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Society | Web

Salto chiuda i tombini

Anonimato in rete e psicologia dell’invertebrato.

Fin dalla nascita del web si è discusso sul rapporto tra anonimato e libertà di espressione, ho manifestato il mio pensiero al riguardo in un precedente articolo e non voglio annoiarvi con un saggio di psicologia sociale sul tema né dilungarmi in dotte discettazioni su nuove categorie antropologiche nell’era digitale. Tuttavia, scrivendo editoriali per un portale che permette a utenti anonimi di commentare i propri articoli, desidero ribadire alcuni concetti nel modo più chiaro e trasparente possibile.

Credo sia ora di sfatare il mito per cui l’anonimato abbia anche solo vagamente a che fare con la libertà di espressione.

Credo sia ora di sfatare il mito per cui l’anonimato abbia anche solo vagamente a che fare con la libertà di espressione. Chi si nasconde dietro nickname o falsi nomi si giustifica sostenendo che a scrivere quello che scrive a volto scoperto si esporrebbe a chissà quali ritorsioni o persecuzioni. Come vivessimo in Cile ai tempi di Pinochet o in Italia ai tempi di papa Clemente VIII e Giordano Bruno. Nulla di più ridicolo. Le uniche vere ragioni per occultare la propria identità sono la vergogna per le proprie opinioni e l’irrimediabile assenza di spina dorsale. La libertà di espressione presuppone una pur minima forma di coscienza civica, la partecipazione a qualsiasi dibattito pubblico presuppone l’assunzione di responsabilità per le proprie parole e i propri atti. Nemmeno a un’assemblea condominiale ci si presenta col passamontagna e chi desidera dare dell’incapace o del ladro all’amministratore lo fa mettendoci la faccia.

Le parole di un anonimo non valgono nulla. Sono come i falli con cui i ragazzini più stupidi imbrattano i muri, gli escrementi dei cani i cui padroni si affrettano ad allontanarsi prima che qualcuno li veda, i rutti al citofono suonato in piena notte.

Le parole di un anonimo non valgono nulla. Sono come i falli con cui i ragazzini più stupidi imbrattano i muri, gli escrementi dei cani i cui padroni si affrettano ad allontanarsi prima che qualcuno li veda, i rutti al citofono suonato in piena notte. Che Salto continui a dare spazio a questi piccoli invertebrati assegnando palline colorate a chi vomita fuori dal water, è sconcertante. Qualche user potrebbe uscire dal tombino e denunciarmi per diffamazione, se non fosse che all’ingresso di un tribunale è richiesta la carta d’identità.