"Ho fatto il giro del mondo"
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Tianjin e Pechino sono state le due tappe della tournée cinese dell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Sul podio il direttore emerito e a vita Zubin Mehta, soliste Vanessa Benelli Mosell e Amira Abouzahra. Due i programmi, uno dedicato a Chopin e Dvorak, l’altro a Beethoven, cinque i concerti tra il 19 e 24 dello scorso mese.
SALTO: E’ stata la sua prima collaborazione con l'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino?
Marco Mandolini: No, sono ormai 7 anni che collaboro nel ruolo di Primo violino ospite con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Inoltre tre anni fa partecipai al Concorso internazionale per il posto di Primo violino di Spalla dove risultai secondo idoneo.
A Pechino avete suonato nel “Centro Nazionale per le Arti dello Spettacolo”, una sala imponente. Suonare in una sala di medie o piccole dimensioni, oppure in una sala ideata per migliaia di persone, è differente ?
SÌ, suonare in sale grandi come quella di Pechino richiede accorgimenti che si possono risolvere durante la prova acustica antecedente il concerto. Questa è una realtà che conoscono tutti i musicisti in qualsiasi sala di qualsiasi dimensione. La sala è un vero e proprio strumento che dobbiamo imparare a conoscere. Mi riferisco qui a elementi come la qualità e la proiezione del suono, il legato tra le note, l'equilibrio orchestrale tra le varie sezioni ecc…
Il pubblico cinese ama la musica classica europea. L’orchestra del Maggio è un’ ottima orchestra, Zubin Mehta un direttore di fama. Immaginiamo a conclusione delle opere degli applausi prolungati, se non delle ovazioni. E’ stato così? E gli applausi del pubblico cinese hanno una loro “sonorità” peculiare?
Sì è stato proprio così, già all’ingresso del Maestro Mehta all’ inizio del concerto. Un vero e proprio trionfo come omaggio alla prestigiosa carriera. Trionfo replicato alla fine del concerto, ma vorrei anche sottolineare un silenzio molto eloquente durante tutto il concerto, un’ attenzione e ascolto che noi musicisti possiamo percepire. Non parlerei di “sonorità” peculiare degli applausi bensì di manifestazione di entusiasmo simile a tutto il resto del mondo. È una rassicurante prova dell’universalità dell’essere umano.
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Collaborare quale primo violino con Zubin Mehta è “facile”?
Sì, molto facile ed entusiasmante perché il messaggio musicale è estremamente chiaro. Il gesto del Maestro Mehta è di una rara bellezza ed espressività. Solo dalle mani e dallo sguardo possiamo capire la sua grande interpretazione. La difficoltà risulta allora essere all’altezza di tale interpretazione.
Ha avuto occasione di assaporare la cucina cinese, oppure per l'orchestra erano previsti menù “mediterranei”?
Sì abbiamo assaporato la vera cucina cinese, segnalo particolarmente la deliziosa anatra alla Pechinese.
Tra prove e concerti ha trovato il tempo per visitare alcuni luoghi simbolo della cultura cinese, tra questi la Grande Muraglia e la Città proibita...
Per fortuna c’è stato il tempo di vedere proprio questi due luoghi simboli. Per me la visita alla Grande Muraglia è stata un'emozione straordinaria. Essere immersi nelle colline a nord di Beijing e vedere questa storica, eroica, infinita realizzazione vi lascia letteralmente senza fiato.
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Lei è cresciuto a Montreal, ha soggiornato in vari paesi europei negli anni della sua formazione, ora risiede in Italia, ha lavorato e visitato molti luoghi. Potesse scegliere in assoluta libertà, dove preferirebbe vivere con la sua famiglia?
È vero, grazie alla musica ho praticamente fatto il giro del mondo. Oggi mii sento felice e privilegiato di vivere con la mia famiglia in Italia.
La sua collaborazione con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino proseguirà?
Sì, proprio in questi giorni sono a Lubiana in Slovenia per un concerto sinfonico con il Maestro Mehta.