communicazione e la rete sono arrivati prepotentemente nella vita politica quotidiana. I nostri politici(come insegna la vicenda di Kompatscher) devono ancora imparare ad utilizzare i social media; non si cancella piu'; quello che e' stato partorito rimane e fa crescere nuovi 'funghi digitali'.

Mer, 04/03/2013 - 14:28 Collegamento permanente