Ambiente | Valtellina

Pasticcio olimpico

Mentre per la contestata cabinovia di Cortina si affida al "mago" Titton, a Bormio SIMICO si arrende. Verdi/Sinistra: "Come si giustifica l'affidamento diretto alla Graffer?"
bormio
Foto: Screeenshot
  • Mentre a Cortina il commissariodi Governo, Fabio Saldini, ci prova, affidando la regia dei lavori per la contestata cabinovia Apollonio-Socrepes a Michele Titton, a Bormio, dove – ancora più assurdamente i lavori erano stati allo stesso modo assegnati con procedura negoziata alla Graffer di Sergio Lima - alza bandiera bianca, attirando forti critiche dagli esponenti locali di Alleanza Verdi Sinistra.

    Titton è il “mago” che con un budget di 120 milioni di euro, e facendo lavorare gli operai anche di notte, è riuscito a portare a termine – contro le previsioni iniziali – i lavori della pista da bob ai piedi delle Tofane. Intervistato dal Corriere delle Alpi, ieri (18 novembre), l’ingegnere della ITS Engineering ha detto che la cabinovia si può completare nei prossimi 78 giorni, e cioè entro l’inizio dei Giochi, collaudi compresi. Il pendio si è nel frattempo rivelato così franoso che alcuni piloni si potranno muovere su delle specie di binari per compensare gli spostamenti. Questo prevede il progetto esecutivo, che è stato consegnato nei giorni scorsi e che Titton, forse anche grazie alla consapevolezza che Graffer gode delle simpatie di tutta la “filiera” tecnico-politica, considera già approvato da Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle infrastrutture). Lo stesso vale per “l’immunità di frana” che dovrà essere certificata dai tecnici della Regione Veneto. Titton dà per scontato che anche questa arrivi in quattro e quattr'otto.

  • Frana: In questa foto scattata il 15 novembre si vede che la fenditura nel terreno si allarga verso est Foto: Voci di Cortina
  • Cattive notizia, invece, dalla Valtellina. Già questa estate, Alternativa Verdi e Sinistra d aveva acceso i riflettori sull’affidamento diretto dell’impianto di risalita di Bormio, denunciando “i rischi di procedure opache e la totale incompatibilità dei tempi con le Olimpiadi”.

    Secondo la forza politica lombarda, le recenti Delibere del Consiglio Provinciale n. 40 e 41 del 27/10/25, “nel goffo tentativo di tamponare il contenzioso con la Società Impianti Bormio — che ottiene la riconferma delle concessioni fino al 2033 — spalancano il vaso di Pandora, ammettendo senza mezzi termini che la funivia Ciuk-La Rocca non sarà pronta nei tempi previsti e prevedendo per le opere sinora realizzate la consegna anticipata prima che intervenga l’emissione del certificato di collaudo definitivo”.

    I lavori per la seggiovia di Bormio erano stati affidati questa estate a un R.T.I. guidato dalla Graffer S.r.l., mentre pochi giorni prima il commissario Saldini aveva annunciato l’aggiudicazione alla stessa azienda – insieme ad altre imprese – di un intervento analogo a Cortina. In entrambi i casi i lavori sono stati affidati direttamente, dopo che le gare d’appalto erano andate deserte. Una coincidenza che non è sfuggita ai comitati ambientalisti, secondo i quali “desta più di un sospetto il fatto che un impianto di tale rilevanza non abbia visto la partecipazione alla gara d’appalto dei principali player del settore”. AVS ricorda proprio una dichiarazione rilasciata dalla Leitner a SALTO “di non aver partecipato alla gara per la funivia di Cortina perché, visto il progetto e le criticità geologiche, il progetto risultava irrealizzabile nei tempi richiesti”.

    La determina di affidamento dei lavori del Commissario straordinario del 18 luglio 2025 fissava un cronoprogramma che prevedeva quaranta giorni per il progetto esecutivo, duecento giorni per il tronco Ciuk–La Rocca e altri duecento per il tronco Bormio–Ciuk. La consegna della seggiovia Ciuk–La Rocca, la prima a dover essere completata, era dunque fissata almeno al 15 marzo 2026, cioè a Giochi già conclusi e senza tenere conto dei necessari fermi dovuti allo svolgimento delle stesse competizioni: “Un dato che parla da sé”, dicono i rappresentanti di AVS.

    “Già questo – si legge nella nota - avrebbe dovuto indurre SIMICO a maggiore prudenza. Invece si è proceduto con un affidamento diretto da oltre 23 milioni di euro, forzando i limiti della trasparenza e ricorrendo a una procedura negoziata d’urgenza difficilmente giustificabile: se un’opera nasce già con tempi incompatibili con le Olimpiadi, dov’è l’urgenza? Su questo punto il senatore Tino Magni aveva presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Salvini, che a oggi risulta inevasa. Un silenzio che pesa”.

    Non basta. “A rendere ancora più evidente l’incongruenza dell’intera operazione è arrivata la nota della FIS del 15 settembre 2025, richiamata nella Delibera del Consiglio Provinciale n. 40. La Federazione Internazionale vieta qualsiasi attività di costruzione sulla tratta Ciuk–La Rocca oltre la metà di novembre 2025, perché incompatibile con le operazioni di innevamento”.

    Per i responsabili di AVS “il risultato è un paradosso amministrativo che sfiora l’assurdo: SIMICO affida senza gara un’opera dichiarata “strategica” per le Olimpiadi, sapendo già che non potrà essere completata nei tempi necessari. Lo stop imposto dalla FIS trasforma un errore in un pasticcio: i lavori non solo non sarebbero stati utili ai Giochi, ma il loro avvio è rinviato a manifestazione conclusa. Tutto ciò dimostra che, se si fosse seguita una procedura ordinaria e trasparente, l’opera avrebbe avuto le stesse possibilità di essere completata, senza mettere a rischio risorse pubbliche, credibilità e il territorio”.