“Riforma abitare? Fondi insufficienti”

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Venerdì 6 giugno è stata approvata in Consiglio provinciale la Riforma Abitare, promossa dall'assessora Ulli Mair. Tra le misure chiave figura il modello di edilizia abitativa di utilità sociale. L’Istituto Promozione Lavoratori (Afi-Ipl) ha scelto di confrontarsi in un tavolo di lavoro con varie associazioni e categorie, nonché docenti universitari, in quanto il tema tocca in modo particolare i lavoratori stessi. "Visti i prezzi del mercato immobiliare e degli affitti - aveva detto Stefan Perini dell’Ipl ad aprile dopo il primo incontro - l'abitare è un tema prioritario per i lavoratori altoatesini”. A circa due mesi di distanza dal primo incontro promosso dall’Istituto è stato pubblicato il report contenente il parere delle varie parti coinvolte sulla Riforma da poco approvata in Consiglio. Ma, in particolare sul tema dell’Edilizia abitativa di utilità sociale, il tavolo tecnico istituito da Afi-Ipl ha lanciato un chiaro monito: i fondi previsti non sono sufficienti. La cosiddetta Lex Mair prevede infatti la possibilità di finanziamento provinciale agli enti senza scopo di lucro, come ad esempio le cooperative, che potranno individuare dei terreni su cui costruire alloggi da mettere in affitto a prezzi calmierati. Per questo è stato previsto un sostegno finanziario pari a 2,5 milioni di euro per il 2025, e 5 milioni per ciascuno degli anni successivi, 2026 e 2027.
Una cifra che però non convince i tecnici del tavolo di Afi-Ipl: “Se l'edilizia residenziale senza scopo di lucro deve effettivamente fungere da 'terzo pilastro' del mercato immobiliare e creare diverse centinaia di appartamenti in affitto nei prossimi anni - si legge nel report -, i fondi attualmente previsti non sono sufficienti. Gli importi attualmente previsti sono decisamente troppo bassi. Supponendo che i costi di finanziamento siano compresi tra 80.000 e 100.000 euro per appartamento, si potrebbero finanziare solo circa 50 unità abitative all'anno. Per ottenere un effetto tangibile, i fondi dovrebbero quindi essere aumentati in modo significativo”.
D’altra parte, però, anche gli stessi 2,5 milioni previsti per quest’anno potrebbero non essere effettivamente richiesti da nessuna organizzazione, in quanto ormai i tempi sono stretti mentre quelli richiesti per l’ideazione di progetti simili sono lunghi.
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Dagli affitti alla proprietà
Una proposta concreta che emerge dal tavolo Afi-Ipl riguarda la possibilità di estendere anche alle cooperative edilizie l’accesso agli incentivi per l’acquisto di terreni, oggi riservati solo ai Comuni, con contributo provinciale fino all’80% del costo di costruzione. Ciò permetterebbe di aggirare i tempi lunghi della burocrazia comunale e avviare direttamente progetti residenziali, sbloccando il potenziale delle cooperative in modo più rapido e flessibile. "Un'estensione alle società senza scopo di lucro, infatti, offrirebbe soprattutto alle cooperative edilizie un margine di manovra notevolmente maggiore nella ricerca di terreni idonei per avviare e realizzare autonomamente progetti di edilizia agevolata (senza dover attendere l'iniziativa dei comuni che mettono a disposizione terreni edificabili agevolati)", si legge nel report.
Un’altra proposta innovativa del tavolo promosso da Afi-Ipl è quella di ammettere anche persone giuridiche come soci delle cooperative edilizie. Fondazioni, enti pubblici o assicurazioni potrebbero così partecipare attivamente alla realizzazione di progetti abitativi. "Ciò consentirebbe (alle cooperative Ndr) di rafforzare la propria base finanziaria e amministrativa, il che sarebbe particolarmente importante per progetti a lungo termine come l'edilizia residenziale sociale. Una tale regolamentazione - continua il report - potrebbe contribuire a consolidare il ruolo delle cooperative come attori centrali nella costruzione e nella gestione di alloggi in locazione".
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Diverse critiche arrivano anche dall'opposizione in Consiglio provinciale. "Il testo di legge non dice come l’edilizia abitativa pubblica e sociale si armonizzi con la legge provinciale Territorio e paesaggio riguardo alle abitazioni a prezzo calmierato, né prescrive quante abitazioni di edilizia pubblica e sociale dovrebbero essere riservate al ceto medio nei programmi annuali di edilizia abitativa. Mancano anche i fondi sufficienti per questi obiettivi", sottolinea nella propria relazione il consigliere del Team K Franz Ploner.
Sulla stessa linea anche Madeleine Rohrer dei Verdi, che nella propria relazione ha fatto riferimento, tra il resto, all'indebolimento della tutela del paesaggio in Alto Adige attraverso la sburocratizzazione. “Tutte queste norme rispondono alle richieste di uno stesso, influente gruppo d’interesse”, ha detto la consigliera. Problematiche, a suo parere, sono anche l’assenza di limite sulle aree interrate e la possibilità di nuove volumetrie fuori terra in zone agricole e di costruire del tutto nuovo per gli edifici la cui attuale cubatura non raggiunge i 300 metri cubi. Il disegno di legge. per Rohrer, offre tante scappatoie e viola dei tabù.
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