Politics | Bolzano

Tempera rossa sulla camionetta

4 novembre, con un'azione dimostrativa anti-militarista, imbrattato un mezzo dell'esercito in piazza Walther: “Sono macchiati di sangue”. Urzì: “Degenerati qualunque”.
Vernice rossa sulla camionetta
Foto: RTTR

Come annunciato nei giorni scorsi, il 4 novembre a Bolzano sono andate in scena come ogni anno le celebrazioni per la “Festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate” che cade nel giorno dell’armistizio della Prima guerra mondiale, che - tra le altre cose - sancì il passaggio del Sudtirolo all’Italia. Durante la tradizionale cerimonia in piazza Walther, nella mattinata di ieri, i mezzi militari dell’Esercito sono stati imbrattati di tempera rossa (lavabile) con un’azione dimostrativa poi rivendicata dagli antimilitaristi del capoluogo:  “Un gesto semplice che ci ricorda però che quei mezzi, utilizzati nei conflitti di tutto il mondo, sono macchiati di sangue. Perché la guerra genera morte, distruzione e povertà”. “Con i loro atti sviliscono la propria intelligenza. In questo momento l’Italia dovrebbe dimostrare di essere unita e vicina alle forze armate e alle forze dell’ordine” ha commentato ai microfoni di RTTR il sindaco di Laives, Christian Bianchi, condannando l’azione. “Non saranno dei degenerati qualunque a fermare l’impegno delle donne e degli uomini in divisa a presidio dei valori di libertà ed indipendenza del nostro Paese e dell’Occidente libero” ha aggiunto il deputato di FdI Alessandro Urzì. Un bolzanino è stato fermato, identificato e portato in Questura: sarà denunciato per danneggiamento.

 

 

L'assemblea antimilitarista si è poi data appuntamento nel pomeriggio per un presidio in piazza del Grano, con l’obiettivo di trasformare la giornata del 4 novembre in una “festa del disertore”: “Al di là della retorica con cui vengono descritte le forze armate ogni 4 novembre, la realtà dice anche altro” sottolineano gli antifascisti, “oltre a invadere ed occupare altri paesi, l'Esercito italiano è responsabile ad esempio della devastazione di enormi parti della Sardegna, ridotta a colonia militare per le esercitazioni della NATO”. “Oggi come nel ’15-'18 - proseguono - le forze armate sono uno strumento al servizio di una ristretta élite economica che vorrebbe, attraverso pesanti campagne mass-mediatiche, convincerci a sacrificarci, arruolarci e morire per i loro interessi”. Nel frattempo, uno striscione con la scritta “le vostre ‘vittorie’, i nostri morti” è stato appeso alla recinzione del Monumento alla Vittoria: nello stesso punto, pochi giorni fa, un gruppo di neofascisti aveva ricordato il centenario della Marcia su Roma.

ACHTUNG!
Meinungsvielfalt in Gefahr!

Wenn wir die Anforderungen der Medienförderung akzeptieren würden, könntest du die Kommentare ohne
Registrierung nicht sehen.

Erfahre warum