Il gran pasticcio del Fondo di ricerca

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L’incontrollata ambizione di fare ricerca non normale, ma “con la R maiuscola”, in un’azienda sanitaria come quella altoatesina che prima di lanciarsi nella dispendiosa avventura con la Cattolica non aveva neppure una facoltà di medicina di riferimento, ha fino a questo momento giocato una serie di brutti scherzi, portando con sé diversi clamorosi fallimenti. Abbiamo già raccontato come l’IRTS Innovation, Research and Teaching Service del super primario Michael Mian sia di fatto in via di smantellamento con un fuggi-fuggi generale da parte del personale e, a breve, torneremo sul mega crash del progetto di Farmacogenetica, ma ora è arrivato il momento di parlare della brevissima vita di un altro progetto lanciato nel 2022 fra squilli di trombe e rulli di tamburi: il South Tyrolean Fund for the promotion of scientific research (SFPR) ovvero sia il Fondo per la promozione della ricerca scientifica. Un'ulteriore testimonianza del fatto che la legittima aspirazione di fare ricerca “di alto livello” da parte dell’Asl non sia stata sempre suffragata da spese oculate e da prassi amministrative trasparenti, con quella "attitude" ormai tipica di queste latitudini che porta certi amministratori a fare questo ragionamento: grazie all'Autonomia abbiamo un sacco di soldi, se possiamo spendere 100 perché cercare di spendere 80, se quello che decidiamo è proprio sbagliato torniamo indietro, e se anche la Corte dei conti dice qualcosa, chissenefrega.
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La premessa
Andiamo alle origini: il Fondo per la promozione della ricerca viene creato nell’ambito dell’accordo di cooperazione tra la università Paracelsus di Salzburg (PMU) e l’Azienda sanitaria avviato con un decreto del marzo 2021 firmato dall’allora assessore Thomas Widmann. La Provincia si fa carico di pagare le rette da 25.000 euro all'anno a 15 studenti (questo è il numero previsto dalla Convenzione), ma negli anni gli studenti diventano 25 (non è ancora dato sapere se la convenzione sia stata modificata in tal senso). Ma non basta. Come sempre, si pensa in grande e “l'obiettivo dichiarato delle parti contraenti è di stabilire una sede accreditata della PMU in Alto Adige, per la quale verrà concluso un ulteriore accordo”.
Questo ulteriore accordo, in realtà, resterà lettera morta perché, poi, negli anni successivi la Provincia, con una virata di 180 gradi, deciderà di aprire la sede della facoltà di medicina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel 2021, però, nella testa di Widmann e Florian Zerzer, l'allora direttore generale dell'ASL, il rapporto tra ASL e PMU era pensato a lungo termine Già, ma leggendo le decine di pagine di documenti, non c’è una sola riga che aiuti a capire perché proprio un accordo con l'ateneo privato Paracelsus di Salzburg? Come ne sono stati valutati gli standard qualitativi, i percorsi formativi e da chi? Sono stati impiegati gli stessi metodi di valutazione per cui sono state portate avanti le costose collaborazioni con l' Università di Riga in Lettonia o con l’ University Targu Mures Medical Campus Hamburg UMCH – filiale tedesca di un’università rumena?
L’obiettivo di Widmann era di avere con la PMU un rapporto, diciamo, di grande vicinanza e scambio. Per i premi di ricerca, la gestione del bando è stata affidata, con l'esborso di 20.000 euro, alla cooperativa veneta CORIS. Negli accordi era previsto nero su bianco una sorta di anomalo “circuito chiuso” per cui – si legge nel regolamento interno – “Il 50% del finanziamento andrà ai progetti meglio classificati con principal investigator (PI) di SABES e il 50% ai progetti meglio classificati con il PI della PMU. SABES e la PMU devono essere coinvolti come partner in ogni progetto finanziato".
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Che il Fondo non dovesse essere il fuoco di paglia che poi è stato lo si comprende in quella parte del Regolamento in cui è scritto che “il comitato di aggiudicazione ha inoltre il compito di concordare un piano di sviluppo comune tra PMU e SABES/Provincia dell'Alto Adige con obiettivi e temi di ricerca concreti per un periodo di 5 anni. Ogni 5 anni, gli obiettivi vengono analizzati e, se necessario, il piano di sviluppo viene rinnovato o ridefinito”.
Ebbene, in questo articolo cercheremo di capire come è possibile che Il Fondo sia in realtà già morente, e perché i premi in denaro siano stati assegnati nel febbraio 2023, ma i soldi ai vincitori, poi, siano stati pagati con più di due anni di ritardo. Per capirci qualcosa, la vicenda va ricostruita minuziosamente.
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La ricostruzione
L'anno dopo l'avvio dell'accordo di cooperazione con la PMU nel 2021, l’Azienda sanitaria annuncia la creazione del Fondo di ricerca dotato di un comitato di aggiudicazione e di un comitato di sviluppo. “Lo stanziamento annuale di almeno 500.000 euro (max 1 milione) a questo fondo garantirà il rafforzamento dell'attività di ricerca in Alto Adige”, si legge nell’accordo. Per la prima edizione viene messo un milione di euro e nel febbraio 2023 vengono individuati ben 16 vincitori.
Ad aprile 2025 SALTO chiede ai vertici dell’ASL se per destinare questi fondi alla Paracelsus sia stato fatto un bando o meno. L’ASL non dà chiarimenti convincenti e quindi si rende necessario l’avvio di una richiesta di accesso agli atti. Dopo un mese, sfruttando tutto il tempo consentito dalla legge, l’ASL fornisce la documentazione. Nella lettera accompagnatoria, Christian Kofler, attuale direttore dell'Azienda, fa la propria ricostruzione. La riportiamo integralmente:
“Con decreto dell‘Assessore provinciale alla Salute n. 4546/2021, è stata stipulata una convenzione con l’Università „Paracelsus Medizinische Privatuniversität Salzburg-Privatstiftung“ per il corso di studi 2021- 2026 e, accertato che l’università in questione mette a disposizione la necessaria collaborazione per il raggiungimento degli obiettivi oltre ad un pacchetto complessivo di risorse universitarie nei settori della ricerca scientifica, dell’insegnamento, e della formazione, con delibera 257/2021 l’Azienda Sanitaria ha approvato l'accordo di cooperazione con l'Università „Paracelsus Medizinische Privatuniversität SalzburgPrivatstiftung“ (PMU) per la ricerca e l'insegnamento. Tale accordo prevede sia una collaborazione didattica che scientifica. Per favorire la collaborazione a livello della ricerca lo stesso accordo prevede anche un fondo per la ricerca per progetti condivisi (paragrafo 3). Nell'ambito di questa cooperazione con la “Paracelsus Medizinischen Privatuniversität SalzburgPrivatstiftung - PMU”, con la delibera 337/2022 l'Azienda sanitaria dell'Alto Adige ha approvato il regolamento interno del Comitato con il compito di elaborare le linee guida/bando per i progetti di ricerca e possibilità di proporre un eventuale partner esterno per la valutazione indipendente dei progetti. Con delibera 368/2022 sono state stabilite le linee guida/bando per la presentazione dei progetti di ricerca per il periodo di finanziamento 2021-2022 a valere sul Fondo altoatesino per la promozione della ricerca scientifica (SFPR) dell'Azienda sanitaria dell'Alto Adige (ASDAA) e della Paracelsus Medizinische Privatuniversität Salzburg (PMU) ed è stata incaricata la cooperativa di ricerca sanitaria senza scopo di lucro CORIS Veneto per la pubblicazione del bando e valutazione dei progetti. Il bando è disponibile al seguente link: https://www.corisveneto.com/south-tyrolean-fund-for-thepromotion-of-sci… Con delibera 254 del 21.02.2023 sono stati approvati i progetti risultati vincitori dopo valutazione del CORIS. Con delibera 897 del 27.08.2024 sono state approvate le linee guida per la gestione del fondo e la rendicontazione delle spese connesse ai progetti di ricerca. Con delibera 1437 del 30.12.2024 sono stati approvati i finanziamenti dei progetti di ricerca premiati ed il modello di contratto di cooperazione con le strutture di ricerca coinvolte.
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Le “cose strane” o non del tutto chiare della ricostruzione sono parecchie, per cui, sempre via mail, ribattiamo: “La prassi corretta non sarebbe la pubblicazione di un avviso pubblico per selezionare i partner di progetto? Se l'osservazione è pertinente, a cascata, tutti gli atti amministrativi successivi non sono in qualche modo "carenti"?
Kofler contro-ribatte: “Poiché l’accordo di cooperazione con la PMU prevedeva sia una collaborazione didattica che scientifica e concretamente anche l’istituzione di un fondo di ricerca, tenuto inoltre conto del fatto, che, grazie alla collaborazione con la PMU, anche da parte della Provincia, vari reparti e servizi sono stati accreditati come “ospedali di formazione”, circostanza che ha rafforzato ulteriormente anche il settore della ricerca, la Direzione aziendale aveva scelto a suo tempo di individuare la PMU come partner per il Fondo di ricerca. I progetti autorizzati non sono solo progetti di ricerca con la PMU. Non si condivide l’affermazione secondo la quale gli atti amministrativi sarebbero “carenti”.
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Ma quali sono le anomalie?
Primo: è quanto meno inusuale che l’avvio del procedimento amministrativo che nel quinquennio 2021 2026 determinerà l’esborso di parecchi milioni di euro, venga dato con una decisione monocratica e non con una delibera di Giunta. Facendo delle ricerche non risultano altri casi di amministrazioni regionali che vadano oltre la concessione di normali borse di studio, e che si facciano cioè carico, come ha deciso di fare la Provincia di Bolzano, dell’intera onerosa retta di facoltà private, ma questo in realtà dà conto del livello di disperazione per l’assenza di personale sanitario e delle ragioni per cui nessuno si è fatto problemi a procedere in questo modo. Al di là di questo aspetto, comunque, secondo quanto si è potuto verificare, va detto chiaramente che non c'è una irregolarità procedurale nella stipula di una convenzione: gli enti pubblici possono infatti farlo anche con università private, purché siano garantiti trasparenza, imparzialità e buon andamento dell’amministrazione pubblica. Va da sé che per garantire questi ultimi tre principi un "avviso" per cercare partner di progetto sarebbe stato più opportuno e forse avrebbe garantito una scelta più ponderata. La regola non scritta è: se si può si fa. Punto.
Come abbiamo visto Kofler spiega poi che nel 2022 sono state stabilite le linee guida/bando per la presentazione dei progetti di ricerca per il periodo di finanziamento 2021-2022 e nel 2023 sono stati approvati i progetti risultati vincitori dopo la valutazione del CORIS. Dal sito dell’azienda, in un articolo che come sempre "roboante" (è qui che si parla di ricerca con la R maiuscola, ndr), apprendiamo quindi che “nel corso di una cerimonia svoltasi giovedì 23 febbraio 2023, i finanziamenti del Fondo altoatesino per la Ricerca Scientifica sono stati assegnati per la prima volta". A questo punto, di lì a qualche settimana, nel normale fluire della prassi amministrativa avrebbero dovuto avere luogo la rendicontazione delle spese e la liquidazione degli importi. Quest'ultima, invece, come vedremo, è cominciata solo nel marzo 2025. Sul serio: più di due anni dopo.
Cos’è successo, quindi? Come noto, Florian Zerzer ha concluso il suo incarico come direttore generale dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige nel novembre 2023 (ben sette mesi dopo la dichiarazione dei vincitori), a seguito di una sentenza del TAR di Bolzano che ha annullato la proroga del suo mandato, ritenendola illegittima. Quindi c’è stato il breve interregno di Irene Pechlaner e a marzo 2024 è entrato in servizio Christian Kofler. Questi, però, perplesso, non si limita a proseguire l'iter amministrativo. No, con la delibera 897 del 27.08.2024 fa approvare delle nuove linee guida per la gestione del fondo e per la rendicontazione delle spese connesse ai progetti di ricerca. E, successivamente, il 30 dicembre 2024 approva i finanziamenti dei progetti di ricerca premiati quasi DUE ANNI PRIMA nonché il “modello di contratto di cooperazione con le strutture di ricerca coinvolte”. Un iter amministrativo molto contorto, insomma, che ha l’aria di una correzione ex post realizzata con l’obiettivo di sanare delle falle amministrative (non sarebbero state definite collaborazioni con enti terzi e il primario Mian è stato quindi incaricato di stipulare altre convenzioni) e mettersi al riparo da possibili guai. Altrimenti, perché illudere prima, e far penare poi, così tante persone? Chi lavora nell’ambito sa quanto grave sia per un ricercatore pensare di avere già in tasca del denaro, iniziare a fare progetti, e riceverlo due anni e mezzo dopo.
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Pur sapendo tutte queste cose, Kofler, però, replica così: “La delibera 368/2022 ha stabilito le linee guida della presentazione dei progetti e invece la delibera 897/2024 ha previsto delle modifiche più che altro per quanto atteneva la gestione del fondo e la rendicontazione. Solo con delibera del 30.12.2024 è stato dato corso alla disponibilità dei finanziamenti e la relativa liquidazione avverrà soltanto dopo la rendicontazione dei vari progetti. L’iter amministrativo pertanto non è “strano”; piuttosto, questo si è protratto nel tempo, visti i cambiamenti al vertice”. Tutto normale, insomma.
Indipendentemente da quello che dice Kofler, però, la successione degli atti amministrativa e le tempistiche restano poco comprensibili. Il fatto è che, per ragioni che si possono solo intuire, l'attuale direttore generale probabilmente non se la sente di criticare apertamente l’operato di Zerzer.
In Alto Adige-Südtirol, del resto, quando ci sono degli avvicendamenti ai vertici amministrativi di un ente, funziona all’incirca così: chi prende l’incarico, se la persona che precedeva è stato messo lì dal partito politico al potere da 70 anni (cioè nel 99% dei casi), difende l’operato del predecessore a prescindere, anche a costo di risultare reticente. È una regola non scritta per cui chi arriva in alto sa che, semmai dovesse a sua volta commettere qualche “errore”, anche ciclopico, in futuro godrà dello stesso sistema di protezione e potrà quindi dormire sonni tranquilli. Si annullano, cioè, le responsabilità individuali e il Sistema ha sempre ragione.
Neanche un accesso agli atti da parte di SALTO, dunque, ha consentito di chiarire se quello che doveva essere il fiore all’occhiello dell’era Zerzer sia stato creato nel pieno rispetto delle regole amministrative. I ricercatori, intanto, hanno dovuto aspettare più di due anni per avere il premio. E nemmeno tutti hanno ancora ricevuto il bonifico.
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