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Aumenta il canone minimo Ipes

Dal 1° gennaio 2026, 2.200 famiglie vedranno passare l'affitto mensile da 80 a 120 euro. Critico il Centro Casa: "Il nuovo sistema penalizza i nuovi inquilini. Anche chi chiede un cambio alloggio si trova affitti più elevati per case più piccole".
Surian Setassis
Foto: SALTO
  • Modificata la norma, iniziano le criticità. La nuova legge sull'edilizia sociale del 2022 ha subito diverse modifiche: l'ultima, di quest'anno, porta il canone minimo riservato alle famiglie a bassissimo reddito che vivono negli alloggi IPES da 80 a 120 euro. L'aumento partirà con il 1° gennaio 2026 e riguarda 2.265 famiglie, pari a circa il 20% degli inquilini dell'Istituto per l'edilizia sociale.

    Critico il Centro Casa, il sindacato dei conduttori, promosso da CGIL-AGB, SGBCISL e UIL-SGK, che in una conferenza stampa tenuta nella mattinata di oggi, venerdì 14 novembre, evidenzia le problematiche sorte a seguito delle modifiche della legge provinciale. Con la nuova legge, approvata un paio di anni fa - mettono in luce il presidente Adolfo Detassis e il vice Maurizio Surian - si è creato un doppio regime. I vecchi inquilini a tempo indeterminato pagavano in media 270/280 euro al mese mentre i nuovi hanno contratti di 4+4 anni che arrivano a 450 euro.

  • Adolfo Detassis: "Per pensionati al minimo o invalidi, 50 euro al mese possono fare la differenza". Foto: SALTO
  • Inoltre, "vengono aumentati i canoni minimi, che coinvolgono chi ha una capacità economica ridicola, come i pensionati al minimo o gli invalidi per i quali 50 euro al mese possono fare la differenza", dice Detassis.
    Per il Centro Casa si tratta di una "schizofrenia normativa" che mostra il meglio di sé nei casi di cambio alloggio dei vecchi inquilini, anche nel caso di cambi d'ufficio, quelli che vengono proposti da IPES quando l'alloggio occupato è sovradimensionato. 

     

    "Una schizofrenia normativa"

     

    In merito, il sindacato porta un esempio che riguarda una famiglia originariamente numerosa, ora ridotta a tre persone. Persone con un reddito normale da lavoratore dipendente che pagano un canone, per 110 mq, di circa 420 Euro. Nel 2023 la famiglia viene contattata dall'IPES che propone un cambio con un alloggio più piccolo. L'inquilino si dichiara disponibile. Nel 2025 viene ricontattato per la firma del contratto del nuovo appartamento di circa 69 mq, quindi 30 in meno. Nuovo canone 776 Euro. L'inquilino rinuncia al cambio pur consapevole che gli verrà applicata la maggiorazione per la differenza di superficie a canone provinciale. Ma, nonostante questa maggiorazione, il canone per il suo vecchio appartamento di 110 mq rimane, seppur di poco, ancora inferiore a quello proposto per il nuovo di 69 mq. 

    Ma a questo punto si aggiunge la beffa: avendo accettato il cambio due anni prima dovrà pagare, in caso di rinuncia, gli arretrati quantificati dall'Ipes in 6.250 Euro.

    Nel 2024 - fa sapere IPES - ci sono stati 64 cambi alloggi.