Politik | Verso le elezioni

Il cuore del Pd

Scontro in assemblea provinciale tra minoranza e segreteria su temi e candidature. Huber: "Non hanno a cuore il Pd".
Pd
Foto: Alessandro Huber

Graziano Delrio o Maria Elena Boschi poco importa, la scelta del segretario nazionale del Partito Democratico Matteo Renzi di imporre una candidatura di un big nazionale, invece di un rappresentate del territorio, per la Camera nel collegio Bolzano-Bassa Atesina – a detta di molti il collegio più sicuro d'Italia – non è andata giù alla minoranza dem.

 

Ieri sera nell'assemblea provinciale del Pd il clima non è stato certo dei migliori e i toni sono diventati più accesi quando la minoranza ha esposto davanti alla segreteria e alla maggioranza del partito - rappresentata dal segretario provinciale Alessandro Huber - una lettera di critica, in odor di j'accuse, molto dura nei confronti delle ultime decisioni sia della segreteria provinciale, che nazionale.

"La scelta strategica della segreteria non fa che indebolire il territorio". (Alex Castellano).

La minoranza urla a gran voce quella che ritiene essere "una grande delusione davanti alla presa d’atto delle candidature per le prossime elezioni, insieme all’amarezza, la delusione, se non la rabbia di molti nostri elettori e sostenitori”. Così recita il documento sottoscritto dai quattordici firmatari, tra cui Miriam Canestrini, attualmente in segreteria provinciale, Mauro Randi e Alex Castellano, giovane dem e presidente della circoscrizione Don Bosco: “Il segretario Huber ha replicato che fosse più una sfiducia a Renzi, che ad altro. In realtà è una critica costruttiva, tenendo presente che questa scelta strategica nell'assegnazione dei seggi cosìdetti sicuri – e spero lo siano, sicuri – non faccia altro che indebolire il territorio. Delrio avrebbe già più a che fare con l'Alto Adige e meglio candidati “big” che semi-sconosciuti, a questo punto. Poi il Pd ha blindato Bressa al Senato come rappresentante del territorio, cosa che non è, essendo di Belluno”.

 

A non firmare il documento sono stati Luisa Gnecchi, deputata del Partito Democratico ed esponente di spicco della minoranza e il candidato alla segreteria che aveva supportato alle primarie del partito, ovvero Uwe Staffler, ex sfidante di Huber: “Non ho firmato quel documento perché il Pd mi sta a cuore e spero vinca il Pd il 4 marzo, a prescindere dai candidati territoriali. In assemblea ho sempre potuto dire ciò che pensavo, anche se il documento non mi sembra niente di scandaloso e credo che la maggioranza l'abbia anche presa piuttosto bene, in fin dei conti. Fa parte della dialettica interna al partito”.

 

Doppio passaporto, sanità, “schedatura etnica” e il bilancio provinciale di 5 miliardi, questi i temi che secondo la minoranza non sarebbe stati trattati a sufficienza all'interno del partito e “nei suoi vertici locali”, che avrebbero preferito “non affrontare in nessun luogo deputato queste questioni di grande importanza, scegliendo di affidare a brevi comunicati stampa o a esternazioni a titolo personale sui diversi social media le proprie sommarie posizioni”.

 

Ultima questione ma non meno importante delle altre, tra quelle sollevate dai firmatari (in basso l'elenco completo), quella di non aver saputo dialogare abbastanza con le altre forze del centrosinista locali. Chiara è l'allusione ai Verdi sudtirolesi, che alle elezioni del 4 marzo di presenteranno con la coalizione rossa di Liberi e Uguali, insieme a Sinistra Italiana, Possibile e Articolo 1. Il gruppo rosso-verde nel collegio Bolzano-Bassa Atesina alla Camera presenterà Norbert Lantschner, ex candidato sindaco dei verdi ora consigliere comunale, che sfiderà – a quanto ne sappiamo - o Graziano Delrio o Maria Elena Boschi.

 

Durissima, invece, la replica del segretario Huber sul documento presentato: “Mi è sembrato solo un attacco al Pd e al segretario, come se fosse arrivata una critica dall'esterno e fuori dalla dialettica democratica interna. Un attacco di chi non ha a cuore questo partito, infatti è un comunicato superfluo di chi ha perso un congresso, in una situazione in cui invece bisogna serrare le fila”. E adesso?