Economia | Sciopero

Metalmeccanici ancora in piazza

Dopo il blocco delle trattative, i sindacati chiedono a Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica il rinnovo del contratto collettivo, scaduto a fine 2024, con un aumento in busta paga di 280 euro mensili. Oggi la 40esima ora di sciopero.
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Foto: Strandret - Freepik
  • I metalmeccanici sono scesi di nuovo in piazza, raggiungendo la 40esima ora di sciopero. Oggi, venerdì 20 giugno, infatti è stato proclamato a livello nazionale da Fiom/Cgil, Fim/Cisl e Uilm/Uil uno sciopero di otto ore, con corteo regionale a Trento per chiedere il rinnovo del contratto collettivo metalmeccanici che, in provincia di Bolzano, riguarda 18 mila lavoratori.

    Alta l'adesione allo sciopero con punte fino all’80-90% in alcune aziende importanti come Acciaierie Valbruna e Aluminium Bozen a Bolzano nonché Gkn Driveline, Comer e Gkn Sinter Metals in Val Pusteria. Le quaranta ore di sciopero indette da Fiom, Fim e Uilm sono la risposta – così i sindacati – alla chiusura che Federmeccanica-Assistal continua ad opporre alle richieste dei lavoratori, non riaprendo la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Tra le richieste c'è un aumento salariale di 280 euro.

  • Acciaierie Valbruna: adesione alta allo sciopero di oggi con 8-9 lavoratori su 10. Foto: Seehauserfoto
  • Il blocco delle trattative - sottolineano ancora i sindacati - ricade anche sulla trattativa per il rinnovo contratto nazionale delle piccole e medie aziende associate ad Unionmeccanica-Confapi.

  • Settimana a 35 ore

    "Il contratto nazionale non deve essere svuotato - scrivono i sindacati -, rappresenta invece la risposta fondamentale per contrastare la crisi, dare stabilità e rilanciare il sistema industriale del Paese. La piattaforma unitaria chiede un aumento in busta paga di 280 euro mensili; la riduzione del ricorso a forme di contratto precario in favore dei contratti a tempo indeterminato e di apprendistato; la riduzione progressiva della settimana lavorativa a 35 ore a parità di salario; maggiori investimenti su salute e sicurezza e sulla formazione permanente; la riduzione delle esternalizzazioni e degli appalti; contrasto alla disparità di genere e agevolazioni per la conciliazione lavoro-famiglia".