Politica | Cortina/1

Sfrecciano i primi bob, Zaia esulta

Ok alla pre-omologazione della pista da 118 milioni. Salvini scomoda Brunelleschi, mentre il presidente della Regione paragona la nuova “Eugenio Monti” al Guggenheim e provoca: “Dove sono i porta sfiga?”.
cortina bob
Foto: SALTO
  • Un “monumento alla follia”, “il nostro Guggenheim”, “un miracolo”. Si sono sprecate le metafore, oggi martedì 25 marzo, a Cortina d'Ampezzo, per la cerimonia di pre-omologazione della pista da bob delle polemiche. E a partire da un Luca Zaia più crozziano che mai (rivolto agli atleti ha detto: “guardiamoci nelle palle degli occhi, cari atleti, il prossimo anno dovete vincere medaglie”) un po’ tutti coloro che hanno preso la parola si sono tolti i sassolini dalle scarpe riprendendo “i porta sfiga” che - a loro dire - si auguravano che i lavori non finissero in tempo. In realtà, chissà se esiste davvero qualcuno che, una volta che i bulldozer hanno "spianato" 900 alberi, auspicava davvero una figuraccia internazionale e la “legacy” di un’opera incompiuta. 

    I perplessi dall'investimento che ha raggiunto i 118 milioni di euro (erano 80 quelli preventivati all'inizio) difficilmente cambieranno idea, ma non c’è dubbio che ciò che è stato realizzato nell'ultimo anno a Cortina sia qualcosa di fuori dal comune. Per fare in 305 giorni quello che normalmente si sarebbe fatto in 700, operai e maestranze delle 35 imprese - con la Pizzarotti capofila – hanno prodotto uno sforzo ciclopico, lavorando su turni dall’alba alla sera tardi. E un aiutino, suonerà paradossale visto che parliamo di discipline olimpiche che nel tempo lotteranno per la sopravvivenza (il Cio ha detto che non autorizzerà la costruzione di altre piste da bob), è arrivato dal “climate change”. “Quest’inverno non è praticamente mai nevicato, hanno potuto lavorare senza sosta”, dice Katia, barista, da sempre entusiasta per la realizzazione dell’opera. 

  • Volti felici: Gli atleti del bob, dello silittino e dello skeleton, dietro la pista Foto: SALTO
  • Anche se Fabio Saldini, coordinatore dei lavori per Simico, ha voluto ribadire più volte che non si tratta di un miracolo, è qualcosa che ci si avvicina. Ancora oggi, arrivando a piedi dalla palestra di roccia, la pista era coperta da teli, e tutta la parte esterna presentava file di “tondini” in ferro che dovranno essere coperti da colate di malta. Fino a quando poco dopo le 10 del mattino non è sfrecciato il primo atleta sullo slittino, un po’ a tutti sembrava impossibile che qualcuno potesse lanciarsi a 100 all’ora lungo quel serpentone nel quale non si distingueva la superficie ghiacciata. Invece nel corso della mattinata di atleti, con bob, skeleton e slittini, ne sono scesi parecchi. Tutti emozionatissimi. “Faccio questo sport da 15 anni – dice Patrick Baumgartner con un sorriso radioso – ed è la prima volta che lo pratico su suolo italiano. E’ stata davvero una grande emozione. La pista è molto bella, molto tecnica”.

    Visto dall'alto, il tubo di cemento lungo 1.700 metri attualmente a livello paesaggistico è ancora un pugno nell'occhio, ma secondo il sindaco Gianluca Lorenzi “quando sarà finito si inserirà perfettamente nel paesaggio”. Oggi è davvero difficile immaginarlo, ma non resta che fidarsi.

  • Luca Zaia: Il presidente della Regione Veneto con i giornalisti Foto: SALTO
  • Sul palco, l'espressione più sorridente di tutte era quella del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e cioè di colui che più di chiunque altro può dirsi l’artefice politico del "miracolo". “Abbiamo vinto la sfida e, possiamo dirlo, realizzato un pezzo di storia, recuperando un’area e una pista abbandonate che erano ridotte a una sorta di discarica. La nuova Eugenio Monti non sarà solo la pista più iconica dal punto di vista sportivo con bob, skeleton e slittino. Definiamola un po’ come il nostro Guggenheim Museum, perché qui si verrà a vedere un’opera unica dal punto di vista architettonico e ingegneristico. E dove sono oggi tutti i porta sfiga?”, ha detto, rivolgendosi ai colleghi di palco, divertiti. Tutta la parte finale della vecchia Eugenio Monti, in realtà, non è stata ancora smantellata. 

    “Quassù abbiamo dimostrato – ha aggiunto Zaia – che la volontà e la determinazione portano ai risultati: un’opera da quasi 120 milioni realizzata in un anno rispondendo coi fatti a chi diceva che in Italia le opere non si riescono a fare. Soprattutto – ha sottolineato – abbiamo risanato un versante di montagna devastato, un’autentica discarica a cielo aperto, anche con la ripiantumazione addirittura di diecimila alberi. A suo tempo definii tutto questo ‘un monumento alla follia’ perché tutto il dossier nasce da una mia idea e in quel dossier volli inserire la pista da bob, dato che si tratta della pista più vecchia del mondo che era tristemente abbandonata. Per me una grande soddisfazione, non lo nego”. Sulla riqualificazione del versante di montagna sicuramente le associazioni che si sono opposte al progetto avrebbero qualcosa da dire, e, comunque, bisognerà attendere che i lavori siano terminati per farsi un’idea precisa. “Non sto nemmeno a parlare – ha aggiunto Zaia, riferendosi alle Olimpiadi nel suo complesso - del punto e mezzo di Pil che prestigiose università hanno previsto. Cito l’ultimo studio in ordine di tempo, quello di Banca Ifis, che indica un valore di 5 miliardi e 300 milioni. Lo stiamo capendo già adesso andando per le strade. In più, e scusate se è poco, realizziamo un miliardo e 800 milioni di opere pubbliche che non avremmo visto nemmeno in sogno se non avessimo avuto le Olimpiadi”.

  • Immancabili: I selfie di Salvini Foto: SALTO
  • Accanto a Zaia sprigionava grande soddisfazione, naturalmente, anche il ministro per le infrastrutture Matteo Salvini. Ed anche lui non si è trattenuto nel fare paragoni. “Gli ingegneri e gli architetti italiani non hanno eguali al mondo. Ho citato Brunelleschi, e il Mose, il Ponte sullo Stretto, la Tav sono tutte grandi opere di ingegneria italiana che superano anche i disfattisti, che ci sono in Italia come altrove. Anche a Brunelleschi avevano detto che la cupola sarebbe crollata entro un anno invece sono passati sei secoli ed è ancora lì”. 

    Che succede ora? La pre-omologazione della pista dovrebbe terminare domani, quando la pista è finita al 75% (stima ufficiale). Il completamento del manufatto è previsto il 5 novembre 2025 con la successiva omologazione e consegna a Fondazione Milano Cortina 2026 per lo svolgimento dei Giochi. Il tour de force per la Pizzarotti e tutti gli operai è lontano dall’essere finito.

  • Nel secondo articolo che pubblicheremo domani (26 marzo) andremo a vedere, fra le altre cose, quali sono gli aspetti che lasciano ancora molto perplessi gli oppositori dell’opera.

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Josef Fulterer Mer, 03/26/2025 - 06:16

Das mehr als -ü b e r f l ü s s i g e- landschsftliche Scheusaal wird nicht nur den Anblick von CORTINA -s t ö r e n-, es wird auch die Gemeinde-Bilanzen auf Dauer kräftig würgen, um schließlich gleich wie die vorige BOB-BAHN für Jahrzehnte -v e r r o t t e n-, nachdem die Reparatur-KOSTEN für die Gemeinde zu -t e u e r- werden!

Mer, 03/26/2025 - 06:16 Collegamento permanente
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Andrea Terrigno Mer, 03/26/2025 - 11:49

i veri portasfiga sono proprio coloro che a suon di paroloni, numeri (falsi?) e slogan da bar fanno di tutto per costruirsi dei monumenti, pensando di entrare nella storia.
chi se ne frega se mancano fondi per una istruzione e una società inclusiva.
purtroppo lo spettacolosport (scrivo in questa successione per sottolineare la precedenza dello spettacolo sullo sport) si prostituisce anche lui allo strapotere della politicazza arrogante, serva dell'affarismo.
l'importante è farsi dei "selfini", darsi grandi pacche sulle spalle e prendersela con i contestatori in modo beffardo. clap clap, che gran stile.

Mer, 03/26/2025 - 11:49 Collegamento permanente
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Franz Pattis Mer, 03/26/2025 - 12:56

Nella prima foto sopra si vede che tutta la nuova pista da bob hanno coperto con un „preservativo“ di color bianco!
Mi sa che hanno paura già adesso che con queste temperature miti si scioglie tutto il ghiaccio…..

Mer, 03/26/2025 - 12:56 Collegamento permanente