Politica | Verso maggio

La sinistra ci sarà?

Uscita con le ossa rotte dal naufragio della giunta Spagnolli, la sinistra prova a riorganizzarsi in una casa comune.

25 settembre 2015: un Luigi Spagnolli estenuato annuncia su twitter la fine della sua esperienza di sindaco ringraziando “tutti coloro che mi sono stati vicini”. Tra questi vicini, anche se molto indirettamente coinvolti nel ringraziamento, ricorderete, Luigi Gallo e Guido Margheri, ossia la componente “sociale” e più strenuamente governativa di uno schieramento “eco-sociale” fino all’ultimo lacerato tra l’ipotesi di perseverare e quella di dare il colpo di grazia. La rielaborazione del trauma è stata difficile, non c’è neppure la certezza che sia realmente cominciata, ma intanto i superstiti hanno ripreso a riorganizzarsi abbozzando un progetto di unità almeno parziale (per i Verdi, alle prese con il riassetto di cocci molto più ingombranti, si prospettano invece tempi più lunghi). L’occasione – celebrata nella storica sede di Rifondazione Comunista al numero 101 di via Milano – è data dalla creazione di una nuova associazione, una sorta di camera di compensazione post-traumatica, per dire e dirsi che la sinistra c’è ancora, in qualche modo, e quindi cercherà di esserci anche a maggio, anche se nessuno sa bene in che forma e per sostenere chi o che cosa.

La fatica del nome

Venti persone riunite intorno a un nome da trovare. La prima ipotesi sul tavolo è “Casa della sinistra”, ma qualcuno storce la bocca. Ci sono già troppe altre case in giro, per giunta tutte poco raccomandabili. Casa Pound, per esempio, che a maggio manifestò qui a due passi acclamando Matteo Salvini. O la vecchia Casa delle Libertà. Meglio qualcos’altro. Viene proposto “Restare umani”, oppure una variante più situazionista: “Colla sinistra”, perché si tratta di appiccicare i pezzi disgiunti, no? E qualcuno già si immagina il simbolo con il tubetto dell’adesivo. All’anglicismo “Left” succede un più operaio “Cantiere della sinistra”, ma anche in questo caso sono più i contrari che i favorevoli. Alla fine Gallo propone di mutuare un’esperienza tedesca: “Hier ist die Linke”. Approvazione e giubilo. E in italiano? “Qui c’è la sinistra” suona macchinoso, “La sinistra che c’è” decisamente sconsolato. Alla fine si impone a maggioranza il più diretto ed eufonico “La sinistra c’è”, e così si può passare agli altri punti all’ordine del giorno.

Ora che la casa c’è, chi paga l’affitto?

Lo statuto della nascente associazione politico-culturale prevede l’elezione di almeno cinque dirigenti. Siccome tutti sono abbastanza titubanti, alla fine, per farsi reciprocamente coraggio, se ne fanno addirittura sette. Toccherà a Iolanda Millo – già candidata per A sinistra per Bolzano – occupare la carica di presidentessa. L’euforia riscalda la stanza e si fanno anche delle battute sull’appellativo di “membri” riferito ai componenti del direttivo. Umore fragile però, giacché dall’euforia si rischia di passare presto all’allegria del naufragio. Gianfranco Maffei informa infatti l’assemblea di un proposito funesto: “Finora noi di Rifondazione ci siamo sobbarcati il pagamento di due terzi dell’affitto (l’altro terzo è a carico di SEL, ndr), ma non possiamo garantire questa prestazione ancora per molto. Quindi, o l’associazione contribuirà in tal senso, magari intestandosi un conto corrente, oppure saremo costretti a disdire l’affitto”. Insomma, va bene avere finalmente un tetto sopra la testa, ma la casa bisogna anche potersela permettere. Altrimenti meglio restare privi di fissa dimora. Homeless left? La discussione si anima, fanno capolino preoccupazione e scoramento. Poi Gallo e Margheri riprendono il controllo della situazione. “Compagni, intanto arriviamo a gennaio e poi vediamo se con le iscrizioni e il sostegno che ci hanno promesso riusciremo a garantire una distribuzione più sopportabile dei costi”. Siccome sono quasi le otto, molti stanno già dando segno di volersi congedare, non c’è insomma più tempo di coltivare il pessimismo o, peggio, propositi di una scissione anticipata. Intanto stasera la sinistra più o meno unitaria dice di esserci. Se ci sarà anche domani, ci si penserà domani.

 

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Max Carbone Gio, 12/17/2015 - 14:43

Capisco tutto, certo. Bisogna scriverne (?), bisogna esserci (?), bisogna fare pur qualcosa (?). Culliamola, prima di tutto con gli occhi, sguardo da Madonna verso la culla teneramente riempita. Da una roba che non si muove più.

Gio, 12/17/2015 - 14:43 Collegamento permanente