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Diminuiscono i reati commessi da minori

Le denunce calano del 20%. Ottimi i risultati della giustizia riparativa: avviati percorsi con 116 giovani e 72 vittime. "Così gli autori si responsabilizzano".
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Foto: La Strada - Der Weg
  • Nel 2024, la Provincia di Bolzano ha registrato un significativo calo dei reati commessi da minorenni: circa 400 denunce, rispetto alle 500 dell'anno precedente. “Meno di 200 adolescenti devono presentarsi effettivamente davanti al giudice dell'udienza preliminare", spiega il presidente del Tribunale per i Minorenni, Benno Baumgartner. Parte di questo successo deriva dall'efficacia delle misure alternative al processo penale, come la giustizia riparativa. Operativa da ormai vent’anni in Alto Adige, la giustizia riparativa si sta affermando come un valido strumento di intervento nei confronti della devianza minorile, capace di integrare la dimensione legale con quella educativa e sociale. A testimoniarlo sono i dati presentati oggi (giovedì 29 maggio) 2025 dal Servizio di Giustizia Riparativa dell’Associazione La Strada – Der Weg. Si tratta di un approccio innovativo e complementare al processo penale, che ha l’obiettivo di trovare uno spazio protetto di ascolto ed eventualmente di dialogo tra le persone coinvolte. In ambito minorile gli obiettivi sono quelli di accompagnare i giovani nell'assunzione di responsabilità delle proprie azioni, aiutare la vittima ed i suoi bisogni e trovare un'adeguata riparazione per il reato commesso. 

  • Da sinistra: Ulrike Oberlechner, Katia Sartori, Benno Baumgartner, Daniela Höller e Cristina De Paoli. Foto: La strada - Der Weg
  • L'Ufficio dei Servizi Sociali per i Minorenni (USSM) ha preso in carico 312 giovani nel 2024, di cui 105 per la prima volta. “Dopo una tendenza in aumento degli ultimi due anni, finalmente quest'anno l'ufficio ha rilevato una lieve diminuzione dei minori e giovani adulti presi in carico nella Provincia di Bolzano”, dichiara la Garante per l'infanzia Daniela Höller.  La maggior parte di questi minori ha un'età compresa tra i 15 e i 17 anni, prevalentemente di sesso maschile, si registra un aumento degli infraquattordicenni seguiti. “Il 2024 ha visto anche una crescita dei minori di seconda generazione nelle aree urbane di Bolzano, Merano e Bressanone, mentre nelle valli prevale la componente autoctona”, dichiara la Direttrice dei Servizi Sociali del Tribunale per i Minorenni Katia Sartori. “La diminuzione dei minori imputati – afferma Sartori – è frutto della collaborazione tra giustizia riparativa, servizi sociali di base, streetworker e scuole. I laboratori educativi, le attività preventive e gli interventi mirati stanno facendo la differenza”. 

  • Foto: Dati La Strada/Grafica DALL·E
  • Grazie al confronto dell'imputato con il tribunale per i minorenni, ad interventi mirati dei servizi sociali e ai percorsi di giustizia riparativa i minori autori di reato vengono sostenuti per responsabilizzarsi ed uscire dalla delinquenza. “I giovani che scelgono di intraprendere questo percorso spesso poi non commettono altri reati”, dichiara Ulrike Oberlechner, coordinatrice del Servizio di Giustizia Riparativa dell’Associazione La Strada – Der Weg. Soprattutto la misura della messa alla prova si rivela molto efficace: essa comporta un periodo di impegni che dura tra i 4 e i 12 mesi e prevede lavori socialmente utili, colloqui pedagogici, l'obbligo formativo o lavorativo e la mediazione autore- vittima. Quest’anno sono stati 116 i minori coinvolti e di 90 vittime contattate 72 hanno deciso di aderire al percorso. “Spesso le vittime –– non sanno nulla di ciò che accade dopo la denuncia. Offrire loro uno spazio di ascolto è già una forma di riparazione”, racconta Oberlechner.  Anche in assenza di una vittima diretta, i minori possono essere avviati a percorsi riparativi che prevedono attività socialmente utili, vittime di reati analoghi o gruppi di riflessione e mediazione scolastica. 

  • Foto: Dati La Strada/Grafica DALL·E
  • La maggior parte dei reati segnalati (circa la metà) riguarda episodi di violenza o minaccia, ma molti casi si chiudono prima dell’udienza preliminare grazie alla remissione di querela o all’attivazione tempestiva di percorsi educativi. Ben 98 sono stati i percorsi di messa alla prova seguiti, 57 dei quali avviati nel 2024. “Ciò che avviene dopo, una volta diventati adulti, esce dal nostro ambito di osservazione, ma i dati del Ministero – riferiti soprattutto agli adulti – confermano che laddove ci sono percorsi alternativi alla detenzione, personalizzati e condotti sul territorio, il rischio di recidiva cala drasticamente. Al contrario, chi trascorre tutto il periodo di pena all’interno degli istituti mostra una probabilità più alta di ricaduta”, aggiunge Oberlechner, che conclude citando un episodio significativo.

     

    I dati confermano che laddove ci sono percorsi alternativi alla detenzione, personalizzati e condotti sul territorio, il rischio di recidiva cala drasticamente

     

    “Uno degli interventi più significativi ha coinvolto un gruppo di sette ragazzi che avevano imbrattato e danneggiato un istituto scolastico, causando molti danni. Dopo un lavoro di riflessione condivisa, è stata attivata una mediazione con la dirigente scolastica ed è stata proposta un’attività riparativa concreta: i ragazzi hanno collaborato durante l’estate all’interno della scuola, aiutando il personale a sistemare, fare l’inventario e pulire le aule. In più i ragazzi hanno fatto una donazione simbolica alla scuola danneggiata in modo da ripagare i materiali distrutti. Fondamentale è stato il fatto che a prendere parola e ad agire fossero direttamente i ragazzi, non gli adulti di riferimento, in un percorso che ha trasformato un gesto distruttivo in un’occasione di responsabilità e restituzione”, conclude Oberlechner.