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Gli italiani e il disagio.

Le ragioni storico-sociali del "disagio" del gruppo etnico italiano in Sudtirolo e dell'unico reale modo con cui esso puó essere risolto.
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Come avevo giá esposto in altri articoli il Sudtirolo é una regione autenticamente e originariamente austriaca per elementari e ovvie ragioni storiche, culturali e geopolitiche. Prendendo in considerazione il fenomeno di immigrazione pianificata degli italiani in Sudtirolo durante tutto il ventennio fascista e il secondo dopoguerra fino agli anni '70 é evidente come in questa provincia si sia insediato un gruppo etnico-sociale estraneo alla realtá locale. Questa estraneitá del gruppo italiano persiste in modo sostanziale ancora oggi per un ampio spettro di ragioni. Innanzitutto perché gli italiani residenti in Sudtirolo sono estremamente resistenti ad assimilarsi nella autentica e storica realtá e cultura locali (quindi non solo in merito alla lingua) e contemporaneamente perché (e questo aggrava la loro posizione in modo decisivo) hanno ancora fortissimi elementi identificativi con il passato fascista e questo spiega la pressoché assoluta opposizione a voler rimuovere i famigerati relitti fascisti ancora presenti nella cittá di Bolzano. 

Ora da un punto di vista sociale é riscontrabile a livello del gruppo italiano della provincia un forte senso di disagio. Questo senso di disagio é chiaramente attribuibile alla consapevolezza di costituire un corpo estraneo in termini sociali. Corpo estraneo che innazitutto riguarda la propria estraneitá in termini di radicamento storico culturale: e del resto non puó essere che cosí visto che il Sudtirolo é terra austriaca. La soluzione di questa situazione, bisogna essere onesti, passa attraverso uno sforzo che deve essere effettuato dagli italiani. Cioé: innanzitutto é inaccettabile che oggi vi sia una opposizione all'abbattimento dei relitti fascisti, é inaccettabile che vengano imposti i fasulli nomi di Tolomei, é inaccettabile insomma che gli italiani della provincia non mettano in atto un serio processo di assimilazione culturale (e linguistica) che li porti a sentirsi Tirolesi di madrelingua italiana. Solo questo puó essere la soluzione della problematica interetnica. A rafforzare la fattibilitá e la necessitá di questo processo c'é il fatto che nel contesto del Tirolo storico vi sono sempre stati Tirolesi (e quindi Austriaci) di madrelingua italiana, e cioé i Trentini. Dunque la realtá storica del Tirolo italiano (Welschtirol) costituisce un elemento di sostegno alla nozione di assimilazione culturale degli italiani nel Tirolo.

Questo disagio del gruppo italiano ( e la fondamentale consapevolezza della necessitá di questo processo assimilatorio) si appalesa in maniera chiara in ambito politico. Attualmente nel consiglio provinciale sono presenti solo 5 rappresentati del gruppo italiano. Ora questo dimostra un primo chiaro segno dell'abbandono della identitá nazionale da parte degli italiani della provincia: cioé in altre parole si sono resi conto che la rappresentanza dei partiti nazionali é ormai totalmente superata, proprio perché qui i partiti nazionali hanno totalmente fallito. Ma é evidente che una volta resisi conto di questo fatto di carattere politico, la cosa dovrá avere una ricaduta anche socio-culturale.  La ragione specifica per cui non esiste un partito italiano  autonomista a carattere locale é proprio perché fondamentalmente gli italiani non si sentono parte di questa realtá. Questo é il punto. Dunque é perfettamente corretto dire che siamo di fronte a un fenomeno di estraneitá non solo politica ma soprattutto socio-culturale. Tutto ció insegna che la moderna nozione di "societá multiculturale" (artificialmente indotta) é alla radice solo portatrice di problemi e che il processo assimilatorio é in ultima analisi l'unico modo reale per gestire e risolvere le questioni interetniche.