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Una scuola, ma a due velocità?

I bambini e le bambine con bisogni educativi speciali, tutelati dalla Legge 104, nelle scuole della provincia di Bolzano pare non abbiano gli stessi diritti. Perché?
Schule
Foto: Seehauserfoto
  • I bambini e le bambine con bisogni educativi speciali, quelli anche tutelati da una legge dello Stato (la 104), sembra che nelle scuole della provincia di Bolzano non abbiano gli stessi diritti. Per meglio dire, in linea teorica a tutti e tutte è riconosciuto il diritto ad essere affiancati da docenti specializzati nell’inclusione, ma nella pratica succede altro. Un bambino iscritto alla scuola primaria in lingua tedesca ha la possibilità di essere sostenuto da un docente dalle 7 alle 10 ore alla settimana, mentre nella scuola in lingua italiana queste ore scendono drasticamente a 3-4 ore. Ciò avviene per due ragioni.
    1.      Frequentano la scuola in lingua tedesca circa 65mila alunn*, mentre nella scuola italiana sono circa 22mila. Per le regole di calcolo attualmente in vigore, alla scuola in lingua tedesca spettano quindi 650 docenti di sostegno, a quella italiana 220.
    2.      Nella scuola italiana ci sono 1.500 alunn* con diritto all’integrazione, una percentuale altissima. Per esemplificare, a parità di presenza di alunn* con disabilità, ad un istituto in lingua tedesca viene assegnato, quindi quasi il doppio di docenti di inclusione dell’istituto in lingua italiana. Un alunno con grave compromissione del comportamento sociale nella scuola in lingua tedesca può essere sostenuto con dieci ore di docente di inclusione e con collaboratore all’integrazione, nella scuola in lingua italiana con tre ore di docente di inclusione e nessun collaboratore. In questi anni la sovrintendenza si è attivata con creatività e finanziamenti aggiuntivi per sopperire a questo deficit di finanziamento, ma l’intervento seppur lodevole non è strutturale né sufficiente. Questa intollerabile disparità di trattamento fra la scuola in lingua tedesca e quella in lingua italiana aggrava le condizioni lavorative dei docenti, ma soprattutto incide pesantemente sui percorsi di apprendimento delle persone più fragili nel sistema scolastico e rende difficile l’ambizione a realizzare la missione della scuola, quella di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona. Su questa questione non ci si può più girare dall’altra parte o vivere di spot, ma bisogna assumere decisioni urgenti e non rimandabili.

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Simonetta Lucchi Mon, 06/10/2024 - 20:33

Nemmeno gli insegnanti hanno gli stessi diritti e nemmeno i bambini senza bisogni educativi speciali. Peccato che questo problema non si voglia affrontare e soprattutto non si discuta mai sul perché solo in questa provincia viga questa "legge 104 provinciale". Su queste "differenze" nei nostri tre sistemi scolastici e tra noi e il resto del mondo occorrerebbe discutere seriamente. Grave davvero a mio avviso non averlo fatto prima.

Mon, 06/10/2024 - 20:33 Permalink