“Ci vuole la disponibilità di tutti”
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Sarà Peter Beer a guidare il progetto della Diocesi di Bolzano-Bressanone contro gli abusi nella chiesa cattolica. Per dieci anni vicario generale dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga, dove si è impegnato per affrontare il problema della violenza sessuale, e attuale professore alla Pontificia Università Gregoriana a Roma, Beer sostituirà don Gottfried Ugolini che la scorsa settimana ha lasciato l'incarico di referente per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili e la guida del gruppo direttivo del progetto "Il coraggio di guardare". Con la pubblicazione della perizia indipendente dello studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl nel gennaio di quest'anno è stata completata la fase di ricognizione e informazione del percorso. Ora il progetto si concentra sull'elaborazione sistematica e sull'ulteriore sviluppo delle strutture di prevenzione.
SALTO: Beer, lei fa parte del progetto diocesano fin dall'inizio e presso la Pontificia Università Gregoriana si occupa proprio di tutela e prevenzione contro gli abusi. Cosa si aspetta da questo nuovo incarico in provincia di Bolzano?
Peter Beer: I lavori già in corso e quelli ancora da svolgere dovranno essere portati a termine in modo sereno ed efficiente entro la fine del progetto, prevista per l'estate del prossimo anno.
"Caso Don Carli? Servono regole procedurali chiare nonché la definizione di responsabilità. Ci vuole la disponibilità di tutti ad attenersi a tali principi"
Essendo coinvolto nel lavoro della Diocesi altoatesina è a conoscenza della gestione del "caso don Giorgio Carli", citato anche nella perizia. Il Vescovo Ivo Muser quest'anno ha prima messo in atto il trasferimento del parroco e, dopo le polemiche, ha subito revocato la nomina. L'avvocato Wastl ha parlato di fallimento sistemico, frutto di errori individuali e debolezze collettive. Come si possono prevenire altri casi simili?
L'esperienza dimostra che innanzitutto sono utili criteri e regole procedurali chiare nonché la definizione altrettanto chiara di responsabilità e competenze di coloro che sono coinvolti nel processo decisionale. Naturalmente ci vuole inoltre la disponibilità di tutti ad attenersi a tali principi fondamentali. Nell'ambito del progetto si cercherà di provvedere le basi necessarie per tutto ciò.
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Eugen Runggaldier (vicario), Ivo Muser (vescovo), Don Gottfried Ugolini: quest'ultimo la scorsa settimana ha lasciato l'incarico di referente della Diocesi per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili e di componente del gruppo direttivo del progetto "Il coraggio di guardare". Foto: Diözese Bozen-Brixen -
"Spetta alle singole diocesi decidere in che modo intendono combattere gli abusi nelle parrocchie e così contribuire a una chiesa più sicura"
Al di là del singolo caso, la Diocesi di Bolzano Bressanone è stata la prima in Italia a commissionare un'indagine indipendente per fare luce sui casi di abusi sui minori. Può essere un esempio per l'Italia?
Se si pensa alla menzione positiva del progetto nel Rapporto annuale della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, questa idea non è del tutto fuori posto. Naturalmente spetta alle singole diocesi decidere in che modo intendono combattere gli abusi nelle loro parrocchie e istituzioni e così contribuire a una Chiesa più sicura. Non esiste un unico modo, quello di Bolzano-Bressanone, per farlo.
In tal senso ci saranno delle interlocuzioni con altre Diocesi, a partire dalla vicina Trento?
Diciamo così: è sempre bene dialogare e scambiarsi opinioni.
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