La produzione siderurgica cala ancora
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Niente luce in fondo al tunnel per il settore della siderurgica. La crisi del mercato europeo si riflette anche in quello italiano, con conseguenze pure sulle imprese altoatesine. Secondo quanto riportato dal quotidiano online ilNordEst.it, infatti, la produzione siderurgica nazionale è calata del 4,7% nei primi dieci mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2023 e dell’8,1% del 2022 (dati Federacciai). Il trend negativo visto quest’anno proseguirà anche nel 2025. A fare luce sul fenomeno è un’indagine di Siderweb. Tre quarti delle imprese interpellate si attende di chiudere l’anno con contrazioni di fatturato, ebitda e risultato economico. Un quinto considera il costo dell’energia il principale fattore di criticità.
L’osservatorio di settore Siderweb – riporta ancora il quotidiano online - che ha recentemente presentato l’edizione 2024 dell’analisi Bilanci d’Acciaio su oltre 5.000 aziende italiane di tutti i segmenti della filiera, ha registrato che la percentuale di imprese in perdita è aumentata dal 4% del 2022 a oltre il 10% del 2023. Tutti i principali indicatori reddituali aggregati di settore sono stati molto negativi l’anno scorso.
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“Negli ultimi tre mesi, i lavoratori sono stati messi in cassa integrazione una settimana ogni quattro”
Come si riflette tutto ciò sulle realtà produttive della provincia di Bolzano? E, soprattutto, che impatto ha la “crisi dell’acciaio”, sui lavoratori?
Secondo Marco Benardoni, alla guida dei metalmeccanici Fiom-Cgil altoatesini, le Acciaierie Valbruna di Bolzano hanno confermato i piani industriali registrando un calo, che prosegue da anni, nella produzione. “Le acciaierie però sono intervenute con un compenso sulla perdita del salario”, avverte Bernardoni. “Negli ultimi tre mesi, i lavoratori sono stati messi in cassa integrazione una settimana ogni quattro. Visto che la crisi sembra essere prolungata, le acciaierie sono venute incontro ai dipendenti”, conclude il segretario Fiom.