38 anni dalla Tragedia dell'Heysel
Volevo solo vedere una partita. Non si può morire per una partita di calcio. Sono le frasi che si sentono maggiormente ogni anno, fra fine maggio e inizio giugno, al Monumento dedicato ai 39 morti dell'Heysel, sul viale di fronte allo stadio Mirabello di Reggio Emilia. Un monumento di steli, posizionato dal 1991 nella città emiliana perchè uno dei 39 fu Claudio Zavaroni, fotografo reggiano. Iuliana Bodnari, presidente del Comitato di Reggio Emilia per non dimenticare Heysel, conosceva Claudio Zavaroni e da molto tempo si fa in quattro per organizzare ogni anno una manifestazione al monumento.
Heysel non è solo una tragedia juventina, non è solo l'inizio della battaglia inglese contro gli hooligans, ma rappresenta un monito sui valori umani e dello sport. Alla commemorazione del 2 giugno 2023 hanno partecipato anche due che all'Heysel erano in campo. Massimo Bonini, sanmarinese, numero 4, che veniva definito "i polmoni di Platini" per il suo sostegno nella corsa al centrocampo juventino. E Massimo Briaschi, numero 7, che completava il tridente d'attacco con Paolo Rossi e Zbigniew Boniek. Entrambi hanno sottolineato come a loro parere fosse necessario giocare quella partita, nonostante la tragedia del settore Z, per evitare ulteriori scontri. Briaschi ha ricordato che al mattino di quel 29 giugno 1985 i giocatori avrebbero dovuto fare un giro nella Grand Place di Bruxelles, ma non fu possibile perchè alle 10 del mattino la piazza era già ingestibile ed il tasso alcolico a quell'ora era già fuoricontrollo.
Quello stadio, l'Heysel, era pericolante, ma non fu solamente una questione di edilizia sportiva. Roberto Beccantini, uno dei decani del giornalismo sportivo italiano, ha ricordato i problemi di ordine pubblico anche nella finale 2022 a Parigi Stade de France fra Liverpool e Real Madrid. Ed in quel 1985 in tribuna stampa all'Heysel il suo telefono, come quello di altri, fu importante per i tifosi italiani che volevano comunicare a casa il fatto di essere usciti indenni dalla tragedia. Fra i reduci del settore Z c'è chi ricorda come la furia si scatenò durante una sfida tra ragazzi prefinale. Un futile motivo. Ma c'è anche chi è rimasto schiacciato e dopo 3 anni di coma soffre ancora di sindrome posttraumatica.
Fra i ricordi, in poesia, prosa e nel canto, anche quello di Omar Rottoli, che nelle precedenti commemorazioni ha curato la memoria delle 39 persone che hanno perso la vita quel giorno a Bruxelles. Il 7 maggio 2023, un'ora prima di Juventus-Atalanta, è andato qui sopra. Lasciando tanti momenti che fanno riflettere sul significato della memoria.