Politica | Laives

Concorso con pasticcio

Per la copertura del posto lasciato libero dal dirigente ribelle Paolo Brunini la Giunta nomina in commissione una dirigente "nemica" che era anche iscritta alla selezione. Pioggia di opposizioni, pronti i ricorsi.
Laives dall'alto
Foto: de.wikipedia.org
  • La fase di rodaggio della Giunta comunale di Laives, nonostante la precedente, lunga esperienza del sindaco Giovanni Seppi come vice di Christian Bianchi, sembra non finire mai. 

    Dopo le tensioni dovute alla “sommossa” di una parte consistente del personale (trenta su 115) in sostegno al dirigente dell’Ufficio V Paolo Brunini lamentatosi di pesanti intromissioni della politica, dopo i goffi tentativi di rendere non operativa la commissione d’inchiesta insediata ad hoc, dopo li balbettii che recentemente hanno incasinato all’inverosimile la gestione della zona sportiva Vallarsa, l’esecutivo Svp-centrodestra inciampa ancora, questa volta per l’espletamento delle pratiche del concorso che dovrà determinare il successore dello stesso Brunini (o la riconferma dello stesso, visto che è candidato). Ed è proprio la presenza fra i candidati dell’odiato  ex dirigente (al punto di non volerlo nemmeno incontrare per un chiarimento, Seppi dixit) ad aver probabilmente fatto perdere ulteriore lucidità alla compagine di governo e a farla scivolare nuovamente sulla buccia di banana dell’anteporre le idiosincrasie personali alla correttezza amministrativa.

    La banalissima nomina della commissione giudicatrice per il concorso che dovrà assegnare la guida dell’Ufficio V è, infatti, un atto che ha fatto alzare più di un sopracciglio — e non solo per la procedura, ma anche per i protagonisti coinvolti.

  • Giovanni Seppi: Il sindaco di Laives Foto: Seehauserfoto
  • La Giunta ha infatti nominato come membro della commissione una professionista che si era inizialmente iscritta allo stesso concorso. Una di quelle strane coincidenze, a limite della turbativa (o oltre?), che dopo “la rivolta” sembrano non stupire più nessuno. Come in altri atti già descritti su SALTO nei mesi scorsi nessuna traccia, nella delibera, di una motivazione, di un’istruttoria, di un tentativo di giustificare la nomina. La cosa si scopre a posteriori, incrociando i documenti,  la determina di ammissione dei candidati e gli atti successivi 

    Ma tant’è: da concorrente a commissaria, il passo è breve. Troppo breve. Soprattutto se, come sembra sarà confermato, la proposta della commissaria è stata formulata dalla giunta quando la stessa figurava ancora tra i candidati. Pura sfrontatezza amministrativa. 

    Non bastasse, la prescelta è un’architetta. La delibera, come detto, non si sforza di spiegare perché mai un tecnico del settore edilizio-urbanistico dovrebbe valutare competenze giuridico-amministrative di un dirigente nel settore sociale e culturale. E così nelle ultime settimane sono letteralmente piovute – sono almeno diciotto - le opposizioni agli atti amministrativi citati.

    Nei documenti si parla di mancanza di istruttoria, di violazione dei principi di imparzialità e trasparenza, ma soprattutto di una nomina che appare – a voler usare un eufemismo –inopportuna. L’architetta, fino a poco tempo fa in forza al Comune di Laives, aveva lavorato a stretto contatto con lo stesso Brunini. Ed è cosa nota – anzi, voce confermata da più fonti interne – che tra lei e Brunini ci sia stata una conflittualità aspra, protrattasi per anni, alimentata da divergenze insanabili sulla gestione del personale e sulla visione amministrativa. Tra chi si ha depositato le “opposizioni” l’impressione che la Giunta abbia voluto proseguire una guerra già iniziata. Il fatto che tra le fila dei commissari compaia proprio una delle figure più ostili all’ex dirigente è difficile da considerare frutto del caso. 

    Se non bastassero i contenuti, a rafforzare l’idea che qualcosa non torni davvero è l’assenza in delibera della firma della segretaria generale, Anna Conte. Proprio lei, che già in occasione della richiesta di dossieraggio sul dirigente da parte di Seppi, si era rifiutata di mettere il timbro.

    Come se non bastasse, la tempistica del ritiro della candidatura dell’architetta commissaria risulta, nei documenti, individuata solo tramite un numero di protocollo, senza nemmeno l’indicazione della data. Un’omissione non casuale, che testimonia anche la consapevolezza della spregiudicatezza dell’operazione.

    Si può dare per scontato che se la delibera non verrà ritirata a breve, il gruppo di “dissidenti” impugnerà l’atto come minimo davanti al Tar, ma potrebbe anche spingersi oltre con un esposto di tipo penale. Richiesto di un commento sulla vicenda, Seppi ha risposto causticamente augurando buona serata. Stay tuned.