Ambiente | Olimpiadi 2026

Cabinovia a Cortina, avanti coi lavori

Il Tar respinge i ricorsi contro la cabinovia Apollonio-Socrepes. Ma manca ancora il progetto esecutivo per ottenere l’autorizzazione regionale sull’immunità da frana.
Socrepes
Foto: SALTO
  • Il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi presentati da alcuni residenti di Cortina contro la costruzione della cabinovia Apollonio-Socrepes, opera realizzata in vista dei Giochi invernali di Milano-Cortina 2026. La decisione consente di proseguire i lavori, pur in assenza dell’autorizzazione regionale sull’“immunità da frana” e del progetto esecutivo definitivo.

    La Regione Veneto ha ribadito che la dichiarazione di compatibilità geologica potrà essere rilasciata solo dopo la presentazione del progetto esecutivo da parte di Simico (Infrastrutture Milano Cortina), che ha già avviato parte del cantiere. L’autorizzazione dovrà verificare anche il rispetto delle 14 prescrizioni ambientali imposte dalla Commissione Via.

    Il tema della sicurezza geologica resta centrale: sul versante di Mortisa, nei pressi del tracciato, a settembre si era aperta una crepa di circa trenta metri. L’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria e delle infrastrutture (Ansfisa) ha rilasciato finora un nulla osta parziale, limitato alla stazione di monte e basato su un progetto preliminare.

    Dopo il rigetto dei ricorsi, l’iter amministrativo e tecnico dell’opera potrà proseguire, in attesa del parere definitivo della Regione Veneto sull’immunità da frana e dell’approvazione finale del progetto esecutivo.

  • Il caso, dall'inizio

    Il progetto della cabinovia – dieci piloni, tre stazioni, cinquanta cabine da dieci posti, capacità di 2.400 persone l’ora – è nato per collegare il centro di Cortina con le Tofane, cuore delle gare olimpiche. Dopo una prima bocciatura della Valutazione ambientale strategica (Vas) nel 2024, la Via regionale aveva ribaltato il parere all’inizio del 2025. La gara d’appalto era poi andata deserta, fino all’assegnazione diretta nel luglio scorso alla Graffer di Sergio Lima, affiancata da Ecoedile e Dolomiti Strade. I residenti delle frazioni di Lacedel e Mortisa hanno presentato ricorsi al Tar contestando l’impatto ambientale e geologico dell’opera – che sarebbe dimostrato dal movimento franoso – e segnalando i rischi di effetto cumulativo tra i vari cantieri sullo stesso versante.

    Foto: SALTO