Environment | inquinamento

“Non si tratta solo di risparmio”

La Giunta provinciale discuterà oggi i criteri per limitare l’inquinamento luminoso. Le richieste delle organizzazioni ambientaliste e il nuovo impegno dalla Chiesa.
Bolzano inquinamento luminoso
Foto: Nick Preda/ Flickr

All’interno dell’odierna riunione della Giunta provinciale verranno discussi i nuovi criteri per il contenimento dell'inquinamento luminoso e per favorire il risparmio energetico negli impianti di illuminazione esterna pubblica. 
Alla vigilia della deliberazione delle nuove linee, il vescovo di Bolzano Ivo Muser formalizza la propria adesione al Dachverband für Natur- und Umweltschutz, la più grande organizzazione ambientalista dell’Alto Adige.

Lo scorso venerdì, il sovrintendente ecclesiastico ha firmato, in termini individuali, il modulo d’adesione in occasione della visita inaugurale del nuovo presidente della Federazione, Josef Oberhofer, e della direttrice Madeleine Rohrer. Il tema dell’incontro ha riguardato principalmente l’implementazione di alcune azioni concrete per una maggiore sostenibilità e la lotta all'inquinamento luminoso. 
La Federazione ha infatti consegnato una lista di oltre trenta chiese, cappelle ed edifici associati la cui illuminazione dovrebbe essere ridotta per tutelare in particolar modo i rifugi delle 26 specie di pipistrelli presenti in Alto Adige.

 

I pipistrelli, nutrendosi di insetti, escono al crepuscolo, un momento in cui trovano le maggiori riserve di cibo. L’inquinamento luminoso provoca l’alterazione del loro bioritmo, compromettendo la possibilità di procacciarsi il nutrimento a tal punto da far rientrare i pipistrelli tra le specie a rischio di estinzione.
Il dibattito sull’inquinamento luminoso, per diverso tempo assopito, è ritornato alla ribalta in seguito al Water-Light-Festival a Bressanone. L'evento artistico della città vescovile è stato al centro delle polemiche per diversi giorni in quanto ogni sera veniva proiettata nel cielo un’intensa luce blu, il cui fascio di luce era visibile a chilometri di distanza e non senza conseguenze sulla fauna selvatica, come per gli uccelli migratori in transito disorientati dalla luce.

Ad oggi manca un vero e proprio studio sull’inquinamento luminoso presente sul nostro territorio


“Rispetto alla nuova direttiva, alla quale anche il Dachverband für Natur- und Umweltschutz ha contribuito, è fondamentale sottolineare che non si deve parlare solamente di riduzione del consumo energetico ma è importante focalizzarsi sulla prevenzione dell’inquinamento luminoso  - spiega la direttrice Madeline Rohrer -: una questione che va ben oltre il concetto del mero risparmio. Va inoltre ricordato che ad oggi manca un vero e proprio studio sull’inquinamento luminoso presente sul nostro territorio”.

 

Secondo l'organizzazione ambientalista, se l’obiettivo della direttiva è quello di proteggere la natura e la biodiversità devono essere vietati l'illuminazione di alberi e altri monumenti naturali, l'illuminazione in prossimità di specchi d'acqua e habitat di zone umide, l'illuminazione dei rifugi dei pipistrelli, i display luminosi durante i periodi di volo degli uccelli e gli impianti pubblicitari luminosi nelle aree protette. 
Per determinare l'efficacia della direttiva, sostengono gli ambientalisti, è necessario un sistema di monitoraggio attivo su scala nazionale in grado di individuare sia il consumo energetico sia l’entità di inquinamento luminoso che, basandosi sui dati satellitari, in Alto Adige risulterebbe in aumento del 2% ogni anno, nonostante  l’illuminazione pubblica sia stata resa progressivamente sempre più efficiente.