Chronicle | Magistratura

Tarfusser attacca il CSM

Il magistrato bolzanino contro il consiglio superiore della magistratura che gli ha negato la possibilità di svolgere il ruolo di garante del Comune di Bolzano.
tarfusser
Foto: (Foto: salto.bz)

“Tranquilli, la sala la pago io, non è peculato”. E’ iniziata con una battuta sarcastica l’attesa conferenza stampa di Cuno Tarfusser, attuale sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello di Milano, per dieci anni Giudice presso la corte penale internazionale dell’Aia e, in precedenza, per 9 anni procuratore generale a Bolzano. L’allusione della battuta pronunciata per sciogliere il ghiaccio era all’indagine per peculato d’uso avviata dalla Procura di Bolzano un paio di anni fa in seguito ad un pranzo in una pizzeria bolzanina.

“Non parlerò dell’indagine di Bolzano – ha detto Tarfusser – perché in parte è ancora aperta (non la sua posizione). Lo premetto – ha precisato - per il rispetto che nutro, nonostante tutto, per l’istituzione per cui lavoro. Non farò polemica con nessuno. Vi chiedo di non parlare di bomba, di guerra verso qualcuno, non c’è nulla di bellico nel mio modo di pormi”.

Tarfusser si è poi detto sereno, ha specificato di aver metabolizzato la rabbia, ma in realtà ha sganciato sul Consiglio (superiore) della magistratura (Tarfusser ha specificato di aver omesso volontariamente l’aggettivo ‘superiore” perché, da suo punto di vista, troppo impegnativo, ndr) una specie di bomba atomica. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, come l’ha chiamata Tarfusser, è stato il no da parte del CSM alla richiesta di svolgere l’incarico extragiudiziario di “Garante del codice etico del Comune di Bolzano”. Il diniego ufficiale è arrivato il 17 gennaio, dopo che prima di Natale al magistrato era arrivato un “preavviso di rigetto”.

Ma andiamo con ordine. Questa la ricostruzione dei fatti, secondo Tarfusser. “Nel novembre scorso, il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi, mi ha proposto di fare il presidente della Fondazione Gustav Mahler. Lo avrei fatto volentieri perché amo molto la musica classica. Il consiglio superiore della magistratura mi ha detto di no, con una motivazione che non trovo molto fondata, ma ne prendo atto. Secondo il Csm il problema sarebbe stato che avrei firmato il bilancio, se fossi venuto in contatto con il “vil denaro”.

Nella sua ricostruzione Tarfusser fa un passo indietro. “Quando il sindaco Caramaschi ha appreso che non potevo svolgere il ruolo per la Fondazione Gustav Mahler mi ha chiesto se avrei potuto almeno svolgere il ruolo di garante del codice etico del comune di Bolzano. Da come tira il vento, gli ho risposto, mi verrà respinta”.

Nonostante le perplessità, ricorda Tarfusser, “ho mandato tutta la documentazione al consiglio della magistratura. Poco prima di Natale mi è arrivato un preavviso di rigetto dell’istanza, motivato spiegando che facendo il garante avrei interferito con le decisioni dell’ente che mi avrebbe conferito l’incarico”.

Il magistrato bolzanino ha spiegato quindi di aver “accettato la proposta del sindaco, anche come occasione di tendere una trappola al CSM”. Trappola che, secondo Tarfusser, sarebbe stata oltre modo efficace. Al “preavviso di rigetto” il magistrato bolzanino ha risposto con una lunga memoria difensiva, letta integralmente ai giornalisti, che riproduciamo in calce all’articolo.

Il 17 gennaio 2022 la commissione del CSM ha risposto che le argomentazioni di Tarfusser non sono state sufficienti e ha confermato il rigetto della richiesta, senza, effettivamente, motivare in alcun modo la scelta.

“Questa non motivazione – ha detto Tarfusser - la considero come una forma di inusitata arroganza del CSM,  e quindi adesso è ora di dire quello che ho da dire”, ha specificato. “Sono serenissimo – ha aggiunto Tarfusser  - ho superato il momento critico. Ho metabolizzato quello che ho subito. Mi sento comunque un uomo privilegiato. Ho un incarico che molti miei colleghi vorrebbero avere. Ma non posso stare zitto, la mia unica colpa è di non essere parte di questo sistema di correnti della magistratura. Ma ribadisco di essere orgoglioso di non farne parte. Quando mi sono reso conto di cosa mi stava succedendo, mi mancava il respiro. Ammetto che sono stati due anni non facilissimi. Ma ho convocato questa conferenza stampa perché il cittadino ha diritto di sapere cosa succede. Quello che è emerso con il caso Palamara è la punta dell’iceberg”.

Di seguito pubblichiamo in forma quasi integrale le Osservazioni inviate da Cuno Tarfusser al Csm, in occasione del preavviso di rigetto della sua richiesta per svolgere il ruolo di garante del Comune di Bolzano. Il magistrato si chiede in sintesi come mai 5 anni prima il permesso per svolgere il medesimo incarico fosse stato accordato all'ex procuratore generale di Bolzano Guido Rispoli  (oggi procuratore a Brescia)  e a lui no.

 

Scrive Cuno Tarfusser al CSM (non vengono riprodotte tutte le note di Tarfusser e si omettono alcune accuse dirette all'ex procuratore Guido Rispoli, ndr)

Innanzitutto come questo “preavviso di rigetto” non mi abbia affatto sorpreso. Esso infatti costituisce - come dimostrerò tra poco – null’altro che la prova provata, semmai ve ne fosse ancora bisogno, del fatto che la magistratura istituzionale, associata e correntizia mi consideri e mi tratti da “persona non grata”. Questo “preavviso” è, infatti, solo l’ultimo di numerosi atti di aperta ostilità da cui emerge palese la volontà di “decapitarmi”  come, con grande eleganza, si esprimerebbe l’attuale Procuratore di Bolzano. Infatti, in estrema sintesi:

1. Per quasi tre anni (2018-2020) sono stato fatto oggetto di un’ignobile e illegittima indagine esplorative da parte del Procuratore di Bolzano il quale non ha lesinato sforzi investigativi, sprecato ingenti risorse umane e finanziarie, e “decapitato” 4 persone perbene, pur di arrivare a “decapitare” (senza riuscirvi) anche me.

2. Nello stesso periodo questa stessa I Commissione del Consiglio ha aperto ben due procedure a mio carico, o l’una alimentata dalle informazioni zelantemente trasmesse da coloro che a Bolzano avevano messo in piedi l’ignobile indagine per investigare un mio, inesistente, peculato d’uso; o l’altra su segnalazione del PG di Trento che, anziché verificare, come da suo preciso dovere di sorveglianza sugli uffici requirenti del Distretto, la fondatezza di alcune critiche da me mosse alla (mala)gestione della Procura di Bolzano, ha segnalato me alla I Commissione perché avevo osato muovere queste critiche.

3. Nonostante che sin dall’inizio della mia carriera abbia superato tutte le valutazione di professionalità ed ispezione ministeriale con risultati che definire positivi è un atto di understatment, (il mio fascicolo personale e le mie documentate autorelazioni6 , se solo qualcuno si prendesse la briga di leggerle, ne fanno fede), l’avvocato generale di Milano, chiamata a esprimersi su soli 7 mesi (marzo-settembre 2020) della mia ultratrentennale carriera professionale, evidentemente sentendosi offesa da alcuni rilievi mossi alla sua (non)gestione della pandemia in virulenta espansione, ha reagito vendicandosi esprimendo, forse unico nella storia della magistratura, parere negativo nei rapporti informativi relativi alle mie domande per gli uffici direttivi di Procuratore della Repubblica di Trapani e di Procuratore Generale di Venezia.

4. Nonostante detti pareri negativi siano stati totalmente riformati dal Consiglio Giudiziario di Milano (febbraio 2021), la V Commissione prima e il Plenum poi, li hanno illegittimamente presi a fondamento nella valutazione negativa, anche comparativa con i diretti concorrenti, nei due citati concorsi per uffici direttivi.

5. Più in generale, nei ben nove concorsi per uffici direttivi cui ho partecipato dal mio rientro in ruolo (dicembre 2019), e nonostante io possa vantare un CV che - in termini di esperienze fatte, di conoscenze linguistiche, ma soprattutto di risultati di gestione conseguiti a livello nazionale e internazionale - ben pochi magistrati italiani possono vantare, non ho raccolto nemmeno una proposta!

6. Recentemente poi, questo Consiglio ha addirittura rigettato l’istanza per l’incarico extragiudiziario di Presidente della Fondazione musicale “Gustav Mahler e Ferruccio Busoni” di Bolzano con motivazione, a tacer d’altro, forzata.

Evidentemente non è gradito alle consorterie ideologiche interne alla magistratura ridotte ormai a null’altro che a centri distribuzione di potere tra sodali fedeli e proni, chi come me è da sempre realmente ed orgogliosamente autonomo e indipendente, anche e soprattutto da queste consorterie.

Evidentemente non è gradito che da Procuratore della Repubblica (2001-2009) io abbia dimostrato con fatti e con risultati che concetti quali “leadership”, “capacità manageriale”, “organizzazione”, “efficacia”, “efficienza”, “buona amministrazione” devono finalmente entrare a far parte anche dell’amministrazione della giustizia.

Non mi è stato perdonato che ancora nel 2013, riflettendo sulla mia esperienza direttiva, io abbia scritto, tra gli altri, che “Uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo del sistema giudiziario verso una cultura dell’organizzazione e della qualità è indiscutibilmente la distorsione del concetto di autonomia e indipendenza del magistrato.

Evidentemente non è gradito che attraverso i risultati conseguiti io abbia messo a nudo le gravi deficienze in termini di professionalità organizzativa, di leadership e di managerialità di cui soffre la grande maggioranza dei direttivi negli uffici giudiziari nominati, come sono, in base a criteri “corretocratici” che con i concetti espressi al punto precedente nulla hanno a che fare.

Evidentemente non mi è stato perdonato che ancora nel 2013, riflettendo sulla mia esperienza direttiva, io abbia scritto, tra gli altri, che “Uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo del sistema giudiziario verso una cultura dell’organizzazione e della qualità è indiscutibilmente la distorsione del concetto di autonomia e indipendenza del magistrato. Non il concetto in sé, ma l’interpretazione ipertrofica che si è venuta formando negli anni fino a renderlo sostanzialment sinonimo di immunità. Una indebita estensione troppo spesso utilizzata da noi magistrati per sottrarci a ogni vincolo organizzativo, per mantenere posizioni di comodità, di vantaggio, di privilegio. Dall’altra parte a molti capi degli uffici il totem dell’autonomia e indipendenza offre da sempre il comodo alibi per sottrarsi alle responsabilità organizzative e di gestione dell’ufficio .

Evidentemente non è gradito neppure che io sia stato scelto quale candidato al prestigioso ruolo di giudice della Corte Penale Internazionale (2009-2019) senza che alla correntocrazia fosse stata data la possibilità di interloquire e di influire sulla scelta del candidato, generando sentimenti di invidia, gelosia e di vendetta. Evidentemente doveva essere evitato a tutti i costi e con ogni mezzo che al mio rientro in ruoli (dicembre 2019), e forte della ventennale esperienza nazionale e internazionale in materia di court management, potessi, laddove fossi stato chiamato nuovamente a dirigere un ufficio giudiziario, ulteriormente mettere a nudo l’inadeguatezza, l’incapacità e il dilettantismo di gran parte dei vertici giudiziari e amministrativi, gravemente corresponsabili delle lentezze e dei ritardi, della disorganizzazione e delle inefficienza degli uffici giudiziari. In quest’ottica, non è stata ovviamente gradita l’archiviazione per infondatezza della (ridicola) notizia di reato (novembre 2020) dell’assurda indagine monstre contro di me (11.000 pagine raccolte in cinque tomi per un inesistente peculato d’uso! Nemmeno Al Quida…).

Perché Guido Rispoli sì e io no?

Fatta questa brevissima ma necessaria premessa storico-analitica sul perché questo “preavviso di rigetto” non mi abbia sorpreso e perché esso si inserisce senza soluzione di continuità in una serie di atti di aperta ostilità nei miei confronti da parte della magistratura istituzionale, associata e correntizia, rimane da svelare perché, come ho detto all’inizio, di questa ostilità costituisca la prova finale, la quadratura del cerchio. Perché il 22 settembre 2016, con delibera num. 983/IE/20168 , il CSM aveva accolto senza alcuna difficoltà un’identica istanza di autorizzazione all’incarico di “Garante del codice etico del Comune di Bolzano” a seguito della quale il Sindaco, con proprio decreto9 , ha nominato il Garante. L’unica, ma davvero l’unica, differenza visto che Sindaco e Segretario Generale del Comune di Bolzano sono gli stessi10 e la normativa di riferimento è invariata, è che nel 2016 l’istante era un magistrato, Guido Rispoli, molto gradito all’establishment della magistratura, perfettamente inserito nel sistema correntizio, oltretutto dalla parte “giusta” (A&I). (... NOTA: a questo punto Tarfusser lancia un'accusa pesante, che evitiamo di riprodurre).

Successivamente Rispoli è stato nominato addirittura Procuratore Generale di Brescia perché “Rispoli preferisce Brescia perché vicina a Bolzano”, come rivela una chat tra gli allora Consiglieri del CSM Luca Palamara e Nicola Clivio. Con buona pace per i criteri fissati dalla Circolare sugli incarichi direttivi, foglia di fico per conferire una parvenza di legalità ai concorsi per direttivi in gran parte pilotati, per non dire truccati. Nel contesto delineato non è davvero più possibile rigettare l’istanza semplicemente insistendo sulla “motivazione” fornita a sostegno del “preavviso di rigetto”. Mi si dovrà credibilmente spiegare perché Rispoli sì, ma Tarfusser no. Mi si dovrà credibilmente spiegare in base a quale ragionamento l’attività del Garante che in forza della delibera consiliare n. 66 del 5 luglio 2016, “valuta”, “propone”, “può indirizzare” e “comunica al Sindaco le proprie valutazioni” nel 2021, contrariamente a quanto avvenuto nel 2016, si concretizza “nell'attribuzione al richiedente di un ruolo direttamente incidente sul controllo dell’ente conferente” Certo, so benissimo che in diritto si può interpretare e motivare (quasi) tutto e il suo contrario, però anche nella motivazione è necessario mantenere un minimo di ragionevolezza, di aderenza ai fatti e di decoro. Mi fermo qui non senza dire che non ho mai chiesto niente a nessuno e che per me parla - per quel poco che evidentemente vale nell’ambito della magistratura associata e correntizia – tutto ciò che con tanto entusiasmo e altrettanto impegno e idealismo ho fatto nel corso della mia carriera di magistrato, di civil servant, in Italia e all’estero e che nessuno mi può togliere. Se l’intenzione era ed è quella di rendere amari i miei ultimi anni di carriera, non c’è dubbio che l’obbiettivo è stato raggiunto. Nessuno però riuscirà a minare il mio equilibrio, la mia onestà intellettuale e la mia serenità pur nella difficoltà di continuare a fare parte di una magistratura in cui non riesco più ad identificarmi. Dell’entusiasmo, dell’idealismo e dell’impegno che mi hanno sempre animato, mi è rimasto l’impegno perché lo devo ai cittadini e solo ad essi.

 

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△rtim post Fri, 02/11/2022 - 19:57

So hat er wohl einen Grund mehr, sich auf seinen Ruhestand zu freuen. Dann darf er ganz ohne Zustimmung all die ehrenamtlichen Aufgaben übernehmen.

Fri, 02/11/2022 - 19:57 Permalink
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Domenica Sputo Fri, 02/11/2022 - 20:37

XVIII LEGISLATURA
Allegato B
Seduta di Martedì 17 aprile 2018
ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta scritta:

FRACCARO e BONAFEDE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   presso il tribunale di Bolzano è in corso di svolgimento il processo a carico della ex dirigente provinciale Katia Tenti e del costruttore Antonio Dalle Nogare, accusati di rivelazione di segreto d'ufficio e turbata libertà di scelta del contraente, relativamente al bando indetto dall'Istituto provinciale edilizia sociale per la costruzione di alloggi su un terreno privato;

   da notizie di stampa si apprende che durante un'udienza dibattimentale del processo il maresciallo dei ROS Alessandro Fontana ha spiegato come nel corso di un'intercettazione telefonica Tenti avrebbe ironicamente salutato «il maresciallo Fontana che ci sta ascoltando» rendendo plausibile l'ipotesi della presenza di una «talpa» nella procura bolzanina. Si apprende inoltre che Tenti avrebbe telefonato all'ex procuratore capo di Bolzano Cuno Tarfusser per chiedere di essere tenuta informata sull'evolversi delle indagini svolte nei suoi confronti da parte del ROS dei carabinieri;

   sempre da notizie di stampa si apprende che tra Tenti e Tarfusser esisterebbe un rapporto di amicizia. La notizia trova conferma anche dalla partecipazione del giudice alla promozione del tentativo letterario di Tenti «Ovunque tu vada», romanzo nel quale, peraltro, il nome del protagonista (Jakob Dekas) corrisponde al secondo nome di Tarfusser e il cognome a quello della madre di Tarfusser da nubile;

   in una recente intervista, Tarfusser avrebbe confermato le pesanti critiche all'operato dei suoi successori presso la procura di Bolzano già esternate in precedenza, sollevando interrogativi sul clima di lavoro all'interno degli uffici che si sarebbe deteriorato nel tempo e sugli spostamenti del personale;

   da fonti di stampa si apprende altresì che Tarfusser, nel corso di un pranzo in pizzeria da lui organizzato a Bolzano il 29 dicembre 2017 con i suoi collaboratori più stretti nel periodo in cui ricopriva il ruolo di procuratore capo, avrebbe lamentato il trasferimento di un fidato agente di polizia giudiziaria ad altri ruoli nell'ambito di un processo di riorganizzazione del modello da lui allora impostato;

   al predetto pranzo, come risulta dalle medesime fonti di stampa, su invito di Tarfusser, avrebbe partecipato anche l'attuale sindaco della città di Bolzano Renzo Caramaschi, il quale sarebbe stato accompagnato dal funzionario di polizia giudiziaria Mario Andreoli con un'automobile di servizio della procura, e, successivamente, come affermato con indignazione dal sindaco, si sarebbe presentata per un caffè anche la sopracitata Tenti;

   si rileva infine l'ex procuratore generale di Bolzano Tarfusser sia già stato al centro del dibattito pubblico per via del suo comportamento in situazioni verificatesi a margine del procedimento penale sui cosiddetti «Sonderfonds» condotto dall'allora procuratore generale Guido Rispoli (si veda l'interrogazione parlamentare n. 5-08941 presentata nella legislatura XVII alla Camera dei deputati);

   a giudizio dell'interrogante i fatti sopra descritti dimostrerebbero: l'esistenza di un grave fenomeno di fuga di notizie relativamente all'attività investigativa con particolare riferimento ai nominativi oggetto di intercettazioni; critiche esternate a mezzo stampa sui provvedimenti riguardanti l'organizzazione interna del personale presso la procura nonché la presenza di rapporti tra esponenti della magistratura, funzionari degli organi inquirenti della procura e imputati che paiono non conformi al codice di condotta disciplinare dei magistrati; un uso dell'automobile di servizio della procura per soddisfare esigenze non attinenti alle funzioni di competenza agli uffici giudiziari –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti illustrati in premessa e quali eventuali iniziative di competenza intenda assumere, in particolare valutando la sussistenza dei presupposti per promuovere iniziative ispettive, anche ai fini di eventuali azioni disciplinari.
(4-00071)

Fonte:
https://www.camera.it/leg18/410?idSeduta=6&tipo=atti_indirizzo_controllo

Fri, 02/11/2022 - 20:37 Permalink
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kurt duschek Mon, 02/14/2022 - 19:08

....es macht Sinn und ist für einen einfachen Bürger nachvollziehbar, dass ein noch seinen Beruf ausübender Richter keinen Vorsitz oder ehrenamtliche Präsidentschaft eines Vereins, Stiftung, Akademie o.ä. übernimmt. Als einfaches Mitglied kann man auch nützlich sein. Das Angebot eines Vorsitzes ohne Wahl durch die Mitglieder wird mit Hintergedanken angeboten, um direkt oder indirekt Vorteile oder Wohlwollen im Interesse des Vereins zu erhalten. Im Ruhestand kann sich dann jeder Richter, sofern er es dann noch wünscht, sich "ehrenamtlich" für die sozialen Belange der Bürger, egal in welcher Funktion einbringen.

Mon, 02/14/2022 - 19:08 Permalink