Dubbi NHL sull’hockey olimpico
-
Da mesi l’Arena di Santa Giulia è al centro del racconto olimpico italiano: un impianto privato da 16 mila posti costruito in project financing che avrebbe dovuto incarnare l’idea della Milano ambiziosa, efficiente, moderna e, soprattutto, quello delle Olimpiadi a bassissimo costo per le casse pubbliche. Il luogo dove l’hockey su ghiaccio avrebbe ritrovato la sua dimensione globale, compresa la partecipazione delle stelle della National Hockey League. E invece, col passare delle settimane e dei mesi, è fonte di non poche ansie per il comitato organizzatore. Oltre ai milioni stanziati dal Comune di Milano per le infrastrutture (fra cui uno svincolo della tangenziale) e gli oneri di urbanizzazione, tra agosto e novembre 2025 il governo Meloni ha coperto 51 milioni di “extra costi” per una struttura che sarà denominata Ice Arena solo durante le Olimpiadi ma poi sarà Il PalaItalia in cui il colosso tedesco TicketOne la utilizzerà per ciò per cui in realtà è stata costruita: concerti e grandi eventi (si parlava delle Finals ATP, ma il presidente della FITP Binaghi ha fatto capire di voler restare a Torino). Ora emerge addirittura che la pista da hockey sarebbe più corta del dovuto, ma al momento non si hanno conferme dalla Fondazione Milano Cortina. (SALTO è in attesa di una risposta dal responsabile, Andrea Francisi)
Le prime crepe erano arrivate dall’Italia, con Milano Today che ieri (2 dicembre) ha messo nero su bianco i dubbi sulle tempistiche, ricordando come l’impianto rischi di non essere pronto per i test di gennaio, dopo che già i mondiali Under 20 hanno dovuto trovare un’altra sede. Ma le voci più inquietanti arrivano ora da oltreoceano, da giornali e siti statunitensi che seguono da vicino la NHL. È lì che sono comparsi i primi “early reports” secondo cui la pista di Santa Giulia potrebbe essere più corta di 3 o 4 piedi, cioè fra 90 centimetri e 1 metro e 20. Il sito HockeyFeed ha scritto senza troppe cautele: “Early reports suggest that the Olympic ice surface in Milan could be several feet short of regulation size.” Una frase che, presa da sola, basterebbe a far impallidire il comitato organizzatore.
Altre fonti vicine alla lega, tradotte in italiano, parlano di “una reale preoccupazione fra i dirigenti NHL” se l’arena non dovesse rispettare gli standard richiesti. E una delle frasi che circola negli ambienti della lega è ancora più pesante: “If the rink is not regulation size, relocating the Olympic tournament could be discussed.” Traduzione: se la pista non rispetta le misure, spostare il torneo olimpico non è più un tabù. Fra le alternative ipotizzate, negli articoli americani compare anche Torino, con le sue strutture già testate e “olimpiche” di nascita.
Il paradosso è che in Italia il problema della conformità non è affatto una novità. Su SALTO avevamo ricostruito come secondo il CONI l’Arena Santa Giulia non sia a norma. Il parere della Commissione Impianti Sportivi era stato chiaro: l’impianto è “idoneo” solo grazie a una deroga. Ora, se alle deroghe italiane si sommasse una pista realmente più corta di un metro, si aprirebbe una falla difficilmente riparabile, a un mese dai Giochi e con i test programmati solo per il 9-11 gennaio 2026.
A questo va aggiunto che il margine temporale è praticamente azzerato. Il primo test sul ghiaccio avverrà a meno di quattro settimane dall’inizio dell’Olimpiade. Se qualcosa non funzionasse probabilmente non ci sarebbe il tempo materiale per correggerlo.
-
Articoli correlati
Sport | Milano-Cortina 2026La finta Ice Arena e altre beffe
Umwelt | Milano-Cortina 2026Un'Arena, nuove ombre
Acconsenti per leggere i commenti o per commentare tu stesso. Puoi revocare il tuo consenso in qualsiasi momento.