Tre volte Lars Von Trier

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Definire divisivo il cinema di Lars von Trier ridetermina probabilmente il significato di “eufemismo”. È uno a cui piace calcare la mano, spesso solo per il gusto di farlo. Per (ri)scoprire l’immaginario del provocatorio e scaltro regista danese, fondatore insieme a Thomas Vinterberg del famoso movimento Dogma 95, tre dei film che lo hanno consacrato nel panorama internazionale saranno proiettati al Filmclub di Bolzano nel mese di giugno: Dancer in the Dark, Dogville e Le onde del destino.
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Il colpo grosso per Von Trier arriva con Dancer In The Dark, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes 2000 e del premio alla Miglior attrice andato a Björk, che firma anche la colonna sonora. Siamo negli anni ’60 in una cittadina dello Stato di Washington, Selma Jezková (Björk), immigrata ceca con la passione per i musical hollywoodiani, lavora alacremente in fabbrica per pagare l’operazione agli occhi al figlio dodicenne che rischia di perdere la vista a causa della stessa malattia che affligge anche lei. Il film, sorretto da un’incredibile interpretazione e da suggestive sequenze musicali girate anche con 100 videocamere contemporaneamente, è una storia di povertà e sogni infranti, un filino manipolatoria sul piano emotivo e crudele fino al midollo, dove la fantasia combatte la brutalità del reale.
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In quanto a crudeltà la sfida sale di livello con Dogville (2003), un esperimento riuscito a partire dall’impianto scenico: è girato sul palcoscenico spoglio di un teatro sul cui pavimento Von Trier disegna la planimetria di una cittadina degli Stati Uniti in cui si svolgono gli eventi. Inizio anni ’30: Grace Margaret Mulligan (Nicole Kidman), in fuga da due gangster, trova rifugio a Dogville, piccolo villaggio del Colorado. La comunità locale decide di farla restare ma poi, una volta scoperto che la donna è ricercata, le volta le spalle sottoponendola ad abusi e soprusi, togliendole dignità e speranza. Il film ha un sontuoso campionario di facce note, dalla citata protagonista Nicole Kidman a Paul Bettany, James Caan, Lauren Bacall, Patricia Clarkson, John Hurt, Ben Gazzara, Stellan Skarsgård e Chloë Sevigny. Stando a quanto si racconta Dogville fu ispirato da una canzone de L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht e Kurt Weill, “Pirate Jenny”, che von Trier sentì un giorno alla radio mentre era in macchina. Il film è un racconto sull’ingiustizia, la violenza e la vendetta, una dissezione dell’ipocrisia, un’analisi feroce sul comportamento umano.
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La “trilogia” si chiude con Le onde del destino, Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 1996 e film d’esordio di Emily Watson. L’attrice inglese interpreta Bess McNeill, una giovane donna appartenente a una comunità ultra-religiosa scozzese che si innamora di Jan Nyman (Stellan Skarsgård), operaio di una piattaforma petrolifera. Quando l’uomo resta paralizzato a seguito di un incidente sul lavoro, Bess gli si dedica completamente. Le onde del destino è una rappresentazione spietata della misoginia, una storia tragica di sacrificio e abnegazione. In una frase: mai una gioia. In pieno stile Von Trier. Buona visione.
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